LAGARDE DA’ UNA SCOSSA ALLA VECCHIA E SONNACCHIOSA EUROPA: PER LA PRESIDENTE DELLA BCE, BRUXELLES DEVE ESSERE PRONTA A CONTROBATTERE DAZIO SU DAZIO A TRUMP
“QUALORA I NEGOZIATI CON GLI USA SI RIVELASSERO INFRUTTUOSI, LA REAZIONE DELL’UE DEVE AVERE UN IMPATTO FORTE. SIGNIFICA CHE L’UNIONE DEVE AVER GIÀ INDIVIDUATO I SETTORI E LE REGIONI PER LE MISURE DI RITORSIONE DISPONIBILI”
Prima le parole, ma se queste non dovessero bastare che l’Unione passi subito ai fatti. E con decisione. La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, non lascia spazio a fraintendimenti nello snocciolare, senza indugi, il proprio punto di vista su come l’Ue dovrebbe posizionarsi di fronte alle minacce di dazi di Donald Trump.
«L’Unione deve negoziare (con gli Stati Uniti, ndr) », ha spiegato la governatrice europea in una lunga intervista al quotidiano economico francese, La Tribune Dimanch
Valutare il margine di manovra, comprendere le esigenze della controparte e capire se sia possibile raggiungere un accordo».
E se così non fosse, il polso deve restare fermo: «Qualora i negoziati si rivelassero infruttuosi, la reazione dell’Ue dovrebbe avere un impatto forte: significa che Bruxelles deve aver già individuato i settori, le regioni, gli importi e le percentuali pertinenti per poter determinare le misure di ritorsione disponibili».
Il ritorno di Trump ha rimescolato le carte sullo scenario internazionale, ma con un filo di ottimismo Lagarde vede in questo «un’opportunità » per l’Europa per rafforzare i suoi legami interni e «liberarsi dalle dipendenze energetiche, militari e finanziarie in cui si è ingenuamente cullata».
In parte lo ha già fatto, diversificando le sue fonti di approvvigionamento energetico. «E dovrebbe ridurre ulteriormente le forniture di gas provenienti dalla Russia», ha ribadito.
La numero uno della Bce non ha potuto tacere sugli attacchi sferrati da Trump alla Federal Reserve e al suo presidente, Jerome Powell. «Non è mai finita bene quando una banca centrale si è trovata sotto il giogo di un’autorità fiscale», ha ricordato con fermezza. Una situazione simile potrebbe verificarsi anche nel Vecchio continente? No, ha risposto secca. «L’indipendenza della Banca Centrale Europea è garantita dai Trattati»
Così è su questo lato dell’Atlantico e così dovrebbe essere dovunque, perché «l’indipendenza di una banca centrale è fondamentale affinché un Paese, o un gruppo di Paesi, possa avere un sistema monetario e finanziario sano».
(da agenzie)
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