LE CINQUANTA GIORNATE DI BERLUSCONI: IL GOVERNO BALLA CON IL PDL
IERI IL MESSAGGIO SENZA ULTIMATUM, OGGI LO SBARCO A ROMA DA FALCO SI PREPARA A DARE BATTAGLIA SULL’ECONOMIA. E ALLE ELEZIONI ANTICIPATE
C’è una fantastica battuta di Massimo Troisi buonanima che scolpisce il senso politico del videomessaggio del Cavaliere: tra un giorno da leone (o da falco, e quindi morire con tutto il governo Letta) e cento da pecora (o colomba e chiedere a capo chino la grazia al Quirinale), Silvio Berlusconi sceglie cinquanta giorni da orsacchiotto.
Una via a metà .
Che poi cinquanta giorni è anche il nuovo termine del centrodestra entro cui far ballare e poi eventualmente cadere l’esecutivo delle larghe intese.
Nel video diffuso alle diciotto di ieri, dopo un’agonia di rinvii e infinite registrazioni, B. fa l’eversore contro la magistratura, incita gli “italiani onesti” alla ribellione (“reagite, protestate, fatevi sentire”), ma non decreta la fine del governo Napolitano-Letta-Alfano, nonostante il voto scontato per la sua decadenza nella giunta del Senato.
Il conto alla rovescia delle ultime settimane si esaurisce in sedici minuti girati nello studio di Villa San Martino ad Arcore, in uno stile scialbo-maoista.
Per di più il Cavaliere non ritorna a Roma e fa saltare il simbolico vertice notturno coi ministri del Pdl in pellegrinaggio a Palazzo Grazioli per rimettere il loro mandato nelle sue mani. Se ne parla oggi. Forse.
Quando nel pomeriggio B. dovrebbe finalmente comparire nella Capitale per l’inaugurazione della nuova sede nazionale di Forza Italia, nella piazza storicamente andreottiana di San Lorenzo in Lucina.
E proprio la resurrezione del partito azzurro è stata al centro del video di ieri.
A vent’anni dalla “discesa in campo” del 1994.
Bilancio: “Lo amo ancora questo Paese, nonostante l’amarezza di questi anni, una grande amarezza, e nonostante l’indignazione per quest’ultima sentenza”. Ovviamente, quella definitiva per la frode fiscale di Mediaset.
L’attacco ai giudici e a Md, alla “via giudiziaria al socialismo”, a una sentenza “mostruosa”, a 50 processi che “hanno infangato la mia immagine”, all’“aggressione scientifica, pianificata, violenta del braccio giudiziario” della sinistra che non è mai diventata socialdemocratica, sono il cuore eversivo del video. Non solo.
Berlusconi non solo non accetta la condanna, come aveva chiesto il Colle nelle condizioni per un eventuale provvedimento di grazia, non solo annuncia che ricorrerà in tutte le sedi, italiane ed europee, ma non fa nemmeno il passo indietro dalla politica, secondo il percorso concordato da Napolitano con le cosiddette colombe di famiglia capitanate da Fedele Confalonieri.
Il Cavaliere arriverà alla fatidica scadenza del 15 ottobre, quando deciderà tra servizi sociali e domiciliari, da senatore che non si dimette, che vuole arrivare alla prova dell’aula di Palazzo Madama sulla sua decadenza.
E lì c’è da giurare che le conseguenze saranno più gravi del video di ieri.
Da giorni persino gli agguerriti falchi del Pdl andavano proclamando: “Il presidente non farà nulla per rompere, tenterà di provocare il fallo di reazione del Pd”.
Questo l’obiettivo di ieri.
Minare il governo e iniziare un’offensiva sull’economia, che servirà da scudo per coprire i veri motivi di una probabile crisi.
Solo in quest’occasione B. cita i ministri: “I nostri ministri hanno già messo a punto le nostre proposte per un vero rilancio dell’economia, proposte che saranno principalmente volte a fermare il bombardamento fiscale che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie e le nostre imprese”.
È l’unica parentesi di “bene comune”, quella sull’economia, tra i guai giudiziari elencati, compreso il risarcimento a quel De Benedetti amico della sinistra, e le minacce eversive.
La ribellione al “contropotere” dei magistrati è la pietra angolare su cui poggia la rinascita di Forza Italia, la bandiera che B. riprende in mano anche come risposta alla “politica sporca” che provoca “nausea” ai cittadini”.
Il video è stato diffuso alle diciotto anche per tentare di oscurare mediaticamente il voto nella riunione serale della giunta.
Alfano aveva annunciato che i ministri sarebbero andati a Palazzo Grazioli subito dopo la bocciatura della relazione di Augello. Tutto rinviato a oggi.
Da perfetto democristiano, Berlusconi con il messaggio di ieri, si mantiene tutte le strade aperte. Questa è la chiave per decifrare le omissioni su governo e rottura delle larghe intese. Certamente, però, il video peserà nella trattativa con il Quirinale per la grazia.
Da un lato B. soddisfa politicamente l’attesa di Napolitano e non ribalta il tavolo. Dall’altro però muove a una nuova crociata contro i magistrati. Il capo dello Stato continuerà a far finta di non vedere in nome del suo realismo togliattiano?
Del resto, quella di ieri sembra una nuova tregua a tempo. Il Cavaliere non si dimette da senatore e sarà a capo di Forza Italia: “Decaduto o no, sarò sempre con voi, al vostro fianco . Si può far politica anche senza essere in Parlamento. Non è un seggio che fa un leader”.
Frase che potrebbe preludere anche all’investitura di un candidato premier in caso di elezioni anticipate a febbraio.
Il nome che circola rimanda alla solita soluzione dinastica smentita miliardi di volte: la primogenita Marina. In ogni caso oggi Berlusconi dovrebbe tornare a Roma e parlare di nuovo, salvo ripensamenti dell’ultima ora.
Vedrà anche i ministri e farà il punto con il loro.
Almeno per il momento non si dovrebbe rompere.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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