LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE A DESTRA: LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI
DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO
Le resurrezioni professionali di “Lazzaro” Sangiuliano ormai non si contano più: “bocciato” da ministro, riacciuffato in Rai e spedito a fare il corrispondente da Parigi (malgrado non fosse abilitato alla lingua di Flaubert) e ora sbuca come capolista alle regionali campane.
Una svolazzante giostra che fa venire in mente l’imperdibile sketch, nei panni di Francesco Rutelli, di Corrado Guzzanti ad una puntata de ‘’L’Ottavo Nano’’, con la sua straziante esortazione: “Berlusco’, ricordati degli amici! Ricordati di chi ti ha voluto bene!”.
Essì: diversamente dagli irriconoscenti sinistrati, a destra gli amici non si dimenticano e vanno aiutati, anche nella malasorte. Anzi: soprattutto quando le avversità si sono accanite e ti hanno relegato nel sottoscala sociale e politico.
Durante i tre anni a Palazzo Chigi, il “governo del merito come ascensore sociale” (copy Meloni) ha piazzato una marea di ex deputati, dirigenti locali, trombati e riciclati nei cda delle aziende
controllate dallo stato.
La selva delle partecipate, sotto la cappella del Mef e di Cdp, servono ai tre caballeros del governo anche per “risarcire” i tecnici non graditi, da sostituire con burocrati amici (vedi il caso, Biagio Mazzotta, fatto sloggiare dalla Ragioneria di Stato alla presidenza di Fincantieri per fare posto alle giorgettiana Daria Perrotta)
Alessandro Zehentner, candidato non eletto al Senato per i meloniani, è presidente di Snam e siede nel consiglio di amministrazione dell’Enel. Nel cda di Leonardo siedono Francesco Macrì, ex consigliere comunale meloniano ad Arezzo, e Altieri Trifone, leghista di Conversano, provincia di Bari; mentre l’ex senatore del Carroccio Paolo Arrigoni ha ottenuto una poltroncina come presidente del Gestore servizi energetici (Gse). A fargli compagnia nel cda siedono anche due azzurri trombati: l’ex senatrice Roberta Toffanin e l’ex deputato Giuseppe Moles.
Ancora. A presiedere Acque del Sud è il coordinatore di Fratelli d’Italia di Bari, Luigi Giuseppe Decollanz. Fece scalpore all’epoca del caso Sangiuliano la nomina dell’ex assessore meloniano di Frosinone, Fabio Tagliaferri, gestore di un salone di auto a noleggio, che venne spedito al vertice di Ales, la più importante società in house del ministero della Cultura.
Un posticino a mo’ di risarcimento per il destino cinico e baro anche per l’ex assessora leghista del Friuli Venezia Giulia,
Federica Seganti, che siede nel cda dell’Eni, ma in quota Lega c’è anche Paolo Marchioni, ex sindaco di Omegna, nel cda di Poste, e l’ex consigliera della Regione Lombardia Francesca Ceruti nel cda di Consap insieme all’ex deputato Antonio Gennaro.
! Il vispo diplomatico Mario Vattani, un tipino con alle spalle una gioventù piuttosto agitata (venne filmato nel 2011 mentre si esibiva nel saluto romano a una manifestazione di Casapound a Roma, poi assolto dall’accusa di aver pestato tre giovani di sinistra insieme ad altri militanti del Fronte della Gioventù, nomignolato “Katanga” per il suo passato da leader del gruppo fascio-rock “Sotto fascia semplice”), lo scorso giugno è stato nominato dal governo Meloni ambasciatore a Tokyo. Eccetera, eccetera…
Ora ditemi come la Statista della Garbatella poteva dimenticare Sangiuliano, immarcescibile direttore del Tg2 al servizio della Fiamma. Il futuro “Genny Delon” ‘’era salito talmente tanto nelle grazie della futura premier da essere chiamato a scrivere parte del programma dei meloniani, invitato a convention di partito e, alla fine, ricompensato addirittura con un posto di governo’’ (vedi articolo a seguire).
Dopo le tragicomiche disavventure con la “pompeiana esperta”, un grottesco remake dell’“Angelo azzurro” di Marlene Dietrich in versione commedia all’italiana, l’ex ministro della Cultura ha ripreso il suo posto, lasciato con una aspettativa, in Rai e subito
incoronato corrispondente da Parigi.
Ora, per misteriosi motivi, si candida alle regionali in Campania, come capolista di Fratelli d’Italia. Alle proteste dell’Usigrai (“La candidatura di Sangiuliano mette in gioco la credibilità della Rai, da lui usata come un tram che lo porta dove gli pare”), ha ribattuto serafico: “Ho chiesto il permesso elettorale all’Ad Rai Giampaolo Rossi”.Vero, verissimo. Come è vero che a sbrigare la faccenda è intervenuta la bacchetta magica di Arianna Meloni, la capessa della segreteria di via della Scrofa. Non è una bieca indiscrezione, lo ha affermato Sangiuliano stesso: “Ne ho parlato con La Russa e Arianna Meloni”. E Giorgia? “Mi ha detto in bocca al lupo”. Amen.
E’ così a destra: nessuna pietà per chi tradisce, cambiando casacca e saltando sul carro dei vincitori; massima compassione per chi finisce in un cono d’ombra dove i telefoni tacciono e gli inviti scompaiono. Gli amici fedeli non si abbandonano: tutti per uno, uno per tutti…
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