LE SOLITE PROMESSE DA…MELONI: GIORGIA HA DATO LA DISPONIBILITÀ A UNA PARTECIPAZIONE DI MILITARI ITALIANI ALLA FORZA MULTINAZIONALE PER LA STABILIZZAZIONE DELLA STRISCIA DI GAZA. MA LA MISSIONE PER ORA È UNA GRANDE INCOGNITA
MANCANO CERTEZZE SULL’OMBRELLO DELL’ONU, LA VOLONTÀ DEI PAESI ARABE E LE REGOLE DI INGAGGIO DELLA SPEDIZIONE – LA DUCETTA CHIEDE ALLE OPPOSIZIONI UN “VOTO UNANIME” SULLA MISSIONE
I contatti informali con gli Stati Uniti non sono mancati, anche nelle ultime ore. Non sufficienti, però, a rispondere a una domanda cruciale: l’Italia parteciperà davvero con propri soldati all’eventuale forza multinazionale per la stabilizzazione della Striscia di Gaza?
Giorgia Meloni ha offerto il proprio assenso politico all’invio di militari (carabinieri o esercito, non ci sono preclusioni), ma per il resto è buio pesto: l’ombrello delle Nazioni Unite, le preferenze di Israele e degli americani, la volontà delle principali capitali arabe – a partire dall’Egitto – e le regole di ingaggio della spedizione.
Per questo, la presidente del Consiglio ha deciso di condensare le disponibilità italiane in un documento. Che sarà frutto del lavoro di un gruppo di ministri. E di un coordinamento con le altre tre principali capitali europee: Francia, Germania e Regno Unito.
Ha chiesto ai ministri coinvolti a vario titolo nel dossier – Esteri, Difesa, Università, Agricoltura, Affari regionali e Disabilità – di riunirsi già oggi alle 14 per «fare il punto sui primi passi» da compiere, «con attenzione particolare agli aiuti umanitari». […]
Ma è il coordinamento con gli europei ad essere forse l’elemento più interessante di questa fase. È un modo per evitare sovrapposizioni e gestire al meglio gli sforzi tra forze continentali. Per raggiungere questo obiettivo, si è già svolta a margine del summit egiziano una riunione dei consiglieri per la sicurezza nazionale (per l’Italia, il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi Fabrizio Saggio).
Il paper dell’esecutivo, al pari di quelli elaborati da ciascun Paese Ue alleato, sarà redatto in tempo per il prossimo vertice per la ricostruzione annunciato dall’ex generale Al Sisi e convocato al Cairo per metà novembre.
Ma c’è un nodo di politica interna da non sottovalutare, legato all’invio di militari italiani. Quando lunedì sera Meloni si è detta pronta ad autorizzare una missione di soldati nella Striscia, ha fissato due pre-condizioni: una risoluzione delle Nazioni Unite e un voto del Parlamento italiano. Subito dopo, ha aggiunto rivolgendosi alle opposizioni: «Quel voto spero sia unanime».
Poche ore e arriva una risposta dal Partito democratico, affidata al responsabile esteri dei dem, Peppe Provenzano: «L’invio di una missione è ciò che chiediamo dal novembre del 2023. Siamo pronti a fare la nostra parte. E vogliamo discuterne in Parlamento – ha spiegato a Start su Sky Tg24 – perché è necessario farlo».
Per il deputato pd, è possibile che il consenso sulla spedizione internazionale sotto mandato Onu sia larghissimo: «Non penso ci sia nessuna difficoltà su questo, anzi credo sia opportuno fare questa discussione per capire come l’Italia debba tornare protagonista nella costruzione di pace e dialogo con il mondo arabo». Anche Giuseppe Conte, quattro giorni fa, aveva aperto al dispiegamento di soldati a Gaza con una forza multinazionale di pace.
(da agenzie)
Leave a Reply