LE VACANZE DI RENZI SUL VOLO DI STATO E LE BALLE SUL PROTOCOLLO
CON IL FALCON 900 DA TIRANA AD AOSTA, PASSANDO DA FIRENZE… UN ANNO FA PER LE FERIE INVERNALI L’ALLORA PREMIER LETTA PRESE UN AEREO DI LINEA
Vacanze di Natale a Courmayeur, col volo di Stato.
Non è un cinepanettone, il protagonista è Matteo Renzi. Il premier, dopo la missione in Albania, ha raggiunto la Val d’Aosta per qualche giorno di riposo sugli sci, a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica militare.
Palazzo Chigi non nega, ma ribatte: “Abbiamo rispettato tutti i protocolli di sicurezza”.
Ed è vero, perchè il premier ne ha diritto. Prendere un’auto o un treno invece che un aereo di Stato, per andare in vacanza è una questione di opportunità e discrezionalità .
A differenza di Renzi, per esempio, Enrico Letta per le ferie di Natale da presidente in carica andò a Trieste con un volo di linea.
A sollevare la polemica, il M5s tramite una denuncia partita ieri pomeriggio, alla quale farà seguito un’interrogazione parlamentare.
Il primo a pubblicarla è il deputato Paolo Romano sul suo blog, subito ripreso da Carlo Sibilia, membro del “direttorio” pentastellato.
“Martedì 30 dicembre del fu 2014 — si legge nell’articolo — un Falcon 900 della flotta di stato solca i cieli del Mediterraneo. Riporta a casa da Tirana il nostro SuperPremier. Secondo i piani di volo il Falcon dovrebbe far rotta su Roma, ma evidentemente il premier ha fretta. Deve andare in vacanza. (…) Quindi anche il Falcon si deve adeguare. Dirottato su Firenze, imbarca moglie e figli del presidente del Consiglio e riparte alla volta di Aosta. Il Falcon con Renzi e famiglia atterra alle 21,25 sempre di martedì. Vacanze a Courmayeur. All’insegna del risparmio ovviamente. Di chi? Di Renzi e famiglia che alloggia nella caserma degli Alpini a spese della comunità (noi)”.
Romano, sul suo blog, allega i piani di volo che dimostrano il percorso del volo di Stato.
Parte da Tirana, dove Renzi ha incontrato il premier albanese, passa poi per Firenze (dove sosta per far imbarcare la famiglia del presidente del Consiglio) e atterra all’aeroporto Corrado Gex della Valle d’Aosta.
Una struttura — come denunciano gli attivisti locali del Movimento 5 stelle — in stato di degrado e abbandono, che non serve voli di linea da anni.
“Quanto è costato — si chiede il deputato del M5s — questo volo di stato in missione vacanza? (…) Un Falcon quando si muove ha un costo notevole (euro 9000 all’ora)”.
Dopo qualche ora, il presidente del Consiglio replica su Twitter: “Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Palazzo Chigi — scrive Renzi — non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza #regole”.
Poi Palazzo Chigi entra nel merito con una lunga nota: “Il presidente del Consiglio non ha raggiunto Aosta con il volo di Stato con cui si è recato a Tirana, in visita ufficiale in Albania (regolarmente atterrato a Roma), ma con un Falcon 900 (quindi con un altro volo di Stato, ndr), nel pieno rispetto della normativa e dei protocolli di sicurezza. Ciò riguarda anche la famiglia del premier quando si muove con lui, sottoposta agli stessi obblighi di sicurezza e a norma di legge; per quanto riguarda l’alloggio in caserma (…) il presidente del Consiglio ha regolarmente pagato il dovuto per sè e per i suoi familiari”.
La spiegazione non persuade i 5 stelle. Per Carlo Sibilia “Renzi deve restituire agli italiani i soldi spesi per farlo andare in vacanza. È l’ennesimo atteggiamento alla Marchese del Grillo: ‘io sono io, e voi non siete un c…o’”.
Per il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio “sono atteggiamenti come quello di Renzi ad alimentare il menefreghismo di Stato”.
Ma cosa dice effettivamente la direttiva di Palazzo Chigi sulla disciplina dei voli di Stato che definisce anche “i protocolli di sicurezza” in tutela delle massime cariche della Repubblica? All’articolo 1, comma 2 è scritto che “il trasporto aereo di Stato è sempre disposto (…) per garantire il livello di sicurezza o il trattamento protocollare connesso al rango della carica rivestita”. Tuttavia, l’articolo 7 della stessa direttiva specifica i criteri generali da seguire prima di concedere l’aereo blu (l’ultima parola spetta alla segreteria di Palazzo Chigi): “Il trasporto di Stato è disposto secondo criteri di economicità e di impiego razionale delle risorse, previa rigorosa valutazione dell’inopportunità o della non convenienza dell’impiego di differenti modalità di trasporto, ovvero previa verifica delle specifiche esigenze di alta rappresentanza connesse alla natura della missione istituzionale supportata”.
Trattandosi di vacanze, pur riconoscendo la prerogativa del premier alla tutela della sicurezza, questi criteri di “economicità e impiego razionale delle risorse” sono stati rispettati?
Valeria Pacelli e Tommaso Rodano
(da “il Fatto Quotidiano”)
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