LEGA, TOSI IN RIVOLTA ANCHE CONTRO BOSSI: “LEADER NON PIU’ ELETTO PER ACCLAMAZIONE”
NELLA LEGA CONTINUA LA GUERRA INTERNA…IL SINDACO DI VERONA CONTRO IL DIKTAT CHE BLOCCHEREBBE LA SUA LISTA: “MARONI E’ CON ME”
«Un giochino inaccettabile, che rischia di farci perdere le elezioni».
Flavio Tosi, sindaco leghista della città scaligera così commenta l`ennesimo diktat comminato dal “federale” del, Carroccio: vietate le liste personali.
La sua lista Tosi nel 2007 prese il 16%, contro il 12% della Lega.
Ma adesso, stando agli ordini, il bis non ci sarà .
Lei ha già detto che se non le permetteranno di presentare la sua lista, la Lega dovrà cercarsi un altro candidato sindaco. Conferma?
«Assolutamente sì. So come abbiamo amministrato la città in questi cinque anni e come dovremo comportarci nei prossimi cinque: servono condizioni di governabilità , la Lega a Verona non può vincere da sola, senza la lista Tosi».
C`è sempre il Pdl…
Il divieto del consiglio federale di presentare liste personali è un tentativo di impedirmi di scalare la leadership regionale L` aut aut sulla Lombardia? Le vicende giudiziarie dei consiglieri provocano nella nostra base malumori come per Cosentino e Papa. Un altro possibile risultato di questo giochino, che hanno fatto per questioni legate ai congressi nel Veneto…
Un momento: sta dicendo che si tratta di un provvedimento ad personam per impedirle di scalare la segreteria regionale?
«Difficile negarlo. C`è anche il tentativo di evitare il confronto tra i miei consensi personali e quelli di altri».
Tornando al Pdl?
«Una sua parte ci ha remato contro. Il caso più eclatante riguarda gli 86 milioni di finanziamento per i filobus: abbiamo rischiato di perderli perchè erano fermi al Cipe. L`ex ministro Altero Matteoli e l` ex sottosegretario all`Economia, il veronese Alberto Giorgetti, potevano sbloccarli, ma non l`hanno fatto. Ci ha dovuto pensare il governo Monti, appena si è insediato».
Dica la verità : questo can can sulla lista è legato alla guerra interna scoppiata nella Lega. Non a caso domenica Maroni verrà a Verona a darle manforte.
«Bobo sa qual è la strategia vincente. E soprattutto la condivide».
Non basta, bisogna convincere Bossi, che però al “federale” di domenica ha ritirato fuori la storia del commissariamento della Lega veronese.
«Il ragionamento da fare è uno solo: è più conveniente che qui la Lega vinca insieme a una lista che in qualche modo le è complementare o che rischi di perdere, magari con il Pdl?»
Il governatore Zaia prevede che la sua lista ci sarà .
«Ha perfettamente presente qual è la strategia giusta per vincere».
E in Lombardia come andrà ? L`aut aut lanciato domenica da Bossi è stato ripreso da suo figlio Renzo, consigliere regionale.
«Le vicende giudiziarie che coinvolgono esponenti dell`amministrazione Formigoni provocano trai nostri gli stessi malumori che avevano i parlamentari della Lega di fronte ai casi Papa, Milanese, Cosentino ».
Renzo Bossi dice anche che domenica a Milano i fischi non erano per il Cerchio magico, ma per Monti.
«Sicuramente ce ne sono stati anche per il premier, ma non solo».
L`ex capogruppo Marco Reguzzoni sostiene di aver stretto la mano a Maroni: lei l`ha visto?
«Ero distratto».
«Bossi è sempre stato eletto per acclamazione, non so se in futuro andrà ancora così»: l`ha detto lei, significa che la gara per la leadership è aperta?
«L`ho detto e lo confermo. Ora è aperta la gara ai congressi provinciali e regionali, già fissati. Sarà il “federale” a stabilire se ci saranno passi successivi».
Rodolfo Sala
(da “La Repubblica“)
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