LETTA DIFENDE LA PARTECIPAZIONE DELLA BOLDRINI AI FUNERALI DI MANDELA: “ERA LEGITTIMA, NESSUNA SPESA AGGIUNTIVA”
“LE POLEMICHE FRUTTO DI PREGIUDIZIO SESSISTA E DOPPIOPESISMO PALESE”
La partecipazione di Laura Boldrini alla cerimonia in memoria di Nelson Mandela è stata “pienamente legittima” e nei suoi confronti “resta il pregiudizio sessista, indizio di un doppiopesismo palese, qualunque sia la matrice politico-culturale”.
Lo afferma in una lettera inviata al Giornale il presidente del Consiglio, Enrico Letta, commentando un articolo di ieri di Vittorio Feltri, osservando che non si fa “nessuna polemica, mai, sulle mogli accompagnatrici di uomini delle istituzioni. Levata di scudi, invece, se l’accompagnatore è uomo, a maggior ragione se non ufficialmente coniugato”.
“Non c’è bisogno – dice il premier – delle ‘quote azzurre’. Basterebbe un minimo di buon senso, purtroppo merce rara di questi tempi”.
La presenza di Boldrini era legittima, sottolinea Letta, perchè è “la terza carica della Repubblica” e “come lei, alla cerimonia erano presenti altri presidenti di Parlamenti di Stati sovrani”.
“Come è ampiamente noto” Boldrini e il suo compagno, Vittorio Longhi “hanno volato con l’aereo della Presidenza del Consiglio per partecipare a Johannesburg alla cerimonia” e “come forse è meno noto – precisa il premier – il viaggio non ha comportato alcun alloggio in albergo, visto che entrambi i pernottamenti sono avvenuti in volo, nè spese aggiuntive a carico del bilancio pubblico”.
Feltri risponde precisando a sua volta che “mai” sarebbe intervenuto sul caso se non ci fosse stato il precedente di Clemente Mastella che “fu attaccato con furore da ogni parte e accusato di familismo per aver concesso un ‘passaggio’ non oneroso per la pubblica amministrazione, al proprio erede”.
Commento del nostro direttore
Ben ha fatto il premier Letta a prendere posizione su una polemica montata ad arte da qualche politico a corto di argomenti e dai soliti mestatori di fango che non perdonano alla Boldrini prese di posizione coerenti alle sue idee.
Sarebbe bene, a destra, un corso di rieducazione per comprendere che “è di destra” portare rispetto agli avversari, soprattutto a donne coraggiose come la Boldrini che a 19 anni ha lasciato gli agi familiari per andare in Venezuela ad aiutare i campesinos e successivamente ha dedicato la propria vita ai rifugiati politici.
Se a destra ci fossero più donne coerenti come lei, più esempi morali da seguire pur nella diversità , probabilmente migliorerebbe il personale politico di un mondo che da anni ha come modello di riferimento i comportamenti di patetici puttanieri.
Letta ha già detto tutto nel merito: il ruolo della Boldrini rendeva importante la sua partecipazione ai funerali e la presenza del suo compagno non è costato un euro al contribuente italiano.
Ci preme rispondere a Feltri che “sarebbe anche d’accordo con noi, se per Mastella a suo tempo non fosse stato adottato un altro criterio”.
Eh no, caro Vittorio, ben diverso andare a rappresentare lo Stato a un funerale, altra cosa andare a titolo personale a seguire il Gran premio automobilistico di Monza.
Pubblichiamo, per chi ha la memoria corta, l’estratto del resoconto di quella vicenda:
“Sono qui per salutare l’amico Briatore”, ha detto il ministro dopo lo sbarco nel circo dei motori. Perchè la visita nel tempio della Formula Uno ha avuto poco di ufficiale e molto di personale.
Il suo arrivo a Linate ha spiazzato cerimoniale e dispositivo di sicurezza. Poi, dopo l’atterraggio con l’Airbus presidenziale, quel passaggio sull’elicottero-limousine molto poco protocollare.
Il tutto, volo di Stato ed elicottero privato, sempre in compagnia del figlio Elio. D’altronde a sentire il Guardasigilli, proprio il dovere di padre è uno dei motivi principali della sua spedizione tra i box: “Avevo promesso da tempo che sarei stato presente insieme con mio figlio”, ha dichiarato al “Corriere della Sera”, ripetendo: “Volevo salutare il mio amico Briatore e vedere la gara da vicino”.
Il tutto grazie al jet dell’Aeronautica militare, che ha imbarcato anche il giovane Elio, un portaborse e due uomini di scorta.
(da “l’Espresso”)
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