LETTA, RENZI, ALFANO: ARRIVANO I GIOVANI O I NUOVI VECCHI?
L’ATTESO RICAMBIO PARTORISCE ALTRI POLITICI DI PROFESSIONE E RENZI E’ COME GLI ALTRI
Diciamoci la verità : questi quarantenni sono appena arrivati e hanno già discretamente rotto.
Il fatto è che i giovani troppo a lungo rimasti ai margini della vita civile non li immaginavi così: politici di professione.
Ricordavi quei professori maltrattati dalle patrie università dove dominano i baroni e approdati all’Mit di Boston.
Vedevi giornalisti scomodi, intellettuali ghettizzati, ragazzi impegnati con le ong nel terzo mondo. Pensavi a quella forza che preme nella gioventù. Al desiderio senza compromessi di cambiare il mondo come in Aden Arabia di Paul Nizan
E invece, dopo decenni di attesa, il ricambio generazionale ha partorito Enrico Letta, Matteo Renzi e Angelino Alfano, che saranno pure quarantenni, ma hanno le stesse stimmate di chi li ha preceduti: sono tre politici di professione.
Con qualche aggravante: Letta è il nipote coccolato e fortunato di Gianni Letta. Cioè dell’eminenza grigia, grigissima, di Silvio Berlusconi.
Mentre Alfano del Cavaliere ha eseguito qualsiasi istruzione. Finchè non gli ha voltato le spalle. Insomma, ecco il volto giovane della Casta.
Quarantenni, sì, anagraficamente, ma nello spirito Matusalemme al confronto è un poppante. E come loro decine di neodirigenti di partito, a destra e a sinistra, che oggi nelle città si propongono con l’autorità dell’anagrafe. Un po’ poco.
Così i nuovi dirigenti del Pd subito nominati da Renzi. Carini, giovani. Un’impressione di freschezza, un profumo di borotalco. Magari si dimostreranno i migliori del mondo, ce lo auguriamo. Ma con che titoli sono stati scelti?
Sono gente che si è distinta nella lotta contro la mafia, la rovina dell’ambiente, la corruzione, la lottizzazione dei partiti? Risposta: hanno trent’anni. Stikazzi, direbbero a Roma
Il punto è che in Italia riusciamo a trasformare tutto in slogan.
Peggio: si cavalca un’istanza giusta, scimmiottandola, svuotandola.
Alla fine annullandola con l’illusione di averla risolta. I nodi veri dei diritti hanno la durata di una campagna pubblicitaria: prima tocca ai gay che si difendono a favore di telecamera, ma in privato si chiamano ancora froci.
Poi si scoprono i neri che si mettono in lista, ma si lasciano morire come cani in mezzo al mare di Lampedusa.
Quindi le donne, per cui è più facile prevedere quote sulla carta che rispetto nella sostanza
E ora tocca ai quarantenni. Accendi la tv e te li trovi sempre davanti. Anche nel cuore della notte quando cerchi un film.
Eccoli, pronti ad alzare il sopracciglio perchè loro sono la nuova generazione. Ma gli italiani chiedono soltanto una classe dirigente nuova e non compromessa. Competente e coraggiosa. Cioè che finalmente si decida in base al merito.
Che non è scritto sulla carta d’identità .
Ferruccio Sansa
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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