L’EX RETTORE DELL’AQUILA E I RICATTI: SOLDI, AUTO E VESTITI “O TI LICENZIO”
CONDANNATO A TRE ANNI E MEZZO PER CONCUSSIONE: HA COSTRETTO UN DOCENTE DELL’ATENEO A VERSARGLI 141.000 EURO PER NON PERDERE LA CATTEDRA
Tre anni e mezzo per concussione. È la condanna inflitta all’ex rettore dell’università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, nei confronti di un docente dello stesso ateneo, il medico romano Sergio Tiberti, dal 2014 Accademico delle Scienze.
Il 12 novembre scorso il pm Giuseppe Deodato aveva chiesto quasi il doppio della pena: sei anni, oltre alla confisca di alcuni alloggi di proprietà dell’ex rettore ad Avezzano (L’Aquila).
Immobili di pari valore rispetto alla somma che Tiberti sarebbe stato costretto a versare a Di Orio: 141 mila euro in nove anni. Se non avesse pagato, sarebbe scattato il licenziamento: questo il ricatto che la vittima, titolare della cattedra di Igiene a Medicina, avrebbe sopportato fino al 2009 quando, assistito dall’avvocato Giorgio Tamburrini, ha raccontato in procura la persecuzione subita.
Carriera rovinata
Le vessazioni erano iniziate nel 2001, quando Di Orio era ancora preside della facoltà di Medicina.
Per non perdere la cattedra Tiberti era costretto a versare almeno 15 mila euro al mese, ma non solo. Fra le tangenti ricostruite dalla procura, da segnalare anche l’acquisto di un’auto in una concessionario sulla Salaria, il pagamento ogni anno del premio assicurativo, il conto aperto in una sartoria e la consegna di assegni circolari. La classica goccia è stata una minaccia pronunciata da Di Orio davanti ad altri colleghi: «Quando il coniglio esce dalla tana…… allora pum pum pum».
Tiberti non ce l’ha fatta più: è stato allora che ha deciso di dire basta.
Lavinia Di Gianvito
(da “il Corriere della Sera”)
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