L’IRA DI CANCELLIERI E LA LOTTA INTERNA SUL DOPO MANGANELLI
IL MINISTRO E’ PREOCCUPATO PER QUANTO STA ACCADENDO AL VIMINALE, L’INCHIESTA INTERNA VA AVANTI A RILENTO…TRE PREFETTI E DUE INVESTIGATORI IN POLE POSITION PER SOSTITUIRE MANGANELLI
La reazione ufficiale è pacata: «La magistratura sta lavorando, aspettiamo tranquillamente gli esiti».
In realtà chi ha potuto parlarle in questi giorni racconta che il ministro Anna Maria Cancellieri è preoccupata, ma anche adirata per quanto sta accadendo al Viminale. Perchè si è trovata spiazzata quando ha letto quell’esposto anonimo sugli appalti gestiti dall’Ufficio Logistico rispetto ai quali nessuno le aveva mai evidenziato difficoltà o anomalie.
E perchè sa bene che tutto questo fa da sfondo a una guerra interna per la successione del capo della polizia Antonio Manganelli avviata molti mesi fa, quando il prefetto è stato un paio di mesi all’estero per effettuare alcune cure, e non è terminata adesso che è tornato in piena operatività .
Il ministro ha preteso l’apertura di un’indagine interna, ma pure su questo non sembra aver finora ottenuto quanto aveva sollecitato.
La sua raccomandazione era di fare in fretta, cercando di ottenere risultati da sottoporre all’esame della magistratura proprio per mostrare la volontà di fare immediata chiarezza.
E invece le verifiche amministrative procedono a rilento, l’esito tarda ad arrivare. In queste ore ci sono state nuove sollecitazioni.
È teso il clima al Viminale e questo fa si che tornino a circolare le voci di un’imminente rivoluzione in numerosi uffici.
Già nei prossimi giorni potrebbero essere sostituiti alcuni funzionari di alto livello, dando così il via a un giro di nomine che potrebbe coinvolgere anche alcuni prefetti. Quanto basta perchè si ricominci a parlare di possibili successori di Manganelli.
E nella «rosa» vengano inseriti prefetti come Giuseppe Procaccini, Giuseppe Pecoraro e Alessandro Pansa, ma anche investigatori di grande esperienza come Franco Gabrielli o Nicola Cavaliere.
«In questa fase storica così delicata per il Paese, è quanto mai inopportuno che venga ipotizzato un cambio al vertice del dipartimento della Pubblica Sicurezza», commentano i segretari generali del sindacato Siap e dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, Giuseppe Tiani ed Enzo Letizia.
Fiorenza Sarzanini
(da “Il Corriere della Sera”)
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