LO STATO SONO LORO, ROBA DA RE SOLA
DI MAIO CITA CALAMANDREI SENZA AVERLO LETTO, ALTRIMENTI AVREBBE CAPITO CHE HA DETTO L’OPPOSTO… TIPICO DI CHI DI UN LIBRO LEGGE SOLO LA COPERTINA
Nei giorni scorsi era nata una polemica per la frase “Lo Stato siamo noi adesso” pronunciata da Luigi Di Maio durante la manifestazione del 2 giugno mentre sul palco c’era Sergio Bramini, imprenditore fallito a causa dei crediti non incassati da aziende municipalizzate: non appena Di Maio ha cominciato a raccontare la storia è partito qualche fischio, che il ministro dello Sviluppo e del Lavoro (assente sul caso Sacko) ha rintuzzato con la frase “Non fischiate, adesso lo Stato siamo noi”.
Mattia Feltri sulla Stampa era partito all’attacco della frase infelice, spiegando che ” Lo Stato non siamo noi che abbiamo vinto le elezioni, noi al governo: lo Stato siamo noi tutti quanti.
Lo Stato siamo noi, come la intende Di Maio, declinata al plurale, è roba da Re Sole, che la declinò al singolare”.
Ma anche altri avevano stigmatizzato le parole di Di Maio.
A quel punto però è scesa in campo la sempre molto acuta Carla Ruocco, che da solita grande esperta come ai bei tempi dei litigi in Campidoglio ha tenuto a segnare un punto in favore di Di Maio: ““Lo Stato siamo noi” è una citazione in onore di Piero #Calamandrei, uno dei nostri Padri Costituenti, e non un riferimento a Luigi XIV”, spiegava piccata su Twitter.
Oggi è arrivata la controreplica di Mattia Feltri, che ha chiarito il punto di Calamandrei:
Dei libri non bisogna leggere la copertina e basta, sennò si rischia di cadere in equivoco. Bisogna leggere anche tutte quelle parole fitte fitte che vengono dopo, sebbene occupino tante tante pagine. Se la nostra Carla lo avesse fatto, avrebbe scoperto due cose.
Prima: Calamandrei non ha mai detto nè scritto «lo Stato siamo noi», quello è il titolo applicato a una raccolta definitiva e postuma dalla editrice Chiarelettere.
Seconda: l’idea di Calamandrei, ben spiegata nell’introduzione del professore Giovanni De Luna, era l’opposto di quella di Di Maio, inclusiva e non esclusiva: nessuno è lo Stato, tutti devono essere lo Stato, un caposaldo della religione civile repubblicana.
Ma c’è un punto che Feltri non coglie: quello di estrapolare temi, frasi, piccole citazioni da un contesto per farle oggetto di una decodifica aberrante non è una casualità in cui è incappata la Ruocco ieri, ma un metodo di governo del MoVimento 5 Stelle, come dimostrano innumerevoli esempi.
E quindi più che l’inquietudine per “Lo stato siamo noi” sarebbe meglio considerare con la giusta dose di sarcasmo che lo Stato adesso sono loro, raga.
(da “NextQuotidiano“)
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