M5S: NASCE LA FRONDA ANTI-SICILIA
GLI ORTODOSSI GUIDATI DA FICO ATTENDONO IL PASSO FALSO DI CANCELLERI SU CUI DI MAIO HA MESSO LA FACCIA…BORRE’: “PER FARE LE PRIMARIE BASTANO TRE GIORNI, HANNO PAURA”
I giudici non hanno sempre ragione. O almeno li si può sfidare trovando un cavillo per non farsi condizionare da loro.
Fa parte del nuovo corso 5stelle, in continua mutazione genetica, con lo sguardo fisso alla possibile andata al governo costi quel che costi comprese le abiure dei capisaldi della loro politica, tra cui ha sempre spiccato l’ossequio assoluto al giudizio dei magistrati.
Oggi, nonostante la decisione del Tribunale di Palermo di sospendere il risultato delle consultazioni per la scelta dei candidati alle regionali siciliane, Giancarlo Cancelleri ha deciso di andare avanti lo stesso e di non ripetere le ‘regionarie’.
In casa grilina la vittoria in Sicilia inizia ad apparire complicata ed è per questo che i vertici vogliono evitare scossoni a campagna elettorale iniziata.
D’altronde un fallimento in Sicilia costerebbe caro allo stesso Luigi Di Maio che su Cancelleri ha messo la faccia e ora si appresta ad essere scelto candidato premier.
I due da mesi si muovono infatti l’uno accanto all’altro, i loro destini sembrano legati e così i duri e puri del Movimento, con Roberto Fico in testa, stanno a guardare, aspettano il risultato siciliano perchè è da qui che dipenderà il futuro pentastellato.
E se M5s non sfonda sull’isola, gli ortodossi, che hanno lasciato Di Maio candidato unico alle primarie, sono pronti a far pesare la debacle perchè in fondo, come diceva Sciascia parlando di ‘sicilianizzazione’ dell’Italia: “La linea della palma viene su verso il Nord”.
Così per evitare di perdere terreno, Cancelleri tiene il punto sulle primarie da non ripetere: “Siamo fuori tempo massimo — scrive il candidato presidente M5S — la scadenza per presentare il simbolo è questo sabato 23 settembre e dobbiamo inoltre raccogliere 3.600 firme per la presentazione della lista. Per questo motivo il Movimento 5 Stelle sarà presente alle Regionali siciliane del 5 novembre con il sottoscritto candidato alla Presidenza della Regione e con la lista, a me collegata, votata dagli iscritti il 4 luglio 2017”.
Nel post a firma di Cancelleri il Movimento annuncia che farà ricorso “per far valere le proprie ragioni” e sottolinea che “i tempi per aspettare la fine del procedimento e per rinnovare le votazioni purtroppo non ci sono più”.
Una decisione che trova l’appiglio in un passaggio del provvedimento emesso oggi, in cui il Tribunale di Palermo precisa di non potere adottare alcuna decisione in merito a una eventuale nuova votazione nè riguardo alle “modalità di svolgimento” del possibile nuovo voto online.
Sta di fatto però che il Tribunale ha anche giudicato il voto “irregolare”, tanto è vero che lo sospeso in via cautelare, e Beppe Grillo in un post di una decina di giorni fa aveva messo nero su bianco che il Movimento avrebbe rispettato la volontà dei giudici.
La linea è dunque sottile e come spesso avviene in questi casi si ragiona in punta di diritto.
L’avvocato Lorenzo Borrè, che difende l’attivista Mauro Giulivi, colui che ha presentato il ricorso, specifica che “per rifare i due turni delle primarie”, come sarebbe logico dopo la sentenza che le dichiara irregolari, “sarebbero sufficienti tre giorni”.
La data di scadenza per la presentazione delle liste per le elezioni regionali siciliane, infatti, è il 5 ottobre e il numero minimo di firme richiesto dalla legge è 1.800, da raccogliersi con una media di 200 per Provincia.
“Un partito come M5s se vuole 1800 firme le raccoglie in poche ore”, dice Borrè con aria di sfida.
Il rischio è che la sentenza del Tribunale arrivi in piena campagna elettorale, in quel caso, spiega un deputato molto vicino ai vertici pentastellati: “Noi ormai avremo presentato la lista e di certo non potranno annullare le candidature”.
A questo punto il Movimento va avanti nonostante l’ordinanza del giudice, ma porta con sè la zavorra delle polemiche che si ripercuotono sul piano nazionale.
Solo pochi giorni fa un capannello di deputati seduti in cortile a Montecitorio rifletteva sui possibili scenari siciliani.
Nessuno dei parlamentari grillini faceva mistero di quanto sia difficile la sfida sull’isola. Lo stesso Alessandro Di Battista, reduce dal tour siciliano, osservava: “Non diamo nulla per scontato, non abbiamo la vittoria in tasca, ce la dobbiamo mettere tutta ma è difficile”.
L’entusiasmo dei primi tempi si è affievolito, alla luce anche della candidatura di Nello Musumeci, supportato da tutta la destra, dal centrodestra e da pezzi centristi.
E mentre i pragmatici sperano nel grande slancio che solo Italia 5 Stelle può dare, gli ortodossi che non hanno incontrato Grillo chiuso per due giorni in hotel a Roma, aspettano il 5 novembre, giorno delle elezioni siciliane, per giudicare il lavoro di cui che diventerà il nuovo capo politico, cioè Luigi Di Maio.
(da “Huffingtonpost”)
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