MA RENZI HA GIÀ DECISO TUTTO CON VERDINI PER CONTO DI BERLUSCONI
IN SENATO SI DISCUTE A VUOTO FINO A DOMANI… E IL PADRE DEL PORCELLUM CALDEROLI DICE: “IO RELATORE? COME DARE LA PISTOLA A UN SERIAL KILLER”
Aula di Palazzo Madama, ore 11. Comincia la discussione sulla riforma del Senato e sul Titolo V. Prova ad imprimere un po’ di solennità la relatrice, Anna Finocchiaro. Ma in realtà è l’intervento del correlatore, Roberto Calderoli, quello che meglio descrive l’atmosfera complessiva: “C’è voluto coraggio a dare l’incarico di relatore di maggioranza a me. È stato come dare una pistola carica in mano a un serial killer e sperare che non facesse una strage”. Voti importanti quelli della Lega. E garantiti da uno come Calderoli, il padre del Porcellum. Strategie, trattative coperte, giochi di visibilità , da parte dei senatori.
Spregiudicatezza e determinazione ad arrivare al risultato ad ogni costo, da parte di Matteo Renzi.
Ecco il clima in cui si sta facendo la “grande” riforma costituzionale.
Il gioco è pericoloso, la potenza messa in campo dal governo massima.
Va liscio il primo voto sulle pregiudiziali di costituzionalità . Ma in Senato gli iscritti a parlare sono 124, il termine per gli emendamenti viene spostato dalle 13 a stasera alle 20.
Se ne annunciano centinaia, alcuni scivolosi. Anche perchè in realtà sono pochissime le modifiche che verranno accolte. Il patto del Nazareno è blindatissimo.
E non ammette deroghe. Domenica Matteo Renzi al Corriere della Sera si scagliava contro gli oppositori: “Vogliono salvarsi l’indennità ”.
Ieri lo stesso quotidiano pubblicava una serie di simulazioni, secondo le quali con qualsiasi sistema elettorale si andrà al voto (dal Consultellum, all’Italicum) il Pd di Renzi stravincerà . Simulazioni che sarebbero contenute in un dossier di Denis Verdini, che viaggia tra i tavoli del Nazareno e quelli di Palazzo Grazioli.
Il patto è saldissimo, le proteste sono inutili oggi e lo saranno pure domani sulla legge elettorale, e nessuno ha nè il peso, nè l’autorità per mettersi di traverso: ecco il messaggio che Palazzo Chigi vuole mandare ai dissidenti, veri o aspiranti tali.
Pronto a scommettere che non ci saranno sorprese.
Però, le fronde trasversali resistono. E il voto finale a Palazzo Madama slitterà ancora: si inizia domani pomeriggio, forse giovedì mattina.
Si dovrebbe finire a inizio settimana prossima. “Entro il 2014 la legge elettorale, nel 2015 le riforme istituzionali”, detta i tempi Renzi.
Avrebbe voluto chiudere giovedì, prima della sentenza della Corte di Appello su Berlusconi nel processo Ruby (prevista per venerdì).
In questi giorni, si moltiplicano le voci in favore di un’assoluzione dell’ex Cavaliere. Che — come chiarisce il Mattinale — aiuterebbe le riforme: “Berlusconi innocente, Berlusconi riformatore. Le due cose vanno insieme. Renzi la smetta di tenere separati i due campi”.
Non a caso, dunque, “non c’è spazio per modifiche sostanziali”, andavano ripetendo i senatori, con sfumature di impotenza o di soddisfazione, a seconda dello schieramento
Stamattina si riunirà il gruppo Pd (senza Renzi) e si voterà : non sui singoli contenuti, ma sull’impianto generale.
Un modo per provare ancora una volta a mettere all’angolo i dissidenti. Stasera il segretario-premier vedrà i suoi parlamentari. Oggetto: i 1000 giorni. Memento mori. Anche Berlusconi riunisce i gruppi: medesima esigenza, di stoppare i Minzolini e i Fitto
A qualche modifica, comunque, si lavora.
Prima di tutto sull’elezione del presidente della Repubblica : per adesso la base è costituita dai parlamentari e dopo 9 scrutini, basta la maggioranza semplice. Ieri Gotor (Pd, bersaniano) capitanava una raccolta di firme per aggiungere anche gli europarlamentari.
Qualche modifica ci potrebbe essere in tema di poteri. Il gioco che sta cercando di condurre Calderoli: più poteri alle Regioni, meno allo Stato. Renzi ha detto il contrario, e in Aula i senatori del Carroccio sono stati molto critici. Conseguente preoccupazione della Boschi.
Il vero nodo resta l’elettività . Che infatti si vota subito.
Prima della sentenza Ruby, e prima dell’incontro con i Cinque Stelle. In una lettera tranchant Renzi si è detto disposto a vedere il Movimento giovedì o venerdì.
Rintuzzando le critiche in tema di elettività . È su questo che si peserà la ribellione: sono in 16 i Dem dissidenti, una ventina di Forza Italia, 4 di Ncd.
Possibilista il premier sull’immunità , nella stessa lettera ai grillini: modifica possibile, ma solo se non servono particolari forzature.
Tra gli emendamenti, in particolare, “sensibile” quello che riduce il numero dei deputati, con firme trasversali. “Su questo il governo potrebbe andare sotto”, profetava Felice Casson.
Il che vuol dire correzione della Camera e immediata necessità di una lettura in più, rispetto alle quattro previste.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply