MA SIAMO SICURI CHE LA SUPER-BOMBA NON SIA UNA PATACCA? L’ORDIGNO BUNKER BUSTER GBU-57 MOP, L’UNICA ARMA IN GRADO DI DISTRUGGERE IL SITO NUCLEARE SOTTERRANEO DI FORDOW, IN IRAN, NON È MAI STATO UTILIZZATO IN MISSIONI OPERATIVE
NEL 2017 TRUMP ORDINÒ DI SGANCIARE LA SUA “SORELLA MINORE”, CHIAMATA “MOAB” (“MADRE DI TUTTE LE BOMBE”) SUGLI ACCAMPAMENTI DELL’ISIS-K IN AFGHANISTAN
È una vicenda drammaticamente paradossale. L’intervento americano nel conflitto scatenato da Israele contro l’Iran è incardinato intorno a una singola arma, le cui prestazioni sono ritenute indispensabili ma sulla cui reale efficacia esistono perplessità tali da avere spinto più volte Donald Trump a chiedere garanzie ai generali incaricati di preparare i piani di guerra.
Stiamo parlando della superbomba GBU-57 MOP, acronimo che significa Massive Ordnance Penetrator e indica la sua natura di ordigno potentissimo che buca qualsiasi bunker.
Si tratta di un oggetto infernale, lungo oltre sei metri e pesante più di tredici tonnellate: dopo avere penetrato sessanta metri di cemento, fa scoppiare una carica di 2.300 chili di esplosivo polimerico che demolisce gallerie e tunnel con un effetto simile a un terremoto.
È l’unica bomba che teoricamente può cancellare i laboratori di Fordow […]: lì si trovano le centrifughe che arricchiscono l’uranio trasformandolo nell’ingrediente per realizzare una testata nucleare.
Gli israeliani non possiedono armi in grado di spazzare via questa fortezza di roccia mentre il Pentagono dispone di 19 bombardieri stealth B2 ciascuno in grado di scagliare due Mop: finora i grandi aerei a forma di pipistrello non sono stati rischierati sull’isola di Diego Garcia, ma possono comunque colpire Fordow decollando dagli Stati Uniti.
Il problema è che la BGU-57 non è mai stata utilizzata in missioni operative e Trump ha già toccato con mano quanto i proclami dei generali possano essere ingannevoli: nel 2017 ha ordinato di sganciare la sua sorella minore, chiamata “Moab” ossia “Madre d tutte le bombe” sugli accampamenti dell’Isis-K in una vallata tra i monti dell’Afghanistan settentrionale.
Si materializzò una colonna di fuoco simile a quella di Hiroshima ma danni molto contenuti: si stima che vennero uccisi 36 terroristi e distrutte un paio di grotte.
D’altronde anche la Mop è figlia di un fallimento: il progetto fu deciso nel 2002, dopo che gli americani avevano tirato di tutto sulle caverne afghane di Tora Bora dove si era asserragliato Osama bin Laden senza intaccare il covo del leader di Al Qaeda.
E l’anno dopo, durante l’invasione dell’Iraq, anche i rifugi sotterranei di Saddam Hussein hanno dato filo da torcere alle squadriglie statunitensi.
La Mop è stata concepita per non ripetere gli errori del passato, con l’intento di realizzare la “spacca-bunker” definitiva. Intorno al 2020, quando è stato chiaro che il suo impiego più probabile sarebbe stato l’assalto a Fordow e alle altre centrali sotterranee che alimentano i piani nucleari degli ayatollah, ne è stata realizzata una versione su misura, che promette di far collassare anche le gallerie nel ventre della montagna.
In realtà — stando a quanto ha scritto il Guardian — il generale Michael Kurilla, comandante delle forze Usa in Medio Oriente, avrebbe sottoposto al ministro della Difesa Pete Hagseth pure l’ipotesi di utilizzare una bomba nucleare tattica, come l’ultimo modello delle B61 da poco trasferite pure in Italia.
Ma il ministro non se la sarebbe sentita di presentare l’eventualità a Trump: nelle riunioni di mercoledì alla Casa Bianca si è discusso soltanto della Mop, replicando ai dubbi presidenziali con l’eventualità di sganciarne parecchie, non meno di sei-otto, per essere sicuri di mettere fuori uso la fucina atomica degli ayatollah
per un lungo periodo di tempo.
L’Us Navy avrebbe cercato di proporre un’alternativa: i nuovissimi missili cruise Tomahawk Block V.
Sin dalla “Tempesta nel Deserto” del 1991 sono lo strumento classico delle campagne americane, scagliati in quasi 1.500 esemplari contro Iraq, Siria, Sudan e Libia e l’ultima versione JMEWS è stata dotata di una testata penetrante. La flotta che si sta posizionando intorno all’Iran ne imbarca oltre trecento: il solo sottomarino USS Georgia ne ha ben 154 pronti al lancio. E in fondo era anche con queste armi che nel film “Top Gun Maverick” veniva compiuto il raid contro una base della Repubblica islamica identica a Fordow.
(da agenzie)
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