MARGELLETTI: “PIANIFICAZIONE, EFFETTO SORPRESA E INTELLIGENCE: COSI I PALESTINESI HANNO COSTRUITO L’11 SETTEMBRE ISRAELIANO”
L’ESPERTO GEOPOLITICO: “ECCO PERCHE’ E’ L’INIZIO DI UN NUOVO CONFLITTO”
Il bilancio del conflitto che si è aperto questa notte tra Palestinesi e israeliani, con un attacco a sorpresa da parte dei terroristi di Hamas, ha proiettato nuovamente il Medio Oriente in un contesto di guerra. Andrea Margelletti, esperto analista geopolitico spiega come sia stato possibile che le forze palestinesi siano state in grado di cogliere di sorpresa i servizi israeliani.
Professore, Israele che ha uno degli eserciti più forti al mondo e servizi tra i più preparati e addestrati è stata colta letteralmente di sorpresa, come è stato possibile?
«Partiamo da un presupposto: quando i problemi non sono risolti non è che se ne vanno via da soli. Era inevitabile che le tensioni si ripresentassero e che il conflitto riesplodesse. Quanto a ciò che è accaduto questa notte la questione è semplice: abbinando effetto sorpresa ad un’attenta pianificazione, il risultato è stata un’altra Pearl Harbor o, per citare un altro esempio, un altro 11 settembre. In sintesi: le tensioni mancavano da tempo, ci sarà stata una naturale rilassatezza dei controlli e dall’altra parte una pianificazione dettagliata che è stata preparata con largo anticipo. Non hanno inventato nulla, accade dalla notte dei tempi».
Ora chi farà la prossima mossa? Che cosa prevede che accadrà?
«Questo è molto interessante da capire, nei prossimi giorni e settimane vedremo come si muoveranno le parti. Ma qui il problema è soprattutto politico: Israele ha un esercito tra i più potenti al mondo, volendo potrebbe spazzare i palestinesi in un attimo ma non dimentichiamoci che l’esercito israeliano non può ignorare determinate restrizioni, tipiche dei paesi democratici. Gli uomini di Hamas, invece, sono terroristi e per loro non valgono le regole tipiche della democrazia».
Come è stata studiata la pianificazione di Hamas nell’attacco odierno?
«Studiando attentamente, per anni, i ritmi delle sentinelle israeliane, i vari ruoli, lo scenario in maniera attenta e cercando, ovviamente, i punti deboli da usare».
Perché proprio adesso?
«Le motivazioni che hanno portato i terroristi ad attaccare sono diverse, ma la più importante, a mio avviso, è legata agli accordi di Abramo, una dichiarazione congiunta tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, raggiunta il 13 agosto 2020 e che portano a normalizzare i rapporti e le relazioni diplomatiche tra Israele e un gruppo di Paesi Arabi. Un eventuale duro attacco anti-sciita farebbe il gioco, ad esempio, dell’Iran, paese vicino ad Hamas e che, non a caso, avrebbe fornito ai terroristi i razzi usati in questo attacco. E se Israele agisse contro la popolazione sunnita in modo massiccio, a questo punto, porterebbe alcuni paesi arabi a rimettere in discussione gli accordi firmati».
(da La Stampa)
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