MARINE LE PEN, SOTTO PROCESSO PER L’AFFARE DEGLI ASSISTENTI PARLAMENTARI (RISCHIA CINQUE ANNI DI CARCERE E L’INELEGGIBILITÀ) SI PREPARA A FAR SALTARE IL GOVERNO (CHE SI REGGE SULL’ASTENSIONE DEL FRONT NATIONAL)
LA LEGGE DI BILANCIO PRESENTATA DA BARNIER, CHE PUNTA A RISOLLEVARE LE FINANZE DISASTRATE DELLA FRANCIA, CONTIENE ALCUNE MISURE (COME IL RINCARO DELLA BOLLETTA) CHE LA ZARINA SOVRANISTA GIUDICA INACCETTABILI
Arriverà o no a Natale, il governo Barnier? E se nel crollo porterà con sé la legge di bilancio, come è quasi certo, sarà una catastrofe senza precedenti per l’economia, o il Paese sarebbe in grado di sopportarlo?Sono ore delicate per la Francia, che sente aumentare le voci di un imminente caduta del premier Michel Barnier, a neanche tre mesi dal suo insediamento a Matignon.
Tutto dipende da quel che deciderà Marine Le Pen, la capogruppo del Rassemblement national, peraltro a sua volta in posizione difficile perché sotto processo per l’affare degli assistenti parlamentari (rischia cinque anni di carcere e l’ineleggibilità).
Il governo Barnier si regge sui voti della destra gollista, dei macronisti o quel che ne resta, e sull’astensione benevola dei 125 deputati RN, primo partito all’Assemblea nazionale. Marine Le Pen ha assicurato a Barnier il suo appoggio esterno a patto di essere ascoltata su tre priorità: potere d’acquisto, immigrazione, legge proporzionale.
Il progetto di legge di bilancio presentato da Barnier, che punta a risollevare almeno in parte le finanze disastrate della Francia, contiene alcune misure — per esempio l’aumento delle tasse sull’energia elettrica, e quindi il rincaro della bolletta per tutti — che Marine Le Pen giudica inaccettabili.
Da giorni la leader RN lamenta poi di non essere stata consultata a sufficienza, e il colloquio di lunedì mattina con il premier non è servito: «Barnier resta sulle sue posizioni», ha detto delusa Le Pen, che quindi si dice pronta a schiacciare il bottone che distruggerà il governo, ovvero votare la mozione di censura già annunciata dalla coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire.
Le voci della maggioranza dipingono scenari apocalittici, associando la caduta del governo e la bocciatura della legge di bilancio a una sorta di «rischio Grecia» per la Francia, con lo spread alle stelle, la fuga degli investitori e il caos economico oltre che politico.
Marine Le Pen è un bivio: se fa cadere il governo, rischia di vanificare mesi di sforzi, spesi a mostrarsi leader responsabile e moderata; se salva Barnier rischia di deludere il suo elettorato, che secondo i sondaggi vorrebbe staccare la spina. Per questo cerca di essere rassicurante: un fine anno senza bilancio non sarebbe un dramma, basterebbe prorogare quello 2024.
Grande nervosismo nelle stanze del potere: secondo il Parisien lunedì scorso Macron avrebbe detto davanti a più testimoni «Il governo cadrà. Le Pen voterà la censura, e prima di quanto si pensi».
L’Eliseo smentisce, il Parisien conferma. E secondo molti, tra cui Jean-François Copé, vecchio leader gollista, «la caduta del premier Michel Barnier non potrebbe che trascinare con sé quella del presidente Emmanuel Macron».
(da agenzie)
Leave a Reply