MARONI METTE IL SIGILLO: “ZAIA SEGRETARIO E FEDERAZIONE CON FORZA ITALIA”
CUOR DI LEONE ZAIA RESTA COPERTO: “MI DEVO OCCUPARE DELLA MIA REGIONE”
A poco a poco, il nome del possibile nuovo leader viene a galla. Roberto Maroni, dopo il benservito di ieri a Matteo Salvini oggi va oltre l’identikit generico già tracciato sul nuovo possibile segretario.
E lo mette nero su bianco per nome e cognome: Luca Zaia.
E sul Foglio – come fatto già ieri – scrive: «Dopo il voto di domenica (che ha visto la Lega in evidente difficoltà) è partita in quasi tutte le sezioni la richiesta di un congresso straordinario, per eleggere un nuovo segretario al posto di Salvini. Io saprei chi eleggere, l’ho già detto, non vorrei fare nomi ma forse può essere utile farne uno per capire di cosa si sta parlando. Un indizio: è un governatore. Un profilo: quello di Luca Zaia».
E prosegue: «Al consiglio federale della Lega – sottolinea l’ex ministro dopo un lungo ragionamento – convocato da Salvini, non si è fatto alcun cenno al congresso federale, anche se la segreteria di Salvini scade proprio nel 2022. Detto questo, i nostri politici sembrano fregarsene di ciò che è successo. Ma di fronte a queste difficoltà mostrate dai due alleati di Meloni, Forza Italia e Lega, come se ne può uscire? Cosa si può fare? Che progetto potrebbe avere un nuovo segretario della Lega? Io un’idea ce l’ho: far nascere una federazione tra Forza Italia e la Lega. Mi sembra una cosa buona e giusta, visti i tempi che corrono nella politica di oggi. E nella sua piuttosto modesta (e uso un eufemismo) classe politica».
Insomma, step by step la doppia proposta è sul tavolo: federazione e guida del carroccio a Zaia. Del resto, se c’è un governatore che in Italia ha raccolto il 76,8% di consensi nelle ultime regionali è proprio lui; e chi meglio di lui che trasversalmente ha ottenuto così tanti voti può guidare una nuova federazione?
Insomma, l’idea di Bobo Maroni allarga il perimetro del carroccio: consenso e strategia. Zaia, naturalmente apprezza ma si schernisce: lui resta fedele al Veneto e agli obiettivi politici che ha tracciato per la sua regione.
Tant’è che oggi, a margine di un incontro a Trieste, a chi chiede notizie sul suo orizzonte politico ribatte subito: «Ma che staffetta». Non c’è nessuna staffetta tra me Salvini e Fedriga.
«Massimiliano è un bravissimo governatore, io spero – ma so che lo vuol fare – che si candidi ancora e ci sarà un’altra occasione di governo da parte di una persona perbene di questa magnifica regione». Poi aggiunge: «Io ministro?…». «Questa domanda – risponde ai cronisti – me la fate ogni volta che si va a votare. Sono passato da commissario europeo candidato, ministro, eccetera. Io mi devo occupare del Veneto. Se io mollassi il Veneto, significherebbe che molti dei progetti rischierebbero di non vedere la luce. E c’è uno fondamentale per noi che si chiama autonomia». E non approvarla – spiega il Presidente del Veneto – «equivarrebbe a prendere in giro i cittadini».
(da agenzie)
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