MASSIMO CACCIARI: “I CAPOCCIA FANNO MURO, MA PD E M5S DEVONO UNIRSI”
“HANNO COSTRUITO UN REGIONALISMO INSENSATO, COSI’ I PARTITI PAGANO LA LORO CRISI”
Il filosofo e professore che è stato anche sindaco di Venezia e parlamentare sbuffa, dall’altra parte del telefono: “Hanno costruito un regionalismo insensato, e questa è una delle cause della situazione attuale. Ma la ragione di fondo è sempre la crisi dei partiti e quindi della politica, su cui si sono ormai scritte intere biblioteche”. Massimo Cacciari parte da qui, rispondendo sullo stallo nella scelta dei candidati in molte regioni, innanzitutto a sinistra.
I partiti hanno difficoltà a chiudere le intese sui nomi, perché in molte realtà locali sembrano sotto schiaffo dei vari presidenti. Condivide?
La prima causa è sempre quella, la crisi della forma partito. Senza grandi partiti di massa, la democrazia non funziona. Possono dire ciò che vogliono, ma questo è un dato di fatto. In Italia questa crisi si manifesta in modo più drammatico che in altri Paesi, ma il fenomeno è notoriamente diffuso a livello internazionale.
I maggiori nodi sembrano per il centrosinistra, no? Guardi la Campania, con Vincenzo De Luca sempre in trincea.
Mah, rispetto a qualche tempo fa le opposizioni sembrano andare un po’ meglio. I due principali partiti, Pd e Cinque Stelle, sembrano finalmente aver capito che devono stare assieme. Elementare Watson, verrebbe da dire. Non basta per costruire
una coalizione, però è un qualcosa da cui partire.
Però ora devono trovare le intese a livello regionale, ed è tutto molto complicato. Pensi anche alla Toscana, e alle tensioni sul presidente uscente, Eugenio Giani.
È evidente che, appena scendi dal livello nazionale a quello regionale e comunale, i vari capoccia locali ostacolano questa idea di coalizione, perché prevalgono altre logiche. Le difficoltà si moltiplicano. Del resto i 5Stelle non potrebbero mai votare De Luca, come il Pd non potrebbe mai sostenere alcuni potenziali candidati del Movimento.
I presidenti sono troppo forti?
Lo ripeto, il modo in cui sono state costruite le Regioni è del tutto sbagliato.
Sia Pd che 5Stelle sono contrari a cambiare la regola dei due mandati per i presidenti regionali. Hanno ragione?
Assolutamente sì: per le regioni come per le città metropolitane bisogna avere regole che garantiscano un ricambio. Poi se nelle piccole città volessero un cacicco a vita, per me potrebbero pure farlo.
I dem hanno candidato nelle Marche un europarlamentare, Matteo Ricci, e con ogni probabilità ne presenteranno un altro in Puglia, Antonio Decaro. Vede problemi di opportunità?
Per me dovrebbe essere vietato. Se ti candidi come europarlamentare, una volta eletto dovresti completare il mandato, anche perché si prendono dei voti per andare in Europa. Va presa come una cosa seria? Per me la risposta è sì.
Difficoltà, ostacoli, contraddizioni. Però lei vuole pensare positivo, per i progressisti…
Qualche anno fa i Cinque Stelle erano al governo con la Lega, non so se ce lo ricordiamo.
Si sono evoluti?
Certo, hanno capito che solo sull’onda della protesta non si va a
nessuna parte. Sono cambiati, e per questo hanno perso anche voti. Ma io dico bene, bravi.
E Elly Schlein? Sta effettivamente rinnovando il Pd, come aveva promesso di fare?
Per ora il rinnovamento è solo nella narrazione che porta avanti. Non vedo ancora la costruzione di un “partito nuovo”. Bisogna attenderla alla prova dei passi successivi.
Battersi per costringere De Luca a fare un passo di lato non è una dimostrazione sufficiente?
Se il centrosinistra vincerà le elezioni in Campania, avrà superato la prova. Dovesse perderle, le minoranze del Pd saranno pronte a presentarle il conto, e sarà un bel problema. Massimo D’Alema e Walter Veltroni si dimisero dopo aver perso le Regionali. Però i Cinque Stelle devono aiutarla, sostenerla.
Mettiamo che le Regionali andassero bene per le opposizione. Da dove dovrebbe (ri)partire la costruzione di un campo progressista?
In quell’area non c’è accordo su alcun punto di politica estera. Ma quel campo non si può costruire senza innanzitutto affrontare in modo unitario il tema della guerra.
Bell’ostacolo, professore…
Non si può prescindere da questo. Tutta la sinistra europea è collassata, su questo tema. Ma questo è un punto centrale.
(da ilfattoquotidiano.it)
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