MATTARELLA E QUELL’ACCENTO SULLA LEGALITA’ CHE DOVREBBE FAR RIFLETTERE LA DESTRA ITALIANA: “EVASIONE INACCETTABILE”
UN MESSAGGIO POCO POLITICO MA CHE RIPORTA ALLA REALTA’ DEL PAESE
Le ricadute della crisi, la disoccupazione, il terrorismo, l’immigrazione, l’inquinamento… Ci sono quasi tutte le emergenze di questo passaggio verso il 2016, cruciale per una ripartenza del Paese, nel messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un messaggio poco politico (anche se, si sa, tutto è politica) e molto attento invece alla vita concreta delle persone, nel tentativo di infondere comunque fiducia.
Questioni affrontate – in un monologo colloquiale durato meno di venti minuti – con quella sensibilità sociale che fa parte della formazione umana e intellettuale di Sergio Mattarella.
Diversi gli spunti che lo dimostrano.
Un esempio. Quando parla del lavoro che manca, problema acutissimo per i giovani di ambienti svantaggiati e specialmente al Sud, il capo dello Stato ricorda, sia pur senza evocarla, la paralisi di quella «mobilità sociale» che negli anni Sessanta/Settanta aveva consentito l’accesso all’università , all’epoca non costosa quanto oggi, a milioni d’italiani fino ad allora esclusi.
Effetto di una crisi ancora non risolta, anche se “le prospettive appaiono favorevoli».
Nella stessa prospettiva di tenere insieme la trama sociale di un Paese che resta comunque in difficoltà va letta la sua dura denuncia dei guasti provocati dall’evasione fiscale e contributiva. Un danno che da solo vale 7 punti e mezzo di Pil, cioè, secondo l’inedita citazione di uno studio di Confindustria, «più di trecentomila posti di lavoro».
Ecco: la ripresa dovrebbe offrire per lui strumenti nuovi per affrontare dossier dolenti come questo o come la tutela dell’ambiente o, perfino, la minaccia portata dal terrorismo fondamentalista.
Un approccio diverso serve poi a proposito delle continue ondate di flussi migratori, che per il presidente vanno «governati» con un sano equilibrio.
Vale a dire: con spirito di «accoglienza», ma anche «con rigore». Distinzione non da poco, dati gli estremismi che ormai quotidianamente si accavallano, nell’approccio con questo dramma epocale.
Aspri i riferimenti alla «questione morale», riaperta dai recenti scandali, con inquinamenti mafiosi pure nella sfera politica.
La legalità , del resto, si delinea ormai come l’autentica mission di questo settennato, se non altro perchè il capo dello Stato sente di poter esprimersi a nome della «quasi totalità dei nostri concittadini… che credono nell’onestà e pretendono correttezza».
Anche, è la sua puntualizzazione, severa e fortemente politica, «da chi governa, a ogni livello».
Marzio Breda
(da “il Corriere della Sera”)
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