MELONI E I MILLE NUOVI ASSUNTI NEI MINISTERI AMICI
CENTINAIA DI FUNZIONARI IN PIU’ NONOSTANTE LE CRITICHE DELLA RAGIONERIA DI STATO… UN TEMPO LA MELONI LO AVREBBE CHIAMATO “POLTRONIFICIO”, ADESSO LO FA LEI
Giorgia Meloni, da leader dell’opposizione, lo avrebbe chiamato “poltronificio” e avrebbe sguinzagliato i suoi tempestando le Camere di interrogazioni parlamentari.
Ora che la leader di Fratelli d’Italia è al governo d’improvviso le infornate last minute diventano un modo per coprire le “storiche carenze di organico” nei ministeri.
Nella legge di Bilancio approvata giovedì scorso in via definitiva dal Senato, infatti, sono stati inseriti all’ultimo minuto diversi emendamenti governativi che prevedono nuove assunzioni nei ministeri più cari a Meloni: circa un migliaio di nuovi funzionari.
Tutto questo in un momento nel quale, come ha raccontato Il Fatto il 23 dicembre scorso, i ministeri non riescono a fare i concorsi e prorogano le assunzioni alla chetichella nel decreto Milleproroghe di fine anno.
Ad usufruire dell’infornata della legge di Bilancio però non sono proprio tutti i dicasteri. Nella manovra, guarda caso, sono previste nuove assunzioni solo in quei ministeri guidati dai fedelissimi della premier: il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare di Francesco Lollobrigida, quello della Difesa di Guido Crosetto, il ministero delle Imprese e del Made in Italy di Adolfo Urso fino all’infornata di nuovi funzionari ai ministeri di Economia e Esteri guidati da Giancarlo Giorgetti e Antonio Tajani, due ministri che ormai rispondono più alla premier che ai rispettivi leader di Lega e Forza Italia.
Il caso più emblematico è proprio quello del ministero di Lollobrigida, cognato della presidente del Consiglio. Con un solo emendamento del governo presentato da Giorgetti nella notte tra il 18 e il 19 dicembre, il ministero dell’Agricoltura potrà assumere 300 nuovi funzionari a tempo indeterminato che andranno a incrementare l’organico dell’Ispettorato che deve controllare le frodi sul made in Italy.
Per questo, sono stati stanziati 23 milioni nei prossimi due anni, oltre ai due per i concorsi. Inoltre vengono stanziati altri tre milioni per aumentare le indennità del personale del ministero.
Uno stanziamento su cui anche la Ragioneria Generale dello Stato – attaccata da Fratelli d’Italia per aver “boicottato il governo” sulla manovra – ha criticato l’esecutivo: l’aumento delle indennità, scrivono i tecnici del Tesoro nel parere inviato al Parlamento, “non essendo inserita in un contesto di adeguamento generalizzato sulla base di parametri definiti, è foriera di generare o ampliare disparità di trattamento rispetto ad altri Ministeri, con verosimili onerose richieste emulative da parte di quest’ultimi”. Ma Lollobrigida si difende così: “Non è un poltronificio – ha detto – le assunzioni servono a difendere i prodotti italiani”.
Anche il ministero della Difesa di Crosetto potrà stare tranquillo. La norma inserita in legge di Bilancio aumenta di 116 persone il numero di ufficiali da collocare in soprannumero a cui si lega un comma che permette di nominarli nell’ufficio di diretta collaborazione del ministro: quindi senza alcun concorso. Si passa anche da 10 a 15 ufficiali dell’Arma dei Carabinieri. Costo: 11,5 milioni.
Più o meno uno stesso emendamento c’è anche per il ministero delle Imprese del meloniano Urso, che potrà contare su 15 nuovi funzionari. Numeri più alti per l’Economia e gli Esteri. L’articolo 130-quater della manovra permetterà di aumentare di 150 unità le aree “funzionari” e “assistenti” della Ragioneria dello Stato (spesa di 1 milione di euro). Tajani invece potrà contare su 520 nuove assunzioni, di cui 400 funzionari e 120 assistenti.
L’altro ministro che può esultare dopo l’approvazione della legge di Bilancio è il Guardasigilli Carlo Nordio: per fronteggiare “la grave scopertura degli organici negli uffici giudiziari”, a partire dal 2024 il ministero potrà assumere 800 persone per una spesa totale di 40 milioni fino al 2025.
(da Il Fatto Quotidiano)
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