MINACCE LEGHISTE A TOSI E ALLA SUA COMPAGNA: “VI PRENDIAMO A CALCI IN BOCCA”
IL RAFFINATO PRESIDENTE DEL CONS. PROV. DI TREVISO: “NON FATEVI VEDERE A TREVISO”… TOSI REPLICA: “QUALCUNO HA PAURA E SI STA INNERVOSENDO”
Dopo la discesa in campo di Flavio Tosi è il giorno dei veleni e delle minacce.
Sono passate solo poche ore da quando, sul palco di Veronafiere, il sindaco ha annunciato, al grido di «corro per vincere», la sua candidatura alla presidenza del Veneto.
Una scelta che rompe molti equilibri.
E il nervosismo nelle file leghiste è palpabile. Tanto da spingere un esponente trevigiano del Carroccio, partito dal quale Tosi è stato cacciato, a lasciarsi andare a toni minacciosi e decisamente sopra le righe nei confronti dell’ex segretario della Liga Veneta.
E che non risparmiano nemmeno la sua compagna.
«Comunico al signor Flavio Tosi», afferma Fulvio Pettenà , presidente del Consiglio provinciale di Treviso, nel 2014 sospeso per sei mesi dal partito dall’allora segretario regionale, «che se tornerà ancora dalle nostre parti, lo prenderò a calci in culo, mentre mi premurerò di prendere a calci in bocca la signora Patrizia Bisinella».
Parole pesanti, riportate dalla Tribuna di Treviso, che travalicano i toni di una normale sfida elettorale e fanno presagire che, d’ora in avanti, il duello elettorale non sarà a colpi di fioretto.
Tosi, tuttavia, non impugna la sciabola.
«Altri potranno fare la campagna a calci in bocca e con la cattiveria, noi lo faremo in modo civile, pacato e determinato come sempre… Chi fa queste affermazioni dimostra solo nervosismo».
Il sindaco, il giorno dopo la sua discesa in campo, si dice «sereno». E sottolinea: «Lo sono sempre stato come impostazione personale e rimango sereno».
E al governatore uscente Luca Zaia che si dice «tranquillissimo, visto che ho la forza non dei sondaggi, ma del popolo veneto che ci dà vincitori», risponde con l’arma dell’ironia: «Nel popolo veneto c’è un detto che recita “chi si loda s’imbroda”».
«Sarà una campagna elettorale molto aperta e avvincente», assicura.
E fuori Verona troverà abbastanza sostenitori? «Ho la fortuna», risponde, «di avere una rete di rapporti personali su tutto il territorio veneto, che ho percorso in lungo e in largo per più di vent’anni, quindi non parto certo indietro, anzi». Zaia e Salvini sono avvertiti.
A Pettenà risponde anche Matteo Bragantini, deputato veronese fedele a Flavio Tosi. «Ignobili dichiarazioni» le definisce, «che sono un’esemplare dimostrazione di come la sua mancanza di equilibrio, cultura ed educazione lo rendano inadatto al suo ruolo», E il vice presidente del gruppo consiliare regionale Impegno Veneto, Luca Baggio, tosiano fuoriuscito dalla Lega, bolla le espressioni di Pettenà come «offensive, disgustose e inaccettabili che vanno condannate una volta di più soprattutto perchè rivolte a una donna».
(da “L’Arena”)
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