MONTI TRADISCE IL SUO ELETTORATO: NON TROVA SCANDALOSA LA GRAZIA AL CAVALIERE
IL PD TIENE DURO SUL RICORSO ALLA CONSULTA, PUR CON QUALCHE DEFEZIONE
Il pressing delle colombe del Pdl è insistente. E la linea chiara: prendere tempo affidando alla Corte costituzionale il ricorso sulla legge Severino.
Con l’obiettivo di rimandare la decadenza del senatore Silvio Berlusconi.
Lo scenario non dispiace ai supporter più accaniti delle larghe intese, ma non convince il Pd.
«Non è la nostra linea, l’ha chiarito anche Epifani a Repubblica », assicura il viceministro Stefano Fassina.
Difficile, d’altra parte, giustificare un rinvio di mesi senza pagare un prezzo troppo alto sull’altare della stabilità di governo. Perchè un conto è concedere qualche giorno per rispettare il diritto di difesa, altro rinviare così il momento della verità .
Mario Monti, intanto, sul Foglio apre all’ipotesi di grazia per l’ex premier: «I casi eccezionali vanno affrontati con provvedimenti d’eccezione, ad esempio la grazia, che non troverei affatto scandalosa proprio per il ruolo che Berlusconi ha avuto »
Qualche crepa nell’edificio democratico, comunque, si intravede.
Il primo a uscire allo scoperto, proponendo un break per dare spazio alla Consulta, è stato sabato scorso Umberto Ranieri. Indicato, in passato, come vicino alle posizioni del Quirinale. Ieri, poi, in un’intervista al Corriere della Sera è toccato a Luciano Violante – chiamato dal Colle nel comitato dei saggi – non escludere la strada del ricorso. Gelida, però, la reazione dei vertici dem
Fassina non le manda a dire: «Violante è autorevole esperto e giurista, ma certo non rappresenta la posizione del Pd».
Secondo il viceministro la trincea è pronta a reggere al fuoco dei berlusconiani: «Non mi risulta che ci siano differenze rispetto alla linea di Epifani, c’è un’assoluta convergenza». Nessun cedimento al Cavaliere, insomma, in nome della stabilità .
Certo, l’ala governativa di Pd e Pdl ragiona da settimane sui vantaggi immediati di un ricorso alla Consulta.
E dal quartier generale azzurro Maria Stella Gelmini invita i falchi Pd alla “conversione”.
Nessuno, però, si spinge ancora fino a difendere la tesi dello scambio. Al massimo, l’appello è a valutare ogni strada percorribile. Come fa un lettiano doc, il senatore Francesco Russo: «Non ho le competenze giuridiche – premette – ma è certo che il Pd non farà nulla contra legem. Non sarà accondiscendente verso Berlusconi, ma non negherà tutti gli spazi di difesa».
Molto, sostiene, dipenderà da cosa «diranno i giuristi».
E poi, ricorda, esiste anche il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo promossa dai berlusconiani. In ogni caso, «nessuno vuole far apparire che si porti avanti una forzatura»
In Giunta per le immunità , però, tira un’aria ben diversa.
Sentite il capogruppo Felice Casson: «Non c’è possibilità di un ricorso alla Consulta. Questo perchè nel sistema costituzionale se una legge non va bene è il Parlamento a rifarla, non delega a un altro organo. E poi la giunta è un organo para-giurisdizionale, di nomina politica. Non un organo giurisdizionale».
Non c’è spazio per ulteriori dilazioni, assicura l’esponente dem.
La strada per ulteriori distinguo è insomma sbarrata: «Dal segretario nazionale al segretario dell’ultimo circolo del Pd c’è compattezza. Anche se il Pdl cercherà di tutto – dalla decadenza all’Imu – per far saltare il governo». E anche Stefania Pezzopane non immagina altro che un giudizio rapido sul Cavaliere: «Per noi è impensabile che la giunta faccia ricorso. E a inizio legislatura questa impossibilità è stata sostenuta con particolare attivismo dai membri del Pdl… «.
E si fanno sentire anche i giuristi.
Interviene ad esempio Cesare Mirabelli., ex presidente della Corte costituzionale «Non mi pare – afferma – che ricorra il presupposto di un ricorso alla Consulta. Dovrebbe in ogni caso essere l’Aula del Senato a sollevare la questione, e non la Giunta. Ma sarebbe singolare che a sollevare la questione sia lo stesso organo che ha approvato la legge e che potrebbe deliberarne la modifica».
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica”)
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