MOODY’S GELA RENZI: “POCHE ILLUSIONI L’ITALIA ANDRÀ LENTA”
CRESCITA DEL PIL 2016 SOLO DELL’1% “INSUFFICIENTE A FAR CALARE LA DISOCCUPAZIONE”
Minore crescita della Cina (unita alla svalutazione dello yuan), aumento dei tassi di interesse negli Usa, possibile uscita della Grecia dall’euro.
Sono questi i principali fattori di rischio che Moody’s vede per la crescita economica mondiale. Fattori esterni che peseranno anche sulla performance dell’Italia.
Nel 2016 la crescita economica dell’Italia si attesterà appena sopra l’1%, scrive Moody’s nel suo rapporto Global macro outlook.
Il Governo Renzi stima una crescita 2016 dell’1,4%.
Per l’agenzia di rating americana anche la crescita della Francia sarà intorno all’1% mentre quella dell’Eurozona in generale sarà di circa l’1,5% nel 2015 e nel 2016.
Per quest’anno invece Moody’s stima per l’Italia e per la Francia una crescita dell’1% o sotto tale soglia – sarà 0,7% secondo il Governo italiano.
I tassi di crescita di Italia e Francia, spiega l’agenzia “non saranno sufficienti a far calare la disoccupazione in modo significativo”.
L’Eurozona nel complesso, prosegue l’agenzia, trae benefici dall’euro debole e dai bassi prezzi del petrolio ma una volta che questi effetti si saranno “esauriti”, la crescita non supererà l’1,5% “per molti anni a venire”.
Moody’s spiega che al momento “non ci sono prove di un deciso aumento degli investimenti, della produttività e dell’occupazione” e che quindi “le riforme strutturali abbiano alzato il potenziale di crescita della regione”.
Moody’s mantiene la sua previsione sul Pil dei Paesi G20 al +2,7% per il 2015 e a circa +3% nel 2016, ma non prevede che la crescita torni a mostrarsi ai ritmi pre-crisi entro i prossimi cinque anni.
“La ripresa negli Usa e, in misura minore, dell’area euro e del Giappone saranno controbilanciate dal perdurante rallentamento della Cina, della crescita bassa o negativa in America Latina e da una ripartenza solo graduale della Russia dalla recessione dello scorso anno” si legge nel rapporto.
Per la Cina, Moody’s prevede una crescita del 6,8% quest’anno e del 6,5% l’anno prossimo per arrivare a un tasso attorno al 6% alla fine del decennio.
(da “Huffingtonpost“)
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