MUSK PREPARA LA DISCESA IN POLITICA CONTRO TRUMP? SU X HA LANCIATO UN SONDAGGIO PER LA CREAZIONE DI UNA NUOVA FORMAZIONE NAZIONALISTA E HA OTTENUTO LA RISPOSTA POSITIVA DI 5,6 MILIONI DI UTENTI
“IL POPOLO HA PARLATO. UN NUOVO PARTITO È NECESSARIO”. È PRONTO ANCHE IL NOME: “AMERICA PARTY” … LA FORMAZIONE DI MUSK È ACCREDITATA DI UN 15% DI CONSENSI
Elon Musk ha cancellato da X il post in cui giovedì, senza mostrare prove, aveva accusato Donald Trump di essere un pedofilo. Ma non è bastato a calmare le acque.
Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato la fine dei rapporti con l’ex alleato e lo ha minacciato: se Musk dovesse finanziare i candidati democratici che corrono contro i repubblicani, ha detto Trump parlando a Nbc News , «pagherebbe conseguenze molto gravi».
Il tycoon ha spiegato di non avere nessuna intenzione di ricucire il rapporto con Musk. «Ha fatto una cosa molto brutta — ha commentato — è stato molto irrispettoso. Non puoi mancare di rispetto alla presidenza». Quando gli hanno chiesto se ritenesse
concluso il rapporto, Trump ha risposto: «Presumo di sì».
La chiusura arriva nelle ore in cui molti si chiedono se davvero, come aveva suggerito lanciando un sondaggio su X, Musk stia pensando di fondare un proprio partito, di matrice nazionalista. L’80 per cento dei 5,6 milioni di votanti ha risposto sì alla domanda del miliardario sudafricano, che aveva chiesto ai suoi 220 milioni di follower se fosse arrivato il momento di creare un partito di centro. Il post è stato visto da oltre cento milioni di utenti. Il nome del potenziale nuovo partito, “America Party”, è stato suggerito dai follower. Musk ha sentenziato: «Il popolo ha parlato.
Un nuovo partito è necessario in America». Il gelo mostrato da Trump potrebbe spingere Musk ad accelerare il suo progetto politico.
L’ipotesi spaventa i repubblicani, perché il partito di Musk è accreditato di un 15 per cento di consensi, e andrebbe a pescare nel bacino di elettori non progressisti, con un nuovo effetto Ross Perot, il miliardario texano che si candidò da indipendente nel ’92, finendo per indebolire George W. Bush, battuto dal democratico Bill Clinton. Molti hanno lanciato appelli al miliardario sudafricano a ripensarci.
Il caso Epstein riguarda il finanziere morto in carcere nel 2019 dopo essere stato arrestato con l’accusa di aver creato un harem di ragazzine per soddisfare i piaceri sessuali dei suoi amici.
Musk ha suggerito che nel dossier ci fosse anche il nome di Trump — finora citato solo in un’agenda telefonica e nel registro di volo del jet privato di Epstein — e che la storia fosse stata insabbiataper non comprometterlo.
Trump sa che l’ombra sulla pedofilia è destinata a restare fino a quando il dipartimento di Giustizia non renderà pubbliche tutte le carte. La ministra Pam Bondi, fedelissima del presidente, aveva
annunciato il primo giorno del suo incarico che avrebbe desecretato tutti i documenti. Cento pagine erano state consegnate, in anteprima, a blogger e influencer di destra, che si erano fatti fotografare trionfanti, con i fogli in mano, fuori dalla Casa Bianca. Invece restano segrete altre duemila pagine.
L’accusa lanciata da Musk ha tolto un’arma alla base complottista Maga che da anni sosteneva come dietro la morte di Epstein — suicidio secondo l’Fbi, omicidio secondo i cospirazionisti — ci fossero i democratici, decisi a nascondere il coinvolgimento di big del partito e famosi donatori. Sostenerlo ora sarà più difficile.
(da agenzie)
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