MUSSOLINI E MELONI: I DUE CLONI DELLA DESTRA PORTABORSE
DUE MACCHIETTE: UNA VA IN EUROPA CON FISCHIETTO E TROMBETTA, L’ALTRA ORA HA SCOPERTO CHE SI PUO’ MANIFESTARE CONTRO IL PENSIERO UNICO, MA PER ANNI LE E’ ANDATO BENE QUELLO DI SILVIO
Per la serie “Non c’è limite al peggio” o se preferite “A destra non ci facciamo mancare nulla”, vanno in onda due sceneggiate su palcoscenici diversi: uno a Bruxelles, l’altro davanti a Palazzo Madama.
Protagoniste due note caratteriste della commedia dell’arte (di arrangiarsi e adeguarsi).
Manca la terza perchè impegnata in trasferta sulla via di Gramsci alla ricerca dell’Unità .
La prima, ormai snobbata dai media, è approdata al Parlamento Europeo dove per il cognome che porta riesce a fare ancora un minimo di audience.
Per “fare rumore” non ha trovato di meglio che rispolverare un vecchio kit dei mestieranti anni ’80 che andava di moda nelle assemblee di circoscrizione: fischietto e tromba da stadio rigorosamente tricolori.
Prendendosi sul serio poi riempie di contenuti politici la sua confereza stampa: “Per chiedere la parola prenderò il cartellino blu, come vuole il regolamento, se Schulz non mi vede tiro fuori il fischietto con la corda tricolore, e se non mi vede ancora la tromba da stadio, anche questa tricolore”.
Immaginiamo cosa potranno scrivere i media europei su come è ridotta la destra in Italia.
Meglio passare a Palazzo Madama davanti al quale un’altra “mente pensante” ha messo in fila i suoi figuranti per protestare contro un metodo, il “pensiero unico” nei partiti, divenuto nel caso “renziero unico” dopo approfondimento notturno con i suoi fratelli e sorelle.
“Vogliono riempire il Senato di cloni del premier, di consiglieri regionali che non rappresentano più gli italiani ma solo il potere di Palazzo Chigi” è il grido di allarme.
I figuranti indossano la maschera del premier, un bel selfie e “anche per oggi abbiamo fatto l’ora dell’aperitivo”.
Un passante rimane pensoso in un angolo a interrogare la propria memoria: ma quella “sorella” che ora manifestava contro il “pensiero unico” non è la stessa alla quale per venti anni è andato bene prima “il pensiero unico” di Fini e poi quello di Berlusconi?
Non è la stessa che, grazie a quello, è diventata ministro?
Non è la stessa che quando qualcuno punto’ il dito verso la mancata democrazia interna del fu Pdl si schierò a favore del “pensiero unico”?
O forse le regole valgono solo per Renzi o quando ci vengono comodo?
Il passante preferisce trovare una via d’uscita: “forse non sarà lei, ma solo una che le somiglia”.
In fondo in Italia il mercato politico è ricco di tarocchi di destra: uno più, uno meno…
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