NEI CINQUESTELLE AVANZA LA PAURA DEL PRIMO CONFRONTO CON I DELUSI
SONDAGGI IN CALO RISPETTO ALLE POLITICHE, MA L’ALTO ASTENSIONISMO POTREBBE SIGNIFICARE UN CROLLO COME IN FRIULI…SI SPERA NEL BALLOTTAGGIO IN CINQUE CITTA’
Il post di Beppe Grillo è comparso sul suo blog alle 11,25 della domenica, con un titolo asettico («Parma, un anno a 5 Stelle»), un testo moderatamente celebrativo dell’amministrazione Pizzarotti, ma con una curiosa sfasatura di cinque giorni rispetto alla data dell’anniversario della vittoria, che cadeva il 21 maggio.
Un ritardo voluto?
Grillo ha propagandato il consuntivo sull’unica città amministrata dai suoi, proprio nel giorno del più significativo test elettorale dopo il successo di febbraio?
Ogni illazione con Grillo può apparire incauta, ma una cosa è altamente probabile: il test amministrativo è atteso con una certa trepidazione da tutto il gruppo di comando del Movimento.
Per almeno due motivi.
I sondaggi apparsi in quasi tutte le città chiamate al voto non sono stati incoraggianti e d’altra parte è molto significativo lo spread dimostrato dal Cinque Stelle nelle prove locali rispetto al voto politico.
Il 26 febbraio si è votato per il Parlamento ma anche per il governo di tre Regioni: ebbene in Lombardia il Movimento di Grillo, mentre alle Politiche ha ottenuto il 17,4%, alle Regionali si è fermato al 14,3%, nel Lazio la differenza è stata addirittura del 5,6%, nel Molise di ben 10 punti.
Sono le premesse per un arretramento complessivo, oppure potrebbe spuntare qualche sorpresa?
E ancora: un (eventuale) arretramento sarebbe da attribuire al tipo di test, oppure ad una demotivazione più profonda degli elettori?
Per Roberto Weber, leader della Swg, uno dei più solidi istituti di sondaggio «il M5S i voti li ha conquistati in due mosse, il rancore verso i partiti e una certa voglia di cambiamento da intercettare: su questo secondo piano c’è molta delusione, perchè Grillo ha snocciolato una serie impressionante di no».
Come dimostrerebbe la flessione in tutti i sondaggi nazionali.
Ma poi c’è il fattore locale.
Nella città più importante nella quale si vota, Roma, il Cinque Stelle parte da un precedente impegnativo: il 27,27% ottenuto (in ambito comunale) alle Politiche di 3 mesi fa. Un’asticella alta, che se fosse replicata, potrebbe avvicinare il candidato sindaco del Cinque Stelle, Marcello De Vito, al ballottaggio del secondo turno, visto che nessuno dei due favoriti, il sindaco Gianni Alemanno e il professor Ignazio Marino, sembra in grado di essere eletto al primo turno.
Ma i sondaggi, per quel che valgono, nelle settimane scorse avevano ridimensionato le aspettative di quasi tutti i candidati a Cinque Stelle e non soltanto a Roma.
Eppure, in alcune città il Movimento di Grillo parte così alto che potrebbe aspirare – ecco la possibile sorpresa – a portare alcuni dei propri candidati al secondo turno, trasformando quei ballottaggi in altrettante lotterie: ad Imperia il Cinque Stelle parte dal 33,9%, a Viterbo dal 31,8%, ad Ancona dal 29,1%. Ma non basta: la debolezza del centrodestra a Pisa e Massa può aprire la strada al ballottaggio anche lì ai candidati del Cinque Stelle.
Occasione persa invece ad Iglesias dove l’eccellente risultato delle Politiche (31%) è stato vanificato dallo scontro «fratricida» tra Simone Muscas e Carla Cuccu, concluso con il forfeit di entrambi e dunque con l’assenza del simbolo del M5S dalla scheda elettorale.
Certo, se i ballottaggi saranno numerosi e il Cinque Stelle resterà ovunque a due cifre, le amministrative potrebbero trasformarsi in un nuovo moltiplicatore per Beppe Grillo.
In caso contrario? Il vero rischio per il Cinque Stelle più che politico non è psicologico?
Sostiene Pippo Civati, uno che li conosce bene: «Obiettivamente per un movimento come il Cinque Stelle non ha molto senso paragonare i risultati delle amministrative con quelli delle politiche, in tanti comuni loro esistono da poco e in ogni caso è tutto da vedere se ci sarà un arretramento. Certo, nel loro modo di vivere la politica, c’è un aspetto emotivo che incide molto, sia nella buona che nella cattiva sorte».
Fabio Martini
(da “La Stampa”)
Leave a Reply