NON LASCIAMO SOLO CHRISTIAN ABBONDANZA
CI UNIAMO ALL’APPELLO DI FERRUCCIO SANSA SU “IL FATTO QUOTIDIANO”… IN UNO STATO CHE GARANTISCE IMMUNITA’ A CORROTTI E MAFIOSI, QUALCUNO, ANCHE A DESTRA, VUOLE MUOVERE IL CULO PER GARANTIRE SICUREZZA A CHI LE COLLUSIONI MAFIOSE LE DENUNCIA? O CI SI LIMITA SOLO A CHIACCHIERE SULLA TEORICA BATTAGLIA CONTRO LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA?
Non lasciamo solo Christian Abbondanza
La ‘Ndrangheta minaccia un mio amico.
Qui, a Genova, nella “civilissima” Liguria. Non avrei mai detto che ci saremmo trovati in questa situazione. Invece è così.
Accade a Christian Abbondanza per il quale in tanti chiedono la scorta o almeno una protezione (le autorità ne stanno discutendo da mesi!).
Molti di voi forse lo conoscono, magari senza saperlo.
Christian è l’uomo dietro la Casa della Legalità che con il suo sito ormai è diventato il principale archivio della lotta contro la criminalità organizzata soprattutto al Nord.
All’inizio non se lo filava nessuno, poi battaglia dopo battaglia il sito è diventato un punto di riferimento per tutti.
Perfino per le forze di polizia e i magistrati.
Christian non ha nessuno alle spalle: nè partiti, nè movimenti, nè gruppi di intellettuali.
Lui e Simona Castiglion, la sua compagna, sono di una solitudine quasi monastica.
E Christian, con quella sua barba sale e pepe da mullah (anche se non ha neppure quarant’anni), sembra quasi un sacerdote dell’antimafia: il cappello, i vestiti scuri, gli anfibi neri.
Nessun interesse personale. Molti restano disorientati.
Scavano alla ricerca di chissà quale motivo che possa spingere Christian nella sua crociata.
Sembra impossibile che ad animarlo sia soltanto il desiderio che la legge sia rispettata. E uguale per tutti. Niente di più semplice.
Eppure in Italia sembra rivoluzionario.
Del resto bisogna avere una motivazione forte se si passano le proprie giornate come fa Christian: in giro per dibattiti in tutta Italia, lui e Simona su pullman e treni regionali, con il computer sempre in spalla.
Poi giornate tappati in casa, avvolti in una nuvola di fumo, una sigaretta dopo l’altra, a leggere migliaia di pagine di atti di indagini, a scrivere inchieste sulla mafia.
Christian conosce morte e miracoli di centinaia di famiglie.
È un database vivente. Da anni scrive le sue inchieste e i suoi blog denunciando con nomi e cognomi i mafiosi.
Un mastino che non molla mai la presa.
Decine di appostamenti con la telecamera per riprendere incontri scomodi, per pizzicare questo o quel politico a una cena di mafiosi.
Peggio dello stalking, roba che alla fine i “poveri” mafiosi ti fanno quasi pena. E all’inizio tutti lo prendevano per matto: “Ma dai… la ‘Ndrangheta in Liguria…”.
Invece aveva ragione Christian. Più della magistratura ligure a lungo inerte, più di molti giornalisti amici dei potenti.
E i politici?
Il centrosinistra e il centrodestra uniti fanno guerra ad Abbondanza da sempre. Guerra sorda.
Per anni hanno speso molte più parole contro di lui che contro la ‘Ndrangheta.
Praticamente nessuno era presente quando si è trattato di esprimere solidarietà a Christian minacciato dalla mafia.
Sì, perchè lui è un corpo estraneo: non ha un partito, non vuole poltrone.
A volte magari sbaglia, ma ci mette la faccia e il nome. E tanta passione.
No, Christian per qualcuno è più pericoloso della ‘Ndrangheta.
Perchè è un uomo libero.
E così lo lasciano solo.
Ferruccio Sansa
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Commento del nostro direttore:
Ci uniamo all’appello di Ferruccio “a non lasciare solo” Christian nella sua battaglia di documentazione e denuncia contro le infiltrazioni mafiose in Liguria (e non solo).
Siamo stati tra i pochi “politici atipici” a essere presenti alla manifestazioni di solidarietà a Christian a Palazzo Ducale prima di Natale, insieme a una decina di amici.
Abbiamo condotto “con e grazie anche a lui” una battaglia di moralizzazione contro i tentativi di infiltrazione in “Futuro e liberta” di personaggi chiacchierati e al centro di provvedimenti giudiziari, vicenda che ha avuto ampia eco sulla stampa locale.
Eravamo persino quasi riusciti a far partecipare il Presidente della Camera alla manifestazione di solidarietà a Christian a Palazzo Ducale, prima che qualcuno, e non solo all’interno di Fli, non intervenisse per “sconsigliarlo”.
Sono passate settimane senza che a Christian, minacciato di morte dalla ‘ndrangheta sulla base di rapporti dei servizi preposti, sia stata assicurata la necessaria protezione.
Qualcuno evidentemente si oppone, qualcuno ha interesse che Christian continui a essere a rischio, in modo da limitarne i movimenti e le inchieste.
Allora questo qualcuno si assuma una precisa responsabilità : se dovesse accadere qualcosa a Christian, si cerchino i mandanti e i complici, ovvero chi sta favorendo di fatto l’organizzazione mafiosa.
Che siano politici, uomini dello Stato, magistrati, autorità preposte, dovranno essere chiamati a risponderne.
O si sta con lo Stato o contro di esso, non esistono alternative.
Non si devono avere santi in paradiso per ottenere “protezione” quando si rischia la vita per denunciare i crimini delle organizzazioni mafiose: dovrebbe essere uno Stato che si rispetti a bussare alla porta di certi “eroi civili” per offrire tutela.
E i politici muovano il culo: basta con le sfilate di solidarietà verbale per darsi una patente “antimafia” su cui costruirsi una immagine spendibile con il proprio elettorato.
Bussino alla porta dei ministeri ed “esigano” che i cittadini onesti che rischiano la vita siano protetti.
La scorta serve più a persone come Christian che a politici come Cosentino.
Siamo stati chiari?
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