NON PULITE QUELLA SERRANDA! LA LIBRERIA DEL PIGNETO SI LAMENTA DI RETAKE ROMA
C’E’ CHI NON APPREZZA LE INIZIATIVE ANTIDEGRADO E SI RITROVA CON LA SERRANDA RIPULITA SENZA PERMESSO: “IL DEGRADO NON SI RISOLVE PASSANDO LA SCOPA UNA VOLT’A L’ANNO PER FARE PUBBLICITA’ A UNA MULTINAZIONALE”
«Ci piacciono i muri pieni di manifesti, ci piace che i giovani escano la sera, ci piace il rumore, ci piacciono le persone che si radunano in piazza e un sacco di cose che altri considerano “degrado”».
Roma è talmente plurale che ogni storia che nasce in questa città fa rifiutare il concetto di bianco e nero e di torto o ragione. Perchè la realtà è piena di sfumature di grigio e i torti, come le ragioni, non stanno mai da una sola parte.
Questa storia comincia così: Retake Roma, organizzazione di cittadini che si occupa di ripulire volontariamente angoli e zone della città , decide di fare un salto all’isola pedonale del Pigneto: « Abbiamo piantato fiori, eliminato manifesti abusivi, rimosso tag e spazzato per terra. Forse risporcheranno stasera stessa. O forse no. Non è questo il punto: oggi abbiamo voluto dare al Pigneto un’opportunità per tirar fuori il suo potenziale di creatività , street art e bellezza essendo allo stesso tempo pulito, curato, vivo e partecipato. Ora sta a tutti i cittadini scegliere la direzione verso cui proseguire».
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Airbnb e l’associazione Pigneto Vivo
Retake Roma pubblica su Facebook alcuni scatti dell’”operazione”, che però a quanto pare non è piaciuta alle socie di Tuba Bazar, associazione, libreria delle donne e bar che si trova nella zona.
Loro lo scrivono chiaro e tondo su Facebook e allegano una lettera. «Nel retake di oggi al Pigneto hanno “ripulito” la nostra serranda e qualcosa del nostro muro senza chiederci il permesso».
Salve,
siamo le socie della Tuba srl , una delle attività commerciali dell’isola pedonale del Pigneto. Vi scriviamo in merito all’iniziativa promossa da airbnb e retake al Pigneto per esprimere il nostro disappunto.
Siamo molto critiche rispetto a iniziative “anti degrado” pensiamo di vivere in quartiere complesso, ma dove la qualità delle relazioni è alta ed è questo che lo rende eccezionalmente accogliente. Proviamo ogni giorno con il nostro lavoro a promuovere una convivenza tra persone e culture diverse. Ci piacciono i muri pieni di manifesti, ci piace che i giovani escano la sera, ci piace il rumore, ci piacciono le persone che si radunano in piazza e un sacco di cose che gruppi come retake considerano “degrado”. La retorica del degrado viene spesso utilizzata nel discorso pubblico di questa città per marginalizzare chi è diverso, o, peggio, contro chi è povero, e noi invece siamo un posto che accoglie e festeggia la diversità .
Non pensiamo di avere bisogno di essere “riqualificate” e troviamo offensivo che usiate un’immagine della nostra attività per illustrare un’azione di questo tipo. Invece di portarci scope e palette, non ci portate arte, cultura e gioia? Questo sì che migliorerebbe le vite di tutti e tutte.
Fin qui, è evidente che essendo la serranda una proprietà privata, “ripulirla” senza permesso — anzi, a quanto pare con una lettera mandata per protestare contro l’iniziativa — non è il massimo.
D’altro canto non ci si può certo lamentare per la cura dei muri circostanti — perchè non sono proprietà privata — e in più voler tenere una serranda in quelle condizioni può essere un’aspirazione che va a cozzare con il senso comune.
D’altro canto se un discorso si potesse risolvere con il senso comune non saremmo a Roma.
E infatti Roma fa schifo, pagina Facebook che denuncia il degrado in città gestita da Massimiliano Tonelli prima risponde a Tuba Bazar a colpi di sarcasmo — e fin qui… — e poi invita a recensire (negativamente, ovvio) la libreria Tuba Bazar.
L’iniziativa non riscuote un immediato successo, anche perchè sulla pagina di Roma Fa Schifo c’è anche chi, come Luca, fa notare: «Comunque incitare a recensire un’attività commerciale in maniera negativa perchè propugna per idee diverse dalle vostre è vergognoso. Umiliate questo blog con atteggiamenti così oltranzisti degni di quella violenza di cui sempre vi lamentate».
E mentre la pagina di Tuba Bazar per reazione si riempie di recensioni le socie pubblicano una risposta a chi lascia recensioni negative o commenta quello status: «Avviso a tutti gli haters incitati da Roma fa schifo che stanno lasciando recensioni negative su Tuba e vomitando odio diamo notizia che: a differenza di retake noi il quartiere lo ramazziamo tutti i giorni (visto che ci tengono cosi tanto), ma che la cosa più pulita che abbiamo è la coscienza: ogni anno organizziamo due festival letterari gratuiti, in piazza, per il quartiere. Tra presentazioni di libri, feste, eventi, mostre organizziamo più di 50 eventi all’anno, che abbiamo relazioni di vicinato vere con il tessuto civico del quartiere: biblioteca, associazioni, commercianti».
Nei commenti allo status di Tuba Bazar però c’è anche chi fa notare altro: “Abito da quarant’anni al Pigneto e vorrei far notare che anche gli abitanti hanno i loro diritti ed il diritto di pulire il luogo dove vivono. Voi volete chiasso e degrado fregandovene degli abitanti. Hanno fatto benissimo a pulire l’isola, era ora. Anche la bellezza è gioia”, dice Bruno.
Le socie di Tuba rispondono: “Si vive meglio in un quartiere pulito (anche se gli sticker non ci danno fastidio) e sarebbe bello che i frequentatori e gli abitanti del quartiere si prendessero una cura maggiore dello spazio pubblico. Penso anche che paghiamo carissimamente dei servizi e che sarebbe bello anche che i servizi funzionassero, per esempio l’AMA a cui noi da sole diamo 3000 euro all’anno ricevendo in cambio un servizio scadente. Detto questo, non pensiamo che passare la scopa una volta l’anno per fare pubblicità a una multinazionale cambi la qualità della vita nel quartiere”.
Infine c’è chi fa notare che c’è differenza tra gli adesivi degli idraulici e gli stickers: “C’è confusione tra le persone, parecchia confusione. Si confonde il degrado con la street art. c’è differenza tra uno sticker artistico e gli stickers degli idraulici e ditte di traslochi. Lo so, è molto difficile da capire per chi si mette in cattedra e pensa che un manifesto possa causare degrado. Il degrado lo crea chi tace quando qualcuno getta una bottiglia per terra, il degrado lo crea chi getta accanto ai cassonetti materassi, cucine e saloni interi. Il degrado sono i manifesti abusivi delle facce che vengono poi votate”.
(da “NextQuotidiano”)
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