NUOVE PERQUISIZIONI NELL’INCHIESTA SULLA FONDAZIONE OPEN, EX CASSAFORTE RENZIANA
CONTESTATI I REATI DI FINANZIAMENTO ILLECITO AI PARTITI, AUTORICICLAGGIO E TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE
Oltre venti perquisizioni a Firenze e in altre città italiane sono state eseguite oggi, martedì 26 novembre, dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della procura del capoluogo toscano sui finanziamenti alla fondazione Open, l’ex “cassaforte” renziana, chiusa nel 2018. E che, fra le altre cose, serviva a finanziare la Leopolda: la convention politica dell’ex premier Matteo Renzi
Per quell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Luca Turco con il pm Antonino Nastasi, risulta indagato l’allora presidente Alberto Bianchi.
Oltre al traffico di influenze illecite, sarebbero contestati anche i reati di riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, false comunicazioni sociali e finanziamento illecito ai partiti.
Secondo l’accusa “la fondazione Open ha agito come articolazione di partito, ha rimborsato spese a parlamentari, messo a loro disposizione carte di credito e bancomat”. La Open, sempre secondo ipotesi investigative, avrebbe funzionato come estensione di un partito politico.
L’attenzione degli inquirenti si sarebbe focalizzata sulle primarie del 2012, sul Comitato per ‘Matteo Renzi segretario’ e su ricevute di versamento da parlamentari. Sempre secondo quanto emerge gli investigatori avrebbero individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni professionali, rese dall’avvocato Alberto Bianchi di Firenze e da collaboratori del suo studio, e i finanziamenti percepiti dalla Open.
Le perquisizioni si sono svolte in venti città : oltre a Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli, Palermo. E riguarderebbero alcune delle aziende che negli anni hanno finanziato la fondazione. Non tutti i soggetti perquisiti risultano indagati.
L’inchiesta sulla fondazione Open – da cui sarebbero scaturite queste perquisizioni – è emersa nel settembre scorso quando a Firenze venne perquisito lo studio dell’avvocato Alberto Bianchi. Tra i documenti che gli furono sequestrati, ci sarebbero i bilanci della Open e la lista dei finanziatori della fondazione.
“Rinnovo la mia piena collaborazione con la magistratura affinchè sia fatta chiarezza prima possibile sull’indagine che mi riguarda. Sin da subito mi sono messo a disposizione fornendo qualsiasi atto mi fosse richiesto. Del resto tutte le entrate e le uscite della Fondazione Open sono tracciabili, perchè avvenute con bonifico, carte di credito… È stato fatto tutto alla luce del sole. Messo nero su bianco”, ha fatto sapere Bianchi in una nota. “Si sta facendo una polemica strumentale – afferma ancora Bianchi nella stessa nota – che potrebbe toccare qualsiasi politico e qualsiasi amministratore”.
(da agenzie)
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