OGGI IN ARGENTINA SI TENGONO LE ELEZIONI DI METÀ MANDATO. E POSSONO TRASFORMARSI IN UNA DEBACLE PER IL PRESIDENTE ULTRALIBERISTA, CHE AVEVA PROMESSO DI CAMBIARE IL PAESE A COLPI DI “MOTOSEGA”
I CONSENSI DI MILEI SONO CROLLATI, MENTRE IL PAESE CONTINUA A VIVERE IN CRISI COSTANTE. PESANO L’INFLAZIONE GALOPPANTE E I CASI DI CORRUZIONE NEL SUO GOVERNO. E TRUMP HA VINCOLATO L’AIUTO DI 20 MILIARDI DI DOLLARI ALLA VITTORIA DI MILEI
«Ho votato per Javier Milei perché ero stufa dell’inflazione alle stelle e della corruzione. Ma stavolta non sceglierò il suo partito», dice Vera, chimica argentina di 34 anni che vive e lavora a Buenos Aires. Oggi in Argentina si tengono le elezioni di metà mandato, con cui si rinnova metà della Camera dei deputati e un terzo del Senato. Il risultato è fondamentale per il futuro dell’attuale presidente, l’ultraliberista Javier Milei, che aveva promesso di cambiare il Paese a colpi di “motosega”.
Queste elezioni infatti sembrano essersi trasformate in una votazione popolare per valutare la gestione del governo di estrema destra e perfino Donald Trump si è espresso in merito, vincolando l’aiuto economico Usa all’esito del voto.
Purtroppo per il partito di Milei sono però sempre di più gli argentini che, come Vera, si dichiarano pentiti del sostegno del 2023. La popolarità del presidente, che si è sempre mantenuta alta e stabile, è in calo. Secondo i sondaggi il suo partito, La Libertad Avanza, dovrebbe ottenere il 36,7% dei voti, contro il 34,8% della coalizione peronista, Fuerza Patria, principale opposizione.
Davanti a una delle centinaia di Casas de cambio che convertono il peso argentino in altre valute straniere, i cartelli mostrano il dollaro in crescita e il peso in caduta.
Milei arriva al voto in una situazione difficilissima. Nel giro di pochi mesi ha richiesto due aiuti finanziari per sostenere il valore del peso argentino e contenere l’inflazione – sei mesi fa un prestito da 20 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale, e due settimane fa l’avvio, annunciato da Trump, di un piano economico di altri 20 miliardi di dollari destinato a sostenere il peso attraverso massicci acquisti di valuta.
Trump lo ha vincolato alla vittoria di questa domenica
A testimoniare la crescita dei cittadini pentiti c’è anche il profilo “Arrepentidos de Milei”, seguito da centinaia di migliaia di persone su Twitter e Instagram, che raccoglie i messaggi di chi si dice deluso dall’attuale governo. Tra le principali cause della perdita di fiducia c’è la corruzione, che era stato un tema cardine della campagna elettorale di Milei ma che ora gli si è rivoltato contro.
Quest’anno infatti il governo è stato travolto da tre scandali: una truffa legata a una criptovaluta crollata di valore, le accuse di tangenti alla potentissima sorella del presidente, Karina, e le dimissioni a inizio ottobre di José Luis Espert, il principale candidato di Milei a Buenos Aires, dopo aver ammesso di aver ricevuto 200mila dollari da un narcotrafficante. Ma non solo: a pochi giorni dal voto si sono dimessi due ministri importanti, quello della Giustizia, Mariano Cúneo Libarona, e quello degli Esteri, Gerardo Werthein.
Secondo la Fundación para el Desarrollo Humano Integral, da quando Milei è al potere oltre 170mila persone hanno perso il lavoro, due terzi nel settore privato. Le sue politiche hanno ridotto l’inflazione, ma i tagli hanno colpito duramente la classe
media e quella bassa. La spesa nei supermercati è calata del 9%, la richiesta è raddoppiata e l’uso delle carte di credito triplicato. Il 70% delle famiglie esaurisce lo stipendio già a metà mese.
(da agenzie)
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