OLAF SCHOLZ, IL VOLTO PACATO CHE HA RIANIMATO LA SPD, RUBANDO UN MILIONE DI VOTI ALLA CDU
ORA IL COMPITO PIU’ ARDUO: DIVENTARE CANCELLIERE
L’istituto demoscopico infratest dimap ha rilevato che il 48% degli elettori della Spd ha votato il partito socialdemocratico solo perché il suo candidato è stato Olaf Scholz. Sarebbe addirittura il cancelliere prediletto per il 66% degli intervistati, mentre la sua Spd è indicata il partito migliore per risolvere i problemi solo dal 28% e l’hanno votata il 25,7% degli elettori.
L’avvocato 63enne parco di parole ha risollevato un partito che aveva perso il proprio significato per strada e all’inizio della campagna elettorale era sceso attorno al 13%, ancora più sotto del già basso 20,5% registrato alla fine delle elezioni 2017, facendole guadagnare il 5,2% dei voti e portandola ad essere la prima forza politica con una decina di seggi in più rispetto all’Unione Cdu/Csu, 206 a 196.
Un partito che solo due anni fa, nel 2019, non lo aveva voluto come segretario e come successore di Andrea Nahles.
Era dalla fine del secondo governo Schröder, nel 2005, che la Spd non poteva ambire a guidare il Paese. Olaf Scholz ha saputo far riemergere l’anima socialdemocratica schiacciata dall’alleanza con l’Unione proponendo di nuovo temi sociali.
All’insegna dello slogan “rispetto” ha messo al centro i lavoratori poco pagati nella pandemia chiedendo l’aumento del salario minimo per tutti a 12 euro, la sicurezza delle pensioni, affitti pagabili, una transizione più veloce alle energie rinnovabili.
Al contempo ha preso posizioni centriste quali l’uscita dal carbone graduale, solo nel 2038, condivisa dalla Cdu/Csu, ma non dai Verdi.
O ancora, si è schierato per un freno agli affitti, non però per un tetto rigido. Un’indicazione, tuttavia, praticamente obbligata dopo che la Corte costituzionale di Berlino aveva bocciato il Mietdeckel co-firmato dalla Spd nella capitale. Il tema degli alloggi d’altronde resta caldo per Scholz: si è detto contrario alle espropriazioni, ma alla consultazione referendaria svoltasi domenica a Berlino parallelamente alle elezioni, il 56,4% ha votato in favore della spogliazione delle grosse società immobiliari con oltre 3mila appartamenti. Il voto non è tuttavia vincolante per il nuovo senato, che sarà prevedibilmente guidato dall’ex ministro Franziska Giffey della stessa Spd.
Al successo di Olaf Scholz ha portato in parte anche il fatto che è stato sottovalutato dalla Cdu/Csu, che inizialmente vedeva come avversari solo i Verdi. Così, con il suo atteggiamento pacato, distaccato e manageriale, Scholz ha portato avanti la sua campagna senza subire subito affondi e ha effettuato il sorpasso.
Un processo incominciato da quando Laschet è scivolato in un’imbarazzante risata alle spalle del presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier che esprimeva il cordoglio per le vittime dell’alluvione.
Da allora Scholz è restato in vantaggio. Anche se alla fine Laschet lo ha quasi agguantato, l’Unione ha registrato il suo risultato peggiore, meno 8,9%. Un terremoto, che si farà sentire soprattutto se Laschet non saprà formare una maggioranza di governo alternativa alla Spd.
Il partito socialdemocratico poi, a differenza di Cdu/Csu, fin dall’inizio è stata compatta dietro al suo candidato e ha confezionato con cura il programma. Ma è merito di Olaf Scholz di non aver fatto errori, profilandosi sui propri contenuti. Giocando da solo, senza presentare una squadra, ha ribadito il suo programma per i primi 100 giorni di governo.
Il suo stile è risultato sempre sobrio e sicuro, quand’anche al contempo quasi mai trascinante. Persino dichiarando la vittoria, domenica sera, ha parlato solo tre minuti: “Sono felice di questo esito elettorale”, con un giubilo contenuto.
Felicità anseatica, ha scherzato la Süddeutsche Zeitung. Solo nel penultimo comizio, quello ufficialmente di chiusura della campagna elettorale, Scholz è apparso sciolto, in maniche di camicia, e financo spiritoso con una battuta sul suo compagno di partito Klaus Lauterbach, che nella pandemia è diventato un po’ il “Burioni tedesco” e ha vinto il mandato diretto a Colonia-Leverkusen.
(da Il Fatto Quotidiano)
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