QUANDO SALVINI VOLEVA GLI SPACCIATORI CON LE PALLE INCATENATE AI LAVORI FORZATI
MENTRE MORISI SCRIVEVA: “L’UNICA DROGA LIBERA CHE MI PIACE E’ IL TEOSALVINOLO”… ORA SAPPIAMO A COSA PORTA L’ODIO CHE HAI DISTRIBUITO NEL PAESE
Saranno giorni difficili per Salvini che per prima cosa dovrà celermente trovare un nuovo king della comunicazione dato che quello di prima al momento è in altre faccende affaccendato e il web, da lui surfato come fosse la grande onda, oggi è la tempesta perfetta che si abbatte sulla Lega in versione Andrea Gail.
Ecco allora che incominciano a tornare al mittente, crudi come sassi, tutti i lanci di questi anni.
D’altro canto ci ricordiamo tutti cosa ha detto per anni Salvini, con in dosso la felpa delle forze dell’ordine, sugli spacciatori.
Ad ogni comizio sorgeva un discreta ansia, al punto che immaginare come Salvini avrebbe rincarato la dose era diventato quasi impossibile. Prima in carcere, poi con le palle al piede in memoria dell’Alabama degli anni 60 e poi emarginati dalla società, fino al famoso citofono.
Galeotta fu la marijuana e chi la fumò, per lo meno così voleva Salvini. Che fossero galeotti. Eppure, ironia della sorte, fosse successo tra pochi mesi forse con il referendum di Marco Cappato ostracizzato dalla Lega quella di Morisi non sarebbe neanche stata una notizia.
“Un massimo di sei anni di carcere”, era il disegno di legge della Lega. Lo aveva voluto Salvini, convinto che avrebbe danneggiato lo spaccio. E invece.
Ora, questo sì, le comunità di tossicodipendenti prenderanno in cura anche Morisi che scriveva: “L’unica droga libera che mi piace (ed è una droga pesante!) ha un principio attivo potentissimo: il teosalvinolo”.
Ecco, vedi a cosa porta…
(da NextQuotidiano)
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