OPEN ARMS, EMERGENZA A BORDO: CALATI I BARCHINI DI SALVATAGGIO PERCHE’ I PROFUGHI MINACCIANO DI BUTTARSI IN MARE
PRESENTATO ESPOSTO ALLA PROCURA PER SEQUESTRO DI PERSONA, VIOLENZA PRIVATA E ABUSO IN ATTI D’UFFICIO … IGNOBILE CHE NON VENGA FATTA RISPETTARE LA LEGGE
La situazione a bordo della Open Arms è di assoluta emergenza. Il comandante ha deciso di mettere a mare i barchini di appoggio per potere intervenire immediatamente se qualcuno dei 134 migranti rimasti a bordo dovesse gettarsi in acqua come molti minacciano di fare.
Anche la guardia costiera ha inviato suoi mezzi a monitorare la nave alla fonda a poche centinaia di metri dalla costa.
Questa mattina i legali della Ong spagnola hanno presentato alla Procura di Agrigento un esposto facendo il punto della situazione a bordo e lamentando la mancata esecuzione, nei fatti, dell’ordinanza del Tar del Lazio che ha consentito alla nave di entrare nelle acque territoriali per consentire il soccorso immediato delle persone a causa della eccezionale gravità della situazione.
Soccorsi che però non possono essere portati se alla nave non viene consentito di attraccare. I legali chiedono di procedere per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d’ufficio. La Procura valuterà nelle prossime ore se e come intervenire.
La commissione Ue conferma quanto annunciato ieri dal premier Conte: ci sono sei paesi ( Francia, Germania, Spagna, Lussemburgo, Portogallo e Romania) pronti ad accogliere i migranti della Open Arms ma nulla ancora si muove e la nave resta in rada davanti Lampedusa.
Dalla Open Arms si scende ormai a piccoli gruppi quando la resistenza è allo stremo. Dopo le nove persone portate a terra ieri sera dalla guardia costiera, un’altra evacuazione d’urgenza di tre persone ed un loro accompagnatore si è resa necessaria stanotte per complicazioni mediche che richiedono cure specializzate. Tra le tre persone evacuate all’alba di oggi, anche il ragazzo della Guinea Bissau con i piedi perforati da ferite di arma da fuoco. L’uomo è stato trasferito presso la Guardia medica di Lampedusa per le cure del caso. Un altro migrante era a rischio setticemia. Da qui la necessità di evacuare l’ammalato.
A bordo della nave, dove i migranti (rimasti adesso in 134) hanno passato la loro quindicesima notte, la situazione è ormai diventata insostenibile sia dal punto di vista igienico sanitario ( come ha certificato l’ispezione dei medici del Cisom ieri mattina) ma anche dal punto di vista psicologico.
Situazione di stallo anche per la Ocean Vikings che, con 356 persone a bordo, navbiga tra Lampedusa e la costa della Sicilia meridionale. Alla richiesta di coordinamento dei soccorsi e di assegnazione di un porto sicuro Malta ha risposto di no e l’Italia non ha mai risposto
(da agenzie)
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