ORE 12, SILVIO CONVOCA I “SUOI†MINISTRI: “CHI VUOLE STARE ANCORA CON I MIEI CARNEFICI?â€
CICCHITTO, SACCONI, FORMIGONI, GIOVANARDI E QUAGLIARIELLO PRONTI ALLA SCISSIONE
Da qui a un mese o poco più, quando la decadenza di B. dal Senato dovrebbe essere realtà , il Pdl sarà tutti i santi giorni sull’orlo delle scissione.
E ogni momento sarà buono per uscire dal governo. Anche oggi.
Stavolta, infatti, il Cavaliere sta tentando di giocare d’anticipo e non subire gli eventi, fino all’ultimo minuto, come accaduto sulla fatidica fiducia a Letta.
Ed è per questo che oggi a pranzo a Palazzo Grazioli, la sua residenza romana, Silvio Berlusconi, ritornato “capo dei falchi” secondo la definizione dei lealisti, incontrerà il vicepremier Angelino Alfano e gli altri ministri del Pdl (Quagliariello, Lupi, De Girolamo e Lorenzin) per avere una risposta alla madre di tutte le domande.
Il mantra che ossessiona il Leader Condannato dall’inizio di questa settimana: “State con me o con i miei carnefici?”.
Ossia il Pd che voterà per la decadenza.
Ieri la situazione è precipitata su entrambi i fronti interni.
Da un lato, le mosse disperate delle colombe alfaniane. Dall’altro i sorrisi di falchi e lealisti, Denis Verdini e Raffaele Fitto in testa, convinti di diventare padroni del nuovo partito, Forza Italia, e soprattutto soddisfatti per la presunta decimazione dei “traditori” di Palazzo Madama.
Da 25 a circa una decina. “Altro che stampella al governo, molti sono dubbiosi. Questa volta non si tratta della fiducia ma del referendum su Berlusconi”.
Propaganda o verità ?
Al tempo stesso la filiera governista ha messo in campo di nuovo Napolitano per guadagnare tempo e frenare B. con il miraggio della grazia.
Prima Brunetta, capogruppo alla Camera, è stato ricevuto al Quirinale, poi Alfano e Mario Mauro, ex Pdl oggi ministro della Difesa, hanno pranzato con il Cavaliere per ammorbidirlo e cedere alle lusinghe di un’altra, estenuante trattativa.
Ma Berlusconi, cupo e realista, si sarebbe mostrato molto freddo. Come riferito anche a Verdini, Fitto e Bondi nel corso di altri colloqui del pomeriggio: “Mi dispiace, ma io non mi fido più di Napolitano. Sono deluso. Altro che grazia. Di cosa dovrei farmi perdonare? Io sono un perseguitato. E poi se anche arrivasse la grazia per Mediaset, con la decadenza finirei in galera per altre inchieste. Questo è certo”.
Chi ha parlato con lui, racconta che Berlusconi ha “un terrore fisico del carcere, la sua paura è soprattutto questa, senza lo scudo del seggio si sente perso e tramortito”. Difficile, se non impossibile, quindi un altro tiraemolla con il Colle su “spiragli” per una via d’uscita comunque parziale.
In ogni caso, ieri sera, Alfano ha visto anche senatori e deputati della sua fazione e ha comunicato l’ultimatum del Cavaliere.
Cicchitto, Sacconi, Formigoni, Giovanardi e Quagliariello sarebbero per la scissione immediata. Più scettico e intimorito il vicepremier, per niente popolare negli ultimi sondaggi.
La battaglia tra colombe e lealisti si è consumata pure sulla legge di stabilità appena varata dall’esecutivo. Ecco Bondi: “Si tratta di un provvedimento che non aiuta l’economia a crescere e che prevede un aumento consistente delle tasse per ora abilmente camuffate. Tutto questo non tarderà a venire alla luce”.
Da oggi, ogni giorno è buono per rompere. Appuntamento all’ora di pranzo.
A Palazzo Grazioli.
Fabrizio d’Esposito
(da “il Fatto Quotidiano“)
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