“GRILLO, NON VENIRE”: I PARLAMENTARI CINQUESTELLE LO SNOBBANO E SALTA L’INCONTRO DI DOMANI
CRITICHE NEL SONDAGGIO INTERNO, SPACCATI I DEPUTATI
C’era una volta il popolo dei grillini che in torpedone raggiungeva il Caro leader in un resort nelle campagne romane.
Era l’inizio di aprile, qualche dissenso in seno ai Cinquestelle si era già manifestato, ma la «gita in stile scuola media» (il copyright è di un parlamentare M5S) alla fine si era conclusa con il solito Beppe sorridente che ammansiva le sue pecorelle.
Quel film però non si ripeterà . L’appuntamento alle porte della Capitale, previsto per domani, è saltato.
E pensare che erano stati proprio i parlamentari, riuniti giovedì scorso, a chiedere al Capo di incontrarsi. Il motivo era semplice: due senatori avevano proposto di abolire il reato di immigrazione clandestina, e la proposta era passata con i voti di Pd e Sel. Il giorno dopo, Grillo e Casaleggio avevano sconfessato i loro eletti, spiegando che «con proposte del genere prendiamo percentuali da prefisso telefonico».
Apriti cielo. La truppa si era surriscaldata, persino fedelissimi come il giovane Luigi Di Maio avevano difeso il lavoro dei colleghi.
E Beppe era finito in minoranza, per la prima volta, come il Cavaliere.
L’incontro chiarificatore però è saltato. Come mai?
Martedì sera tra i deputati riuniti in assemblea si erano levate molte voci per dire che no, «venerdì abbiamo altri impegni», «dobbiamo stare nei nostri collegi».
Problemi. Complicazioni. Che dimostrano come il vecchio Beppe non sia più l’Oracolo da consultare trepidanti.
Una volta lo avrebbero seguito ovunque. Ora, dopo 8 mesi in Parlamento, i «ragazzi» sono cresciuti. E sono sempre più insofferenti al padre-padrone.
Discorso che vale anche per Casaleggio, più temuto che realmente amato dalla truppa. «C’ho un convegno nella mia città », è stato uno dei motivi più ricorrenti.
Allora è partita l’idea di fare un sondaggio interno, pare su proposta del nuovo capogruppo Alessio Villarosa «Lo volete fare o no l’incontro venerdì? E con quali modalità ?».
Ieri a mezzogiorno 46 deputati avevano votato per posticipare l’incontro con i due leader (contro i 44 che hanno continuato a insistere per venerdì).
Una cifra che va molto oltre la pattuglia dei dissidenti “storici” e segnala un malessere profondo. E anche una contraddizione.
Solo una settimana i grillini avevano sbertucciato i loro colleghi dei “partiti” per la fretta di partire da Roma il giovedì il pomeriggio. «Una repubblica dei trolley, ironizzavano. Stavolta l’hanno fatto loro. Valigie pronte di giovedì, e pazienza per Beppe.
Ma non c’era solo la data a creare problemi.
La maggioranza, almeno 55 su un centinaio, non voleva l’ennesima gita fuori porta. «Vengano loro in Parlamento». Solo in 26 sentivano la fregola di tornare in un posto come Tragliata, vicino a Fiumicino, dove si erano visti in aprile, tra prati all’inglese e piscine vuote in attesa dell’estate.
Stesse percentuali per l’opzione logistica: solo una ventina ha scelto il torpedone.
LA FURIA DEI CAPI
Quando i due capi hanno saputo del sondaggio, si sono infuriati. Telefoni roventi, domande senza risposta.
Una rabbia che è montata al punto da cancellare l’incontro, rinviato a data da destinarsi. Spiegano fonti M5S che Grillo e Casaleggio «hanno giudicato una leggerezza fare un sondaggio, ben sapendo che sarebbe finito alla stampa».
Ma forse è il contenuto di quel dossier che li ha delusi: la truppa non è più quella di una volta. La ferita del reato di clandestinità resta aperta: forse si risolverà con una consultazione dei militanti in Rete.
Grillo però, dopo aver letto alcuni sondaggi, resta convinto della sua idea: «Quell’emendamento è stato un errore, ma i nostri due erano in buona fede».
Ieri intanto i fuoriusciti, le senatrici Gambaro (espulsa), Anitori e De Pin e il deputato Adriano Zaccagnini, hanno dato vita all’embrione di un nuovo gruppo, che si chiama «Gap».
Sta per «Gruppo di azione popolare», ma il riferimento nell’acronimo alle brigate partigiane è tutt’altro che casuale. «Un pezzo della base è con noi, ci hanno contattato da tutta Italia» spiega Adele Gambaro.
Mentre Zaccagnini osserva: «Rapporti col movimento? Quando ci riferiamo a forze sane pensiamo anche ai parlamentari 5 stelle che in maniera professionale e competente fanno il loro lavoro. Mentre le promesse del M5S sono state disattese e vanificate in un progetto di marketing».
«Quelli che fanno certe operazioni badando solo al consenso dei sondaggi sono sciacalli politici che mirano al potere», aggiunge. «Ci opponiamo al berlusconismo e alle derive post berlusconiane come il grillismo che fomentano gli istinti».
E Gambaro ricorda: «Mi hanno mandata via solo perchè ho espresso la mia opinione. È una cosa molto grave che va contro la Costituzione che dicono di difendere». «Rimaniamo all’opposizione», spiegano i “gappisti”.
Per ora non si annunciano nuovi arrivi dal M5S.
Andrea Carugati
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