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MENTRE IL PAESE D’OLTRALPE È IN GINOCCHIO PER LE PROTESTE CONTRO LA CRISI POLITICA, MARINE LE PEN INVOCA LE ELEZIONI ANTICIPATE

Settembre 14th, 2025 Riccardo Fucile

LA LEADER DEL “RASSEMBLEMENT NATIONAL” NON PUÒ CANDIDARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI LEGISLATIVE NE’ ALLE PRESIDENZIALI NEL 2027 PERCHÉ CONDANNATA A CINQUE ANNI DI INELEGGIBILITÀ PER AVERE FRODATO L’EUROPARLAMENTO, MA UN RITORNO ALLE URNE POTREBBE PERMETTERLE DI FAR VOTARE UN’AMNISTIA A SUO FAVORE

Nelle forze di opposizione più dura al nascente governo del premier Sébastien Lecornu, se Jean-Luc Mélenchon della sinistra radicale sostiene il movimento «blocchiamo tutto», e lo sciopero del 18 settembre, Marine Le Pen insiste invece sulle elezioni anticipate, a suo dire unica vera possibilità di risolvere l’instabilità politica e sociale francese.
La leader del Rassemblement national invoca le elezioni «per ridare la parola ai francesi» e ristabilire una democrazia a suo dire confiscata da Emmanuel Macron, ma molti sospettano che ci sia anche un altro motivo, più personale, ovvero la questione della sua ineleggibilità.
Il 31 marzo scorso il tribunale penale di Parigi ha condannato Marine Le Pen a quattro anni di reclusione, a 100 mila euro di multa e, soprattutto, a cinque anni di ineleggibilità con esecuzione immediata, al termine del processo di primo grado per le malversazioni nella gestione degli assistenti parlamentari
europei. L’appello si terrà a Parigi dal 13 gennaio al 12 febbraio 2026, e le prove a suo carico sono così pesanti che secondo la maggior parte degli osservatori un’assoluzione è molto improbabile.
Questo in teoria, e finora anche in pratica, impedisce alla leader del Rassemblement national di candidarsi alle prossime elezioni legislative e anche alle presidenziali, alla loro scadenza naturale nel 2027 o prima.
E allora perché Le Pen insiste così tanto nell’andare alle urne? Le elezioni anticipate per l’Assemblea nazionale potrebbero offrirle la possibilità di candidarsi comunque, e chiedere l’intervento del Consiglio costituzionale, che potrebbe anche darle ragione e rinviare l’esecuzione della pena accessoria dell’ineleggibilità. A quel punto, Marine Le Pen potrebbe puntare per la quarta volta all’Eliseo, come desidera.
Le elezioni anticipate potrebbero dare altri deputati al Rassemblement national, che adesso è già il primo partito dell’Assemblée con 123 seggi su 577. Se i sondaggi fossero confermati, e se il Rn registrasse un’ulteriore avanzata, il definitivo crollo dei «cordoni sanitari anti estrema destra» e l’alleanza con i gollisti potrebbe consentirgli di formare una coalizione di maggioranza, e a quel punto magari fare passare una legge di amnistia.
Contro di lei gioca il fatto non secondario che la situazione giudiziaria è oggettivamente difficile. A favore, invece, il clima politico: dopo mesi in cui si parla di democrazia bloccata, di volontà popolare disprezzata dalle élite, di un Macron asserragliato nel suo palazzo, è impegnativo negare la possibilità
di candidarsi alla leader del primo partito, e in ulteriore ascesa. C’è sempre il piano B, la sostituzione con Jordan Bardella, ma non sarebbe la stessa cosa.
(da Corriere della Sera)

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ARMI, VIDEOGAME E IDEOLOGIA DI DESTRA: COSA SAPPIAMO SULL’UOMO CHE HA SPARATO A CHARLIE KIRK

Settembre 13th, 2025 Riccardo Fucile

UN RAGAZZINO BIANCO DI FAMIGLIA REPUBBLICANA CHE SPARAVA AL POLIGONO, APPASSIONATO DI VIDEOGAME E CHE UTILIZZAVA MEME DELL’ESTREMA DESTRA

Le autorità non avevano ancora diffuso un’immagine di Tyler Robinson, presunto attentatore di Charlie Kirk, quando Donald Trump si è rivolto alla nazione puntando il dito contro la “sinistra radicale”. D’altronde, come la storia insegna, un martire fa sempre comodo. A supportare la teoria del presidente sono le incisioni sui proiettili. Una prova, però, debole. E non appena si va più a fondo su Robinson e sul significato di quei simboli, le accuse vacillano.
Prima si è ipotizzato che l’aggressore fosse legato al movimento anarchico, o addirittura il protagonista di una complessa cospirazione che coinvolgeva l’antifa, rete decentralizzata di militanti di estrema sinistra. Nulla di questo. Robinson, dalle prime ricostruzioni, sembra essere un ragazzo cresciuto nell’humus repubblicano, con una passione per le armi e un fascino per l‘universo del gaming.
Il significato delle incisioni sui bossoli dei proiettili
Partiamo dai simboli e dalle frasi incise sui proiettili per comprendere meglio Robinson e le sue intenzioni. Secondo quanto riportato, su uno degli involucri era incisa la frase: “Hey fascist! Catch!”, seguita dai simboli di una freccia verso l’alto, una verso destra e tre verso il basso. La sequenza rimanderebbe chiaramente al comando per attivare la “bomba Eagle da 500 kg” nel videogame di Helldivers 2, un’arma che è diventata un meme all’interno della community.
Come ha spiegato Don Caldwell, caporedattore di Know Your
Meme a Wired Usa, le frecce che attivano la bomba Eagle da 500 kg sono state utilizzate in altri meme per indicare che un utente “sta per compiere un’azione violenta e importante”.
Anche il riferimento ai fascisti rientra nella dinamica del gioco, visto che la Super Earth di Helldivers 2 è presentata come una democrazia con forti elementi che la rendono controllata, militarista, con propaganda, obblighi, uniformità e una certa retorica patriottica. L’ambientazione quindi è la replica di un governo fascista.
Un’altra incisione sui bossoli recita la frase: “Notices bulges OwO what’s this?”, un evidente riferimento a un meme sui furry diventato popolare nel 2015. Infine le parole “Bella Ciao”, canzone della resistenza italiana diventata celebre in tutto il mondo. Ha visto una rinascita sui social media negli ultimi anni. In particolare, “Bella Ciao” ha un significato per le forze ribelli durante una missione in Far Cry 6, un videogioco ambientato su un’isola caraibica immaginaria governata da un dittatore. Non solo, come segnalato dal giornalista Simone Fontana, “il 4 e il 7 settembre sono state caricate online due mod per cambiare la musica di Helldivers con Bella Ciao”.
Ron Filipkowski, caporedattore di Meidas Touch, ha scritto su X: “Dopo giorni in cui i repubblicani hanno incolpato e diffamato i democratici e le persone trans per l’omicidio di Kirk, pur non avendo idea di chi fosse, scopriamo che si tratta di un uomo bianco di una famiglia repubblicana dello Utah che amava le armi”. E in effetti, scorrendo il profilo social della madre l’identikit di Robinson va in quella direzione: un ragazzino che impugna armi al poligono, cresciuto in una famiglia repubblicana.
Non solo, la galleria di immagini rivela anche un altro dettaglio. Una foto mostra Robinson con una tuta da ginnastica a righe bianca e nera. “Buon Halloween, Tyler è vestito come un ragazzo dei meme”, si legge nella didascalia. Il meme è una rana dei cartoni animati, diventata il simbolo dei Groyper.
Sono un movimento di attivisti alt-right, e in molti, sui social, hanno cominciato a collegare l’assassinio di Robinson a un atto politico, ma non di sinistra, piuttosto di estrema destra. Piccola nota a margine, la versione remixata di Bella Ciao è comparsa anche in una playlist chiamata Groyper War.
Perché il dito è puntato contro i Groyper
I Groyper sono estremisti di destra delusi da Trump e che accusavano Kirk di essere troppo tenero, e, di fatto, lo disprezzavano. Il nome del movimento deriva da “Groyper”, la rana dei cartoni animati considerata una variante del meme online Pepe the Frog. I suoi membri hanno spesso preso di mira altri esponenti e organizzazioni conservatrici, accusandoli di posizioni troppo moderate e poco nazionaliste. Il movimento è stato descritto come un’espressione di nazionalismo bianco, omofobia, nativismo, fascismo, sessismo e antisemitismo, nonché come un tentativo di rilanciare e ribrandizzare l’alt-right in declino.
Non mirano infatti a preservare le istituzioni esistenti né a promuovere riforme graduali, sostengono invece un’agenda politica incentrata sulla razza, che fa leva su xenofobia e risentimento. Rifiutano le organizzazioni conservatrici tradizionali, considerate da loro troppo moderate e non
abbastanza nazionaliste o filo-bianche.
Nick Fuentes e la destra traditrice
Non è solo la tuta a destare sospetti sull’inclinazione politica di Robinson. C’è anche Nick Fuentes. È un nazionalista bianco e cristiano ed è lui a guidare i Groyper. Fuentes è emerso come una delle voci più forti della destra che si è rivoltata contro il presidente. Ha attaccato duramente Trump, e anche Kirk. Più volte lo ha criticato e definito un traditore, accusandolo di non essere abbastanza di destra.
Fuentes è cresciuto negli ultimi mesi. Da quando il suo account X è stato ripristinato da Elon Musk 16 mesi fa, il numero dei suoi follower secondo il New York Times è cresciuto da circa 140.000 a oltre 750.000. Gli spettatori del suo programma in streaming “America First” su Rumble sono quintuplicati, arrivando a circa 500.000.
“Fuentes rappresenta l’avanguardia di un razzismo di destra che è esploso nell’ultimo decennio durante l’ascesa di Trump”, ha spiegato al Times Matt Dallek, storico politico ed esperto di movimenti di destra presso la George Washington University. “Ed è chiaro che sta diventando più importante perché questi influencer ora lo stanno combattendo”.
Al di là di tutti i collegamenti e le accuse lanciate sui social, al momento non sappiamo cosa abbia spinto Robinson a premere il grilletto. In un clima politico già ampiamente polarizzato, ogni frammento simbolico rischia di diventare un pezzo del puzzle utile a confermare ideologie e rafforzare fazioni. Per capire davvero cosa è accaduto serviranno ulteriori accertamenti e indagini.
(da Fanpage)

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I SOCIAL MEDIA STANNO DEVASTANDO L’AUTOSTIMA DEI RAGAZZINI: CIRCA L’80% DEGLI ADOLESCENTI SI VERGOGNA DEL PROPRIO CORPO E PROVA RABBIA PER COME E’ FATTO

Settembre 13th, 2025 Riccardo Fucile

PER GLI PSICHIATRI, È LA DIRETTA CONSEGUENZA DELLA SOVRAESPOSIZIONE SUI SOCIAL: “ IL CONFRONTO CON IMMAGINI IRRAGGIUNGIBILE PERCHÉ FILTRATE E CORRETTE DAL PHOTOSHOP, CREA NEI PIÙ FRAGILI UN TALE SENSO DI INADEGUATEZZA”

Non si piacciono. Anzi si detestano. Hanno spesso vergogna del proprio corpo. Esibito o nascosto, nudo o vestito, plasmato, modificato, a volte odiato, soprattutto mai adeguato. Otto su dieci, in quell’età di trasformazione tumultuosa che si chiama adolescenza, affermano di essere arrabbiati con ciò che vedono nello specchio.
Perché il fisico degli adolescenti oggi vive nella continua rifrazione dei social, confronto perenne dove, così racconta una approfondita indagine di ActionAid su 14.700 teenager tra i 14 e i 19 anni, il corpo dei ragazzi e in particolare delle ragazze
diventa terreno di battaglia tra giudizi, apprezzamenti, insulti o derisione, un tribunale che si scatena ogni attimo emettendo verdetti su foto, video, immagini, parole.
«Quello che tormenta oggi gli adolescenti non è tanto il desiderio di diventare belli, quanto la vergogna di sentirsi brutti, dunque di non essere all’altezza di abitare il mondo», spiega la psichiatra Laura Dalla Ragione, che all’ossessione della perfezione fisica tra i più giovani ha dedicato il libro “Social fame”.
«L’adolescenza è sempre metamorfosi, ma quello che sta accadendo non è in alcun modo paragonabile anche soltanto a vent’anni fa. La pressione dei social, la loro pervasività, il confronto continuo con immagini irraggiungibile perché filtrate e corrette dal photoshop, crea nei più fragili un tale senso di inadeguatezza che nei casi estremi porta ai disturbi alimentari, all’autoreclusione, all’autolesionismo».
Si chiama “Affettività e stereotipi di genere. Come gli adolescenti vivono relazioni, genere e identità” questa indagine da “Webboh Lab” per ActionAid che ha indagato i desideri e le difficoltà di oltre 14mila teenager, “tutti uniti da una forte domanda di ascolto da parte degli adulti”.
«Oltre 7 su 10 riconoscono come i corpi online siano irreali, eppure vorrebbero cambiare per apparire all’altezza di quegli standard». Si chiama bullismo estetico, oggi colpisce chi ha l’acne, domani chi è sovrappeso, chi non ha la pancia piatta o i muscoli a tartaruga. Aggiunge Dalla Ragione: «La particolarità è che spesso il “tribunale social” è composto da quasi bambini. Tik Tok è un contenitore pazzesco di video dove delle dodicenni
insegnano ad altre dodicenni come vestirsi, truccarsi, addirittura come “non” mangiare. Ma il fine, anche tra i più grandi, non è di tipo sessuale: è a uso e consumo della propria platea di followers».
Matteo Lancini, psichiatra e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro, spiega invece che l’esporsi, nonostante il rischio di farsi del male, è quasi inevitabile per questa generazione.
«Noi parliamo di adolescenti il cui corpo è stato perennemente fotografato e poi esposto sui social dai genitori fin dalla nascita, anzi prima, nell’ecografia che annunciava il loro arrivo. Non c’è recita, torneo di calcetto, compleanno che non venga condiviso. Quindi esistere, per questa generazione, vuol dire essere inquadrati in una vetrina social». In un culto estetico dove chi decide di apparire così com’è, nella propria bellezza naturale, viene attaccato da schiere di haters, ancor più se fa parte di famiglie famose.
(da agenzie)

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LA RAI TROVA UNO STRAPUNTINO PERSINO PER I MELONIANI DI COMPLEMENTO: L’84ENNE LUCIANO VIOLANTE, MOLTO VICINO AL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO, HA DEBUTTATO, SU RAI2, NELLA TRASMISSIONE DI DIACO “BELLAMA’”: SARÀ LUI TUTTI I VENERDÌ A TENERE MEZZ’ORA DI LEZIONE DI EDUCAZIONE CIVICA

Settembre 13th, 2025 Riccardo Fucile

NELLA PRIMA PUNTATA HA PARLATO DELLA COSTITUZIONE E HA ELOGIATO NILDE IOTTI CHE GLI INSEGNÒ CHE “FARE POLITICA È SFORZARSI DI CAPIRE LE RAGIONI DEGLI ALTRI” (CHISSA’ SE A PALAZZO CHIGI AVRANNO PRESO APPUNTI)

Luciano Violante entra sulle note di Start me up dei Rolling Stones, Mick Jagger canta «Se mi accendi, non mi fermerò mai» e l’ex presidente della Camera, 84 anni tra poco, quasi coetaneo di Mick (82), dice allora un po’ imbarazzato, al pubblico e al conduttore, Pierluigi Diaco, «non esageriamo…».
Ha debuttato ieri pomeriggio, Violante, su Rai2, nello Studio 1 di Saxa Rubra, nella trasmissione di Diaco BellaMa’ : sarà lui tutti i venerdì a tenere mezz’ora di lezione di educazione civica («È la prima volta in Rai», chiosa orgoglioso Diaco) davanti a un pubblico misto, tra Generazione Z e Generazione Boomer, ventenni e sessantenni.
Violante avrebbe anche a disposizione una scrivania, ma resta in piedi vicino a una chitarra e sulla lavagna col gessetto disegna una casa senza porte. Prima lezione: la Costituzione. Poi racconta di Moro, di Craxi, dei tempi del Pci, di Nilde Iotti che gl’insegnò che «fare politica è sforzarsi di capire le ragioni degli altri». Rosa e Eli, le due vallette vestite di rosa, appaiono rapite: «È importante che la più grande impresa culturale italiana dedichi una parte del proprio tempo ai diritti, al rispetto, al futuro, per questo ho accettato l’invito», dice Violante.

(da agenzie)

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ALLARME ROSSO NELLA LEGA: IL CARROCCIO RISCHIA IL CROLLO DI CONSENSI ALLE REGIONALI: DEI 20 ELETTI INCASSATI ALLE ULTIME REGIONALI TRA MARCHE, CALABRIA E TOSCANA, OGGI POTREBBERO SALVARSENE 8, NEL MIGLIORE DEI CASI

Settembre 13th, 2025 Riccardo Fucile

NELLE MARCHE LA LEGA È DATA TRA IL 4,9% E IL 7,9%. IN TOSCANA È DATA TRA IL 4,2% E IL 7,2%. OGGI SERVIREBBE UN MIRACOLO PER FARE MEGLIO DELLE EUROPEE, QUANDO PRESE L’8,19% NELLE MARCHE E IL 6,21% IN TOSCANA

Questo primo giro di Regionali, tra settembre e ottobre, poteva trasformarsi in un disastro per il centrodestra. Adesso, invece, sono le forze di opposizione a essere preoccupate. Rischiano di non riuscire a conquistare le Marche, sanno che perderanno in Calabria, e si ritroveranno con la Toscana come unica Regione in tasca.
Eppure, nelle file del governo, c’è chi proprio non riesce a sorridere di questo ribaltamento. «Li hai visti gli ultimi sondaggi riservati?». I big leghisti si scrivono nelle chat, ma è ovvio, li hanno già visti tutti.
Poi si mettono a far di conto. «Perderemo più della metà dei nostri consiglieri regionali». Dei 20 eletti incassati alle ultime Regionali tra Marche, Calabria e Toscana, oggi potrebbero salvarsene 8, nel migliore dei casi. E nessuno riesce a escludere un altro calo dei consensi. Nelle Marche la Lega è data tra il 4,9% e il 7,9%. In Toscana è data tra il 4,2% e il 7,2%. Impietoso il raffronto con i numeri del 2020, quando la Lega stava già perdendo consenso, ma veleggiava ancora sopra il 20%.
Oggi servirebbe un miracolo per fare meglio delle Europee, quando prese l’8,19% nelle Marche e il 6,21% in Toscana. In
Calabria, dove non ci sono ancora rilevazioni attendibili sulle liste, i leghisti si accontenterebbero comunque di prendere intorno all’8%. Comunque un punto percentuale in meno rispetto alle Europee. C’è anche uno scenario peggiore. Quello in cui il centrosinistra dovesse riuscire a conquistare le Marche con Matteo Ricci. In quel caso, addio premio di maggioranza: i consiglieri leghisti potrebbero scendere da 2 a 1.
E se in Toscana il generale Roberto Vannacci causasse più problemi che soluzioni? Da quelle parti le vecchie file del partito si ribellano al tentativo di vannaccizzazione. Salvini ha indicato il generale come coordinatore della campagna elettorale, con potere sulle liste, e le vecchie file del partito minacciano per ripicca di restare a casa.
A via Bellerio contano di incassare due consiglieri, ma se si arrivasse a prenderne solo 1? Così, di consiglieri leghisti ne rimarrebbero solo 6: quattro in Calabria, uno in Toscana e uno nelle Marche.
Sarebbe un altro tonfo.
Il consenso cala initerrotto dalla crisi del Papeete del 2019. Ma questo è un genere di cose a cui non ci si abitua mai. Specie se quei voti poi finiscono nelle braccia degli alleati. A rendere ancora più amaro lo scenario c’è Forza Italia, l’alleata-avversaria che in queste elezioni di settembre e ottobre supererà probabilmente la Lega nelle Marche, confermerà il suo primato in Calabria e tallonerà il partito di Salvini in Toscana. Il consenso di Fratelli d’Italia, poi, viaggia a due cifre.
Anche nel centrosinistra c’è una corsa da seguire. L’Alleanza Verdi e Sinistra proverà a scalzare i Cinque stelle come seconda
forza della coalizione. Il Movimento rischia seriamente di essere sorpassato in Toscana, dove la vittoria è quasi certa. Il partito di Giuseppe Conte viene dato tra il 4% e il 7%, mentre Avs viaggia tra il 5% e l’8%.
Corsa a parti invertite nelle Marche, dove invece è il Movimento a partire in vantaggio di mezzo punto, con una forchetta tra il 5,1% e l’8,1%, contro il 4,4%-7,4% di Avs. In Calabria, invece, gli uomini di Conte sembrano già arresi al sorpasso. Un po’ di voti verranno assorbiti dalla lista del candidato presidente, Pasquale Tridico
(da La Stampa)

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“L’OMICIDIO DI CHARLIE KIRK? SIAMO GIÀ IN UNA SORTA DI GUERRA CIVILE FREDDA, UNA CORROSIONE DELLA FIDUCIA E DELL’EMPATIA”

Settembre 13th, 2025 Riccardo Fucile

LO SCRITTORE SAFRAN FOER: “L’AMERICA HA TOLLERATO L’AUMENTO DELLE DISUGUAGLIANZE, TRUMP HA COLTIVATO LA VIOLENZA PER ANNI: CON LA SUA RETORICA, CON IL SUO RIFIUTO DI ACCETTARE ELEZIONI LEGITTIME, CON LA SUA GRAZIA ALLE PERSONE CHE HANNO ATTACCATO LA POLIZIA E MINACCIATO I LEGISLATORI. CONVINCE I SUOI SOSTENITORI CHE LA VIOLENZA È PATRIOTTISMO”

Jonathan Safran Foer lancia un allarme che davvero gela il sangue nelle vene: «Siamo già in una sorta di guerra civile fredda, una corrosione di fiducia, empatia, capacità di immaginare l’umanità di coloro che non sono d’accordo con noi». Secondo l’autore le cause sono profonde e le responsabilità condivise, ma «Trump ha coltivato la violenza per anni».
Come giudica l’omicidio di Charlie Kirk e quali sono, a suo avviso, le cause profonde della violenza politica negli Stati Uniti, che sta accadendo da entrambi i lati dello spettro politico e prende di mira entrambe le parti?
«L’America ha coltivato questa possibilità per anni tollerando l’aumento delle disuguaglianze, permettendo alle teorie del complotto di metastatizzare e trattando la politica come
intrattenimento, piuttosto che come un serio lavoro di governo. La violenza nasce quando alle persone viene detto, da figure potenti, che la loro rabbia è giusta e gli avversari sono nemici, piuttosto che concittadini».
Nel suo discorso di mercoledì sera, il presidente Trump ha detto che la sinistra radicale è responsabile della violenza politica. È vero, considerando che lui ha giustificato l’assalto al Congresso e ha graziato le persone coinvolte, anche se erano state condannate per atti criminali come l’aggressione agli agenti di polizia?
«Trump ha coltivato la violenza per anni: con la sua retorica, con il suo rifiuto di accettare elezioni legittime, con la sua grazia alle persone che hanno attaccato la polizia e minacciato i legislatori. Dichiarare poi la sinistra l’unica responsabile è assurdo. È “gaslighting”, cioè manipolazione e mistificazione della realtà. Ed è pericoloso, perché convince i suoi sostenitori che la violenza è patriottismo. La democrazia non può sopravvivere se la verità stessa è sempre in discussione».
In un suo discorso, Charlie Kirk aveva detto: “Penso che valga la pena avere un costo, purtroppo, di alcune morti per arma da fuoco ogni anno, in modo da poter avere il Secondo emendamento della Costituzione allo scopo di proteggere gli altri diritti che Dio ci ha dato”. Vale davvero la pena di subire queste vittime, oppure c’è un modo diverso per tutelare gli altri diritti?
«Ciò che mi sconvolge non è solo il cinismo dell’osservazione, ma la disinvoltura con cui accetta i bambini morti come danni collaterali. Questa è bancarotta morale. I diritti hanno lo scopo di proteggere la vita, non di sacrificarla. Dire “alcune morti
valgono la pena” significa ammettere di aver perso il filo di ciò che significa libertà.
La libertà è il diritto di vivere senza paura, a scuola, in chiesa, al supermercato. L’America è stata catturata e presa in ostaggio da un’industria delle armi che trae profitto dalla paura, e dai politici che trasformano quella paura in voti. Il Secondo emendamento è diventato uno scudo per l’avidità».
Vede il rischio di una guerra civile politica?
«Siamo già in una sorta di guerra civile fredda, una corrosione della fiducia, dell’empatia, della capacità di immaginare l’umanità di coloro che non sono d’accordo con noi. Questo è già abbastanza pericoloso. La violenza non richiede eserciti; ha solo bisogno di vicini che smettano di credere l’uno nell’altro. Il pericolo non è solo nelle fantasie di vendetta ai margini, ma nell’esaurimento del centro, nelle persone che rinunciano al dialogo perché sembra inutile. Questo esaurimento crea un vuoto, e i vuoti tendono ad essere riempiti dagli estremisti».
Quali rimedi suggerirebbe a questa crisi, tanto in termini politici, quanto riguardo la profonda spaccatura culturale che affligge ormai l’America da decenni?
«Politicamente, abbiamo bisogno di riforme che facciano sentire alle persone che la loro voce conta: riforma del finanziamento delle campagne elettorali, protezioni per il voto, limiti al “gerrymandering”, ossia la manipolazione dei distretti elettorali, un’economia più giusta. Culturalmente, abbiamo bisogno di recuperare un senso di storia condivisa. […] di nuove narrazioni che ci facciano sentire parte di un “noi” più grande. Infine, ad un livello più specificamente umano, dobbiamo praticare l’ascolto
come dovere civico. Non ascoltare per essere d’accordo, ma per capire. Sembra poco, ma la cultura è l’accumulo di piccoli gesti. La violenza è contagiosa, ma lo è anche l’empatia».
(da “la Repubblica”)

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L’UE SI FA IL SUO “SCUDO SPAZIALE” : “L’OCCHIO DI ODINO” È IL PIANO DELL’UNIONE EUROPEA PER PROTEGGERE I CIELI DALLA MINACCIA RUSSA DI MISSILI E DRONI

Settembre 13th, 2025 Riccardo Fucile

IL PROGRAMMA, CHE COSTA CIRCA 100 MILIONI DI EURO SOLTANTO PER LA PROGETTAZIONE, È UN SISTEMA SATELLITARE CHE DOVRÀ DARE L’ALLERTA PRECOCE DALLO SPAZIO QUALORA OGGETTI VOLANTI STIANO PER VARCARE I CONFINI DELLA UE

Dalla minaccia russa di droni e missili, ci salverà l’Occhio di Odino. Nel senso letterale del termine. La Commissione europea nel 2022 ha infatti approvato e finanziato un programma futuristico che dovrà dare l’allerta precoce dallo spazio qualora oggetti volanti stiano per varcare i confini della Ue (e quindi dei Paesi della Nato). Il programma costa circa 100 milioni di euro soltanto per la progettazione ed è a guida tedesca, ma con la
compartecipazione di quasi tutti i Ventisette. Per l’Italia, vi partecipa la società Leonardo.
Ebbene, con il sistema satellitare Occhio di Odino, il cui costo finale sarà proibitivo, gli europei vogliono conoscere che cosa li aspetta in caso di conflitto con la Russia.
C’è un documento ufficiale dell’Ue che descrive così il progetto: «Un sistema basato nello spazio contro la minaccia di missili balistici, ipersonici e armamenti anti-satellite». Il sistema satellitare, secondo i piani, dovrebbe migliorare le capacità dei paesi europei nei settori dell’allerta tempestiva, dell’intelligence tecnologica e della difesa missilistica.
Per una volta – vista la dimensione della minaccia e le necessità finanziarie per farvi fronte – sembra che le gelosie nazionali siano state messe da parte.
Al consorzio Occhio di Odino partecipano infatti i colossi europei del settore aerospaziale tra cui Airbus, il gruppo Ariane, l’italiana Leonardo e Thales. Secondo la capofila Ohb, l’Occhio di Odino sarà il pilastro del progetto europeo Twister guidato dalla Francia, che unirà «una combinazione di capacità avanzate di allerta precoce spaziale e intercettori endoatmosferici».
A questo proposito è nato un consorzio tra quattro nazioni europee per arrivare al missile intercettore anti-ipersonici. Lo guida la società italo-franco-tedesca Mbda (la stessa che produce le batterie anti-aeree Samp/t) che ha firmato lettere di intenti con Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi per lanciare un Hypersonic Defense Interceptor Study.
(da agenzie)

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“TANTE VITTIME DALLE PROFONDITÀ DEL MARE NOSTRUM GRIDANO NON SOLO AL CIELO, MA AI NOSTRI CUORI”: PAPA LEONE XIV ANNUNCIA A SORPRESA UNA VISITA A LAMPEDUSA

Settembre 13th, 2025 Riccardo Fucile

PREVOST HA REGISTRATO UN VIDEO PER LA CANDIDATURA DEL PROGETTO “GESTI DELL’ACCOGLIENZA” ALLA LISTA DEL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE DELL’UNESCO, RICORDANDO LA VISITA DI PAPA FRANCESCO ALL’ISOLA DI 12 ANNI FA, IN CUI DENUNCIÒ “LA GLOBALIZZAZIONE DELL’INDIFFERENZA”

Un saluto «oggi a distanza, ma spero presto in presenza, di persona». Sono passati dodici anni da quando Francesco, pochi mesi dopo l’elezione, scelse di compiere il suo primo viaggio a Lampedusa per denunciare la «globalizzazione dell’indifferenza» ed ora Leone XIV sembra promettere, in forma di auspicio, un viaggio futuro nell’isola, o almeno un’udienza ai suoi interlocutori.
Papa Prevost ha registrato un video per la candidatura del progetto «Gesti dell’accoglienza» alla lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco: «Il mio “grazie”, che è il “grazie” di tutta la Chiesa per la vostra testimonianza, prolunga e rinnova quello di Papa Francesco. “Grazie” alle associazioni, ai volontari, ai sindaci e alle amministrazioni che nel tempo si sono succeduti; “grazie” ai sacerdoti, ai medici, alle forze di sicurezza e a tutti coloro che, spesso invisibilmente, hanno mostrato e mostrano il sorriso e l’attenzione di un volto umano a persone sopravvissute nel loro viaggio disperato di speranza», dice Leone XIV.
L’essenziale del messaggio, comunque, è il fatto che Leone XIV accolga e rilanci le ragioni che avevano portato il predecessore nel cuore del Mediterraneo: «Voi siete un baluardo di quell’umanità che le ragioni gridate, le paure ataviche e i provvedimenti ingiusti tendono a incrinare. Non c’è giustizia senza compassione, non c’è legittimità senza ascolto del dolore altrui.
Tante vittime – e fra loro quante madri, e quanti bambini! – dalle profondità del Mare nostrum gridano non solo al cielo, ma ai nostri cuori. Parecchi fratelli e sorelle migranti sono stati sepolti a Lampedusa, e riposano nella terra come semi da cui vuole germogliare un mondo nuovo».
La «globalizzazione dell’indifferenza» denunciata da Papa Francesco «sembra oggi essersi mutata in una globalizzazione dell’impotenza», aggiunge il Papa: «Davanti all’ingiustizia e al dolore innocente siamo più consapevoli, ma rischiamo di stare fermi, silenziosi e tristi, vinti dalla sensazione che non ci sia niente da fare. Cosa posso fare io, davanti a mali così grandi?
La globalizzazione dell’impotenza è figlia di una menzogna: che la storia sia sempre andata così, che la storia sia scritta dai vincitori. Allora sembra che noi non possiamo nulla. Invece no: la storia è devastata dai prepotenti, ma è salvata dagli umili, dai giusti, dai martiri, nei quali il bene risplende e l’autentica umanità resiste e si rinnova».
Così, «come alla globalizzazione dell’indifferenza Papa Francesco oppose la cultura dell’incontro, così vorrei che oggi, insieme, iniziassimo a opporre alla globalizzazione dell’impotenza una cultura della riconciliazione».
A Lampedusa, del resto, Bergoglio ricordò al mondo la la domanda di Dio a Caino: «Dov’è tuo fratello?» Lo stesso brano della Genesi che Leone XIV, nel salutare i partecipanti al terzo World Meeting on Human Fraternity, ha richiamato venerdì mattina come «principio di riconciliazione» per il mondo diviso da guerre e ingiustizia: «Quel primo omicidio non deve indurre a concludere: “è sempre andata così”. Per quanto antica, per
quanto diffusa, la violenza di Caino non si può tollerare come “normale”.
Al contrario, la norma risuona nella domanda divina rivolta al colpevole: «Dov’è tuo fratello?». Una domanda che «va fatta nostra», ha scandito, parlando in inglese: «Interiorizzata, risuonerà così: “Fratello, sorella, dove sei?”. Dove sei nel business delle guerre che spezzano le vite dei giovani costretti alle armi, colpiscono i civili, bambini, donne e anziani indifesi, devastano città, campagne e interi ecosistemi, lasciando dietro di sé solo macerie e dolore?
Fratello, sorella, dove sei tra i migranti disprezzati, imprigionati e respinti, tra quelli che cercano salvezza e speranza e trovano muri e indifferenza? Dove sei, fratello, quando i poveri vengono incolpati della loro povertà, dimenticati e scartati, in un mondo che stima più il profitto delle persone? Fratello, sorella, dove sei in una vita iperconnessa ma in cui la solitudine corrode i legami sociali e ci rende estranei anche a noi stessi?».
La risposta «non può essere il silenzio» ma «la scelta di un’altra direzione di vita, di crescita, di sviluppo», ha spiegato: «Riconoscere che l’altro è un fratello, una sorella, significa liberarci dalla finzione di crederci figli unici e anche dalla logica dei soci, che stanno insieme solo per interesse. Non è soltanto l’interesse a farci vivere insieme».
A questo punto, Leone XIV ha aggiunto una considerazione esegetica che sembra rivolta in particolare al conflitto Israelo-palestinese, alla pretesa dei fanatici di possedere la terra per volontà divina: «Le grandi tradizioni spirituali e anche la maturazione del pensiero critico ci fanno andare oltre i legami di
sangue o etnici, oltre quelle fratellanze che riconoscono solo chi è simile e negano chi è diverso.
È interessante che nella Bibbia, come ci ha fatto scoprire l’esegesi scientifica, sono i testi più recenti e più maturi a narrare una fraternità che supera i confini etnici del popolo di Dio e che si fonda nella comune umanità. Lo testimoniano i racconti di creazione e le genealogie: una sola è l’origine dei diversi popoli-
(da agenzie)

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NON CI RESTA CHE PIANGERE: IN GIAPPONE SPOPOLA IL “RAI-KATSU”, LA “TERAPIA DEL PIANTO”, CHE INVITA LE PERSONE A SCOPPIARE IN LACRIME PER ENTRARE IN CONTATTO DIRETTO CON LE PROPRIE EMOZIONI E SFOGARE LE PROPRIE FRUSTRAZIONI

Settembre 13th, 2025 Riccardo Fucile

NEL PAESE, SONO NATE FIGURE CHE AIUTANO A STIMOLARE IL PIANTO, MA ANCHE “CRYING CAFES” E “CRYING ROOMS”, BAR E STANZE D’ALBERGO DOVE I CLIENTI POSSONO SINGHIOZZARE LIBERAMENTE…LA PRIATICA STA PRENDENDO PIEDE ANCHE IN EUROPA

“Rai-katsu”, letteralmente “ricerca di lacrime”. Non sorprende che questa autentica terapia del pianto sia nata in Giappone, un Paese dove lasciarsi andare è visto ancora come un qualcosa di disdicevole o addirittura sconveniente. Eppure, nel mondo performativo in cui viviamo, anche a queste latitudini in fondo entrare in contatto diretto con le proprie emozioni non appare più così facile.
Forse servirebbe anche in Italia un professionista come Hidefumi Yoshida, un uomo che afferma di aver fatto piangere oltre 50.000 persone, nella piena convinzione che un pianto sincero abbia enormi benefici per la salute e lo stile di vita.
Intervistato dalla Bbc, Yoshida ha approfondito la sua visione: “Piangere rivela chi siamo veramente. E io voglio che le persone
riescano a vedere il proprio vero sé”. Un obiettivo raggiungibile tuttavia solo se si è in grado di riconoscere i diversi tipi di lacrime. Non esistono solo quelle di dolore, ammonisce il maestro giapponese, ma anche quelle provocate da forti esperienze emotive: guardare un film commovente, leggere una poesia o ricordare un momento importante può portare a un pianto rigenerante e catartico, che va incentivato e cercato senza paura del giudizio altrui.
Il rui-katsu funziona meglio quando si ha a fianco una figura in grado di stimolare le nostre lacrime. Dietro questa iniziativa c’è Hiroki Terai, un imprenditore giapponese che, prima di Ikemeso Danshi, aveva già fatto notizia introducendo i divorzi pubblici, cerimonie in cui le coppie potevano separarsi con un rituale liberatorio.
Per chi comunque non fosse pronto a lasciarsi andare alle emozioni forti in ufficio c’è sempre l’alternativa perfetta fuori dall’orario di lavoro: persino in Italia negli ultimi tempi hanno fatto molto discutere i cosiddetti “crying café”, nati anch’essi in terra nipponica. Come riporta La Repubblica, uno dei locali più conosciuti in questo senso è il Bar Mori Ouchi di Tokyo, aperto ormai dal 2020.
Uno spazio dove si chiarisce subito il mood della clientela, presentando all’entrata il cartello “for negative people only”. L’avventore tra i tavoli del Bar Mori Ouchi potrà quindi riempire interi bicchieri di lacrime, senza venire giudicato, a patto di ordinarne almeno un altro. L’unico obbligo che impone infatti questo particolare bar è quello di consumare almeno un drink tra un singhiozzo e l’altro, lasciando ai clienti la scelta se mangiare meno sul posto qualcosa portato da casa.
In Giappone tuttavia non si limitano ai bar, brevettando persino autentiche crying rooms. Queste ultime a volte si trovano in hotel di lusso, come il Mitsui Garden Yotsuya di Tokyo, e offrono un’esperienza completa. Al modico prezzo di circa 60 euro a notte si può infatti avere la libertà di disperarsi, magari con il piacevole aiuto di una selezione di pellicole strappalacrime perfette per raggiungere l’obiettivo finale
Non credete tuttavia che esperimenti simili siano appannaggio solo del mondo asiatico. Il rui-katsu è sempre più popolare, anche in Europa. Già da un po’ non a caso nascono addirittura locali dove praticare la terapia del pianto liberatorio, come la Llorería, un luogo dove si prova ad abbattere lo stigma legato alla salute mentale a poche ore di volo dall’Italia, a Madrid.
(da tgcom24.mediaset.it)

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