PARTE L’EXPO, I RECORD E GLI SCANDALI
COMINCIA L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE: DALLA VITTORIA CONTRO SMIRNE AGLI ARRESTI E AI RITARDI… OPINIONI A FAVORE E CONTRO
È il giorno della verità . Dopo tanta attesa, tante speranze, tante polemiche, oggi i cancelli di Expo si aprono e ciascuno potrà vedere con i suoi occhi la realtà dell’Esposizione universale, Palazzo Italia, i padiglioni dei Paesi di tutto il mondo, i cluster, le vie d’acqua, i ristoranti di Oscar Farinetti, il supermercato del futuro della Coop, gli stand degli sponsor, il “camouflage”, ciò che è pronto e ciò che non lo è.
Da oggi le danze sono aperte e si potrà constatare la qualità delle proposte, ma anche tentare di discernere la realtà dalla retorica.
“Io facevo parte del gruppo ‘forza Smirne’”, dice ironica Lella Costa, attrice e personaggio di riferimento per la cultura a Milano, “ma quando la mia città ha vinto, e poi quando è nata Women for Expo, ho pensato che è meglio stare dentro questa cosa, provare a farla per un pezzettino meglio, piuttosto che peggio. Chi è contro Expo ha molte ragioni, ma anche molto snobismo. Io penso che sia meglio stare dentro ‘l’inferno dei viventi’, provare, come scriveva Italo Calvino al termine di Le città invisibili, a ‘riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio’”.
Più critico Domenico De Masi, sociologo, che è a Belo Horizonte, in Brasile, per una serie di conferenze sulle prospettive economiche del più grande Paese latinoamericano: “L’Expo è un’occasione per l’Italia, ma è una di quelle di cui si poteva anche fare a meno. Un evento che ha come tema l’alimentazione andrebbe fatto nel Sahel o in qualunque altro Paese dove la fame è davvero un problema. A Milano il problema è semmai l’obesità . È un evento organizzato da ricchi per i ricchi e non farà altro che aumentare il divario tra loro e i poveri. I ricchi, quando si riuniscono, non risolvono mai i problemi dei poveri. Può darsi che l’Expo dia uno stimolo all’economia, ma l’economia avrebbe più bisogno di stimoli di altro tipo: l’Italia è già l’ottava potenza economica mondiale, gli stimoli migliori sono quelli che vengono dai cervelli, non dai soldi”.
Un milanese doc come Giovanni Soldini, navigatore, è a San Francisco, dove aspetta le condizioni meteo adatte pertentare il record della traversata San Francisco-Shanghai: “Era da tempo che Milano non ospitava un evento internazionale di questa portata. Penso che Expo sia una grande occasione. Va detto che alla fine, malgrado tutto, sono stati bravi. Per ora sono all’estero, ma appena ne avrò l’occasione andrò a visitarlo”.
Positivo anche Stefano Mauri , editore: “Andrò sicuramente all’Expo. Quando nella mia città c’è un evento così importante, certo che ci vado. Sono convinto che l’Expo sarà un successo. Quando ho a che fare con persone di altre parti del mondo, riscontro spesso grandi apprezzamenti per Milano: è una città media, vivibile, gli stranieri la considerano ordinata e piacevole. Di solito la trovano più bella di come se l’aspettassero. Quindi credo che con l’Expo, al di là dei problemi che ci sono stati, faremo una bella figura. L’arrivo di tante persone dal mondo farà bene alla città ”. Certo, nel cantiere c’è stata una corsa contro il tempo, ci sono stati ritardi e inefficienze. “Diciamo”, conclude Mauri, “che siamo pessimi nel pianificare e ottimi nel risolvere” .
Più distaccato Mauro Pagani, musicista e compositore: “Da cittadino che ama Milano, diciamo che l’Expo lo temo. Vivo sui Navigli, che è già una zona incasinata, temo l’ulteriore bailamme generato dall’evento”.
Però alcuni segnali positivi li vede: “Sì, Milano ha già colto alcune occasioni, per esempio dopo 25 anni ho visto rimettere a posto l’argine dei Navigli e la Darsena. Questo è un bene per la città , anche se la riqualificazione tutta cemento e marmo e niente piante non va molto nella direzione della sostenibilità . Comunque, nonostante il malaffare e alcune incredibili leggerezze, qualcosa di buono Expo la farà , non è che siamo una nazione rincoglionita del tutto”.
Andrà all’Expo? “Per ora non mi attira, ma penso che alla fine cederò alla curiosità ”. Claudio Artusi è parte in causa, perchè è il coordinatore di “Expo in città ”, 22 mila appuntamenti che si terranno a Milano nei sei mesi dell’esposizione, 120 al giorno. “La città è una piattaforma in cui, in occasione di Expo, tutto il mondo s’incontra. Questo evento dunque valorizza Milano, non soltanto in termini di ricadute economiche, ma anche e soprattutto di incremento della reputazione e della visibilità internazionale. La vera partita, comunque, non è quella che si comincia a giocare ora, nel 2015, ma riguarda quello che resterà dopo, nel 2016, nel 2017, nel 2018… Se Expo rappresenterà una svolta nel posizionamento di Milano fra le grandi metropoli del mondo, allora la partita l’avremo vinta”.
Ieri un anticipo di Expo è stato realizzato da Giorgio Armani, che in occasione dei suoi 40 anni d’attività ha regalato a Milano un museo, il “Silos Armani”.
“Mi volevano sul palco di Expo all’inaugurazione”, ha detto lo stilista, “ma io faccio vestiti, non sono un’autorità ”.
È invece tornata sulla scena colei che per prima ha lanciato l’idea dell’Expo a Milano, Letizia Moratti, che era sindaco quando nel 2008 la città vinse la candidatura contro Smirne: “Milano è sempre all’altezza, bisogna essere ottimisti”, ha detto ieri, arrivando al concerto inaugurale di Andrea Bocelli in piazza Duomo.
Ora la lunga attesa è terminata.
Nel 2006 è partita la rincorsa per la candidatura, lanciata a Shanghai da Letizia Moratti e dall’allora presidente del Consiglio Romano Prodi.
Nel 2008 Milano ha vinto, raccogliendo i voti di 86 Paesi contro i 65 di Smirne. Poi si sono scatenate le lotte per il controllo dell’evento, si sono succeduti tre amministratori alla guida di Expo spa, prima Paolo Glisenti, poi Lucio Stanca, infine Giuseppe Sala. Risolto non senza polemiche il rebus dei terreni, nel 2011 sono finalmente partite le gare d’appalto.
Si succedono gli scandali, le indagini giudiziarie, gli arresti (18), i tentativi d’infiltrazione mafiosa.
Arriva, a vegliare sulle gare, il nuovo presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone.
Viene raggiunto il record di Paesi partecipanti (145). Parte la corsa contro il tempo per arrivare all’inaugurazione di oggi.
Ora il sipario si alza, il palcoscenico s’illumina, il gran ballo prende avvio.
Abbiamo sei mesi per osservare e partecipare, riflettere e discutere, per gli applausi e per i fischi.
Gianni Barbacetto e Marco Maroni
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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