PDL, BOTTE E CANZONI
PER I SONDAGGI IL PARTITO CROLLA MA BERLUSCONI INTONA L’INNO
È stato quando Berlusconi ha cominciato a cantare il nuovo, raggelante, inno della “rifondazione del Pdl” che i suoi gerarchi, i vari Verdini, Cicchitto, La Russa, Gasparri, ma anche Alemanno e Polverini, sono rimasti senza parole.
E non per il fatto che la canzone avesse una musicalità assolutamente pedestre, quanto perchè “abbiamo avuto nettamente la percezione — ha raccontato ieri sera uno sconfortato dirigente di via dell’Umiltà — di trovarci davanti un uomo lontano dalla realtà che sta vivendo il partito. E anche il Paese”.
Lesmo, villa Germetto, quasi mezzanotte di lunedì.
È appena finita la cena convocata da Berlusconi con tutti i rappresentanti del Pdl, dai massimi vertici ai dirigenti locali, per discutere del futuro del partito in vista delle amministrative.
Ma, soprattutto, dello scandalo delle tessere false e delle future, possibili, alleanze.
Prima della cena erano girate voci incontrollate, che riferivano di un Cavaliere deciso a “saltare un giro”, a non “presentare il simbolo del Pdl alle amministrative” per appoggiare solo alcune liste civiche in modo da non rendere evidente quello che la sondaggista Ghisleri, ormai, certifica da settimane: il Pdl ai minimi storici, compresa la figura di Berlusconi.
In alcune regioni, addirittura, si sarebbe toccato la voragine dell’8%, in altre solo il 10%, in Lombardia poco più che il 15%; abissi mai raggiunti prima, a sentire uomini come Verdini, abituati a monitorare costantemente l’andamento dei consensi.
Ecco, insomma, i più fidati del Cavaliere, i Cicchitto, ma anche le Gelmini, si sarebbero aspettati da Berlusconi una strategia politica decisa.
Invece, si sono trovati davanti uno scenario completamente diverso, ma non nuovo.
Un Berlusconi che ha cominciato a parlare della “nuova azione politica” come se stesse per lanciare una nuova “operazione predellino”.
Cioè: nessuna archiviazione del simbolo del Pdl. Che anche se non ha più grande appeal, “non scalda i cuori”, però è ancora in grado di “farci portare a casa il 23% a livello nazionale”. Questo, consentirà di veder rinsaldata presto “anche l’alleanza con la Lega, ma guardano in particolare verso Casini” e che nessuno si metta in testa che il Pdl possa stare nell’ombra alle prossime amministrative; ci saranno liste civiche, certo, laddove ci sia un’oggettiva situazione di “sofferenza” (l’8% dei consensi denunciati dalla Ghisleri), ma mai e poi mai “stare in panchina”. E, ciliegina sulla torta, un nuovo inno.
A quel punto c’è stato chi dice di aver visto sbiancare Mario Valducci, ma anche lo stesso Fabrizio Cicchitto.
Perchè il Cavaliere, ormai ebbro di esaltazione, ha chiamato al pianoforte, al centro della sala, un giovane diplomato al conservatorio e ha cominciato a cantare: “Gente della libertà /gente che spera/ che canta /che crede nel sogno della libertà …”.
Ritmo rap. O, almeno, il tentativo.
Gli sguardi dei commensali pare tradissero indicibile imbarazzo, soprattutto quando B. ha svelato come è nata la melodia.
“L’ho scritta io — ha svelato Berlusconi — ad Arcore, assieme a Maria Rosaria (Rossi,ndr); l’abbiamo buttata giù in pochissimo tempo, da soli, al pianoforte”.
Alla fine della serata, un noto dirigente pidiellino ha commentato, deluso: “Speriamo di riuscire a farlo ragionare almeno domani sera prima dell’incontro con Monti”.
Già , perchè il Cavaliere deve vedere il premier all’ora di pranzo per parlare di riforme, dopo il vertice dove ha nuovamente fatto il punto con Alfano sulla legge elettorale (una riforma da fare con il Pd, con sbarramento almeno all’8%), ma soprattutto sul decreto per le semplificazioni e su alcuni emendamenti chiave del provvedimento sulle liberalizzazioni: quelli sul beauty contest delle frequenze tv.
Comunque, il suo nuovo inno del Pdl sta già tenendo banco più della sua “azione” politica.
In particolare J-Ax degli Articolo 31 lo ha trovato familiare.
Troppo.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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