PER I SOVRANISTI LA MUSICA “COLTA” È SOLO UNA GRANDE ROTTURA DI PALLE: DOPO L’ESILARANTE VIDEO IN CUI IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA DI FDI, GIANMARCO MAZZI, SI RIFERISCE ALLE OPERE LIRICHE COME PRODOTTO DI UN’EPOCA “PRE-ELETTRICA”, ARRIVA IL SINDACO DI VENEZIA LUIGI BRUGNARO: “BISOGNA ANDARE A SENTIRE LA MUSICA CLASSICA DA RIPOSATI”
BRUGNARO E I PARI SUOI CONSIDERANO LA MUSICA ‘COLTA’ E IL TEATRO D’OPERA MERO INTRATTENIMENTO, E PURE PIÙ LUNGO E PALLOSO DI ALTRI. ROSSINI O VERDI, PER TACERE DI WAGNER, ERANO DEGLI INCONTINENTI MUSICALI
Venezia ci dà anche oggi la nostra Venezi quotidiana. L’ultimo scontro è fra il sindaco, Luigi
Brugnaro, che è anche presidente della Fondazione Fenice, e i lavoratori del teatro. In un monologo sul Gazzettino, Brugnaro fa sapere che Venezi, anzi «questa ragazza» alla faccia di ogni possibile paternalismo, è amareggiata «ma non ha intenzione di fare marcia indietro. Io stesso glielo sconsiglio: sarebbe la fine della sua carriera»
(e qui il sindaco si sbaglia: la carriera italiana è già finita, distrutta dal fuoco amico di sponsor mal-destri. E, secondo Norman Lebrecht, spesso ben informato, il Colon non le rinnoverà il contratto da primo direttore ospite che scade a fine anno).
Poi il sindaco ne ha per tutti. Attacca i sindacati, che nel frattempo hanno chiesto le dimissioni del sovrintendente, Nicola Colabianchi: «Comincio a pensare che ci sia sotto qualcosa di politico».
Se la prende con gli abbonati che minacciano di disertare la Fenice se dovesse occuparne il podio la bacchetta sponsorizzata da Roma: «Quello che mi dice: io non vengo più perché sostiene che non sentirà più, con questa direzione, la nota musicale particolare, me ne farò una ragione».
A parte che sulla sintassi, insomma, il sindaco non cede. Accusa i ribelli, cioè tutti i lavoratori della Fenice, di «causarle un grave danno», e sull’affollatissima manifestazione pubblica di protesta del 17 ottobre scorso spiega che «il campo che ho concesso io» è servito ai sindacati «per aizzare la folla».
In quell’occasione, una pericolosa comunista come la contessa Barbara di Valmarana, già presidente degli Amici della Fenice, fece notare come il sindaco che pontifica di curricula direttoriali a teatro non si sia mai visto. Risposta di Brugnaro: «Bisogna andare a sentire la musica classica da riposati. Se ci arrivi stanchissimo, come me che mi alzo alle sei, ti cade l’entusiasmo».
E questo è il punto. Brugnaro e i pari suoi considerano la musica «colta» e il teatro d’opera mero intrattenimento, e pure più lungo e palloso di altri. Ieri impazzava sui social un esilarante video dove il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, si esibisce in una supercazzola al cui confronto quelle del conte Mascetti sono Kant. Ma, riferendosi alle opere liriche come prodotto di un’epoca «pre-elettrica», Mazzi fa passare il messaggio che sono «troppo lunghe» e consiglia tagli.
Così quando si è obbligati a farsi vedere a teatro non si deve rinunciare a proprio tutta la puntata del Grande fratello. Rossini o Verdi, per tacere di Wagner, erano degli incontinenti musicali.Meglio Antani (con scappellamento a destra, ovvio).
(da La Stampa)
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