PER IL FOGLIO SALVINI AVREBBE DETTO: “VANNACCI CI FA PERDERE PIU’ VOTI DI QUANTI CE NE FA GUADAGNARE”, LUI NEGA LA FRASE E MINACCIA QUERELE
SAREBBE AVVENUTO DURANTE LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO FEDERALE
Matteo Salvini ha scoperto improvvisamente che l’ex generale Roberto Vannacci è un problema?
Davanti ai dirigenti della Lega avrebbe detto che l’autore de “Il mondo al contrario” che lui stesso ha voluto nel Carroccio non ha un appeal elettorale così decisivo. Almeno quando si tratta di portare voti al partito. Anzi. Da qui l’epifania: «Ragazzi», esordisce, «mi sono convinto di una cosa…». Si ferma quindi per una pausa tecnica. Poi l’affondo (o l’auto-affondo?): «Vannacci ci fa perdere più voti di quanti ce ne fa guadagnare». Ma in mattinata arriva la smentita al Foglio: «I virgolettati attribuiti a Matteo Salvini riportati da Il Foglio in un articolo su Roberto Vannacci sono totalmente falsi. Il leader della Lega procederà in tutte le sedi»*.
“Ma chi l’ha voluto ’sto Vannacci?”
A questo punto bisognerebbe chiedersi “Ma chi l’ha voluto ’sto Vannacci?”, come fa Salvatore Merlo riportando le parole del Capitano. Un colonnello leghista ha raccontato la scena al giornalista, descrivendo anche la faccia degli altri dirigenti. Il dopo è ancora più significativo: «Vannacci, sui social, ogni minuto urla contro migranti, islamici, ma soprattutto denuncia l’invasione persino della Lombardia dove però governiamo noi», dice Salvini ai suoi colonnelli. E poi ancora: «Se diciamo che la sicurezza al nord è un disastro, la colpa su chi volete che ricada? Sulla Lega!». In effetti come ragionamento non fa una grinza, visto che il Carroccio la governa da decenni. E se Vannacci se la prende con un candidato leghista è peggio
Ma il punto è politico. Dopo averlo voluto nel partito e aver zittito le critiche “nordiste” sulla sua figura, il Capitano si è quindi improvvisamente accorto che qualcosa non va. «Ragazzi, mi pare chiaro. Con questo profilo che ci sta dando Vannacci non si iscrive più nessuno al partito». I colonnelli sospirano: finalmente l’ha capito. Dieci mesi, due nomine e una campagna in Toscana, ci è arrivato anche lui. Poi lo hanno anche applaudito. Ora però arriva il difficile della vicenda. Dirlo al generale in pensione. Perché intanto lui ha deciso di sfidare ancora di più i vertici del Carroccio.
(da agenzie)
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