PER LA RICOSTRUZIONE CI VORRANNO MILIARDI DI EURO: DOVE PRENDERLI?
PER ADESSO STANZIATI 100 MILIONI E PRESE MISURE DI ROUTINE… 500 MILIONI ARRIVERANNO DAL FONDO CATOSTROFI DELLA UE … OCCORRE INDIVIDUARE NUOVE ENTRATE, ALTRIMENTI SI FINIRA’ CON LA SOLITA PARTITA DI GIRO, TOGLIENDO AD ALTRI CAPITOLI DI SPESA
Una cosa è emersa subito, di fronte dall’evenienza straordinaria derivante del terremoto in Abruzzo: al di là della gestione emergenza, la ricostruzione degli edifici e delle infrastrutture colpiti dal sisma sarà il vero banco di prova del governo.
Occorreranno parecchi miliardi di euro e diversi anni per ritornare alla “normalità ” e, indipendentemente dalle scelte tecniche verso cui ci si orienterà , il problema sarà quello di trovare i fondi necessari.
Perchè di soldi nelle casse dello Stato ce ne sono davvero pochi. Il governo in queste ore sta scandagliando le pieghe del bilancio per far saltare fuori un miliardo di euro per le necessità urgenti. Il fondo emergenza per la Protezione civile è stato portato da 30 a 100 milioni di euro e sono state assunte le misure di routine previste in questi casi: sospensione dei pagamenti fiscali, previdenziali e delle bollette, spostate in avanti nel tempo, stanziamento della cassa integrazione di 800 euro mensili per i lavoratori autonomi colpiti dal sisma e di 400 euro al mese per i nuclei familiari.
Ma sono solo provvedimenti tampone, ora occorre recuperare risorse e sul tavolo ci sono solo i 100 milioni stanziati dal Tesoro e i 500 milioni che dovrebbero arrivare dal fondo catastrofi della Comunità europea.
Alla luce dei miliardi che saranno necessari è evidente il rischio di andare a toccare soldi destinati alle misure anticrisi o di far vacillare la già delicata situazione dei conti pubblici.
Finora il governo è riuscito a far fronte ai problemi con partite di giro, senza toccare il deficit dello Stato, togliendo da una parte e aggiungendo dall’altra, in pratica.
O cambiando destinazione d’uso a fondi europei, come nel caso degli ammortizzatori sociali.
Le risorse destinate al sostegno dell’economia potrebbero in piccola parte essere destinate all’Abruzzo, come è avvenuto ad es. per 110 milioni stanziati dalla Gelmini per il piano scuola.
Ora si sta pensando di fare un analogo ragionamento sulle infrastrutture, col rischio però di penalizzare altri settori di intervento.
Se, infatti, 200 milioni erano destinati alla costruzione di 5-6000 alloggi popolari e ora si dirottassero in Abruzzo, si finirebbe per annullare l’effetto di interventi sociali su chi attende una casa popolare da tempo.
Il pericolo è quindi quello di finire in un circolo vizioso dove alla fine qualcosa resta sempre col cerino in mano.
A nostro avviso occorre intanto il coraggio di far votare il referendum insieme alle Europee, risparmiando oltre 400 milioni di euro di costi burocratici e dirottare immediatamente i quattrini in Abruzzo.
E poi fare quello che, nonostante le promesse, non si è avuto il coraggio di fare: tagliare drasticamente e senza pietà i costi della Casta, del sottogoverno, abolendo enti e poltrone inutili. Basta con le consulenze inutili negli enti locali basta coi viaggi turistici in tutto il mondo dei rappresentanti delle Regioni, abolizione delle Province.
E poi le società partecipate dallo Stato e dalle Regioni, uno spreco pazzesco.
Sono 4.461, a cui vanno aggiunti 2.291 consorzi, con un esercito di 23.410 consiglieri di amministrazione, tra l’altro aumentati di 4.000 unità dal 2007 al 2008, altro che tagli…
Un plotone di 255.000 dipendenti e 38.000 tra consiglieri e poltrone minori, un “beneficiato” ogni 5,6 dipendenti…
Società lottizzate dai partiti, carrozzoni politici con stipendi milionari di questo genere: Fabiani ( nominato da Veltroni) ai vertici dell’Acea di Roma a 340.000 euro l’anno, Capra, presidente di Rifiuti ed Energia di Milano e Brescia con stipendio di 700.000 euro l’anno e 400.000 euro al suo vice.
Consiglieri di amministrazione di municipalizzate che prendono 100.000 euro l’anno, questo è il carrozzone indegno che fa andare a mare il bilancio dello Stato.
E poi non si avevano i quattrini per il contratto degli agenti di polizia o dei vigili del fuoco o non si potevano rendere antisismici gli edifici pubblici in Abruzzo?
Ora si abbia il coraggio di incidere il bubbone della mala politica italiana. Altrimenti saranno le solite chiacchiere.
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