PER “LIBERO” SE AL REFERENDUM VINCE IL SI’ BISOGNA ANDARE AL VOTO
LA CAZZATA GIORNALIERA DI CHI NON CONOSCE NEANCHE IL TESTO DELLA LEGGE
Un titolo così, a urne ancora aperte fino alle 15, rischia di essere fortemente fuorviante. Il quotidiano Libero ha voluto parlare del referendum e ha fatto un’apertura di giornale che rischia di confondere le idee ai suoi lettori (ed elettori) che ancora non si sono recati ai seggi. Libero referendum titola così: «Se oggi vincono i sì, bisogna andare al voto».
Il perchè di questa affermazione è specificato nell’occhiello del quotidiano: «La riduzione dei parlamentari rappresenterebbe una modifica della Costituzione e renderebbe illegittime le attuali camere. Di qui l’esigenza di eleggerne di nuove».
Nei fatti, questa affermazione è giornalisticamente scorretta.
Il taglio eventuale dei parlamentari non renderebbe affatto illegittime le attuali camere, dal momento che — nelle pieghe della riforma — è specificato che quest’ultima entrerà in vigore alla prossima legislatura, previo adeguamento della legge elettorale.
Il taglio dei parlamentari (che complessivamente porterà la pattuglia dei nostri rappresentanti a seicento, 400 deputati e 200 senatori) sicuramente non rispecchia l’attuale composizione del parlamento. Ma l’approvazione della riforma non lo rende affatto illegittimo. Insomma, il cambiamento che si andrà a configurare sarà più o meno simile al cambiamento delle forze politiche dopo qualche anno di legislatura: non è sempre detto che il Paese mantenga gli stessi equilibri, nelle preferenze degli elettori, per tutti e cinque gli anni successivi al voto.
Per questo motivo, il messaggio lanciato da Libero non risulta essere corrispondente alla realtà e potrebbe anzi condizionare l’esito delle elezioni: in molti, potrebbero essere convinti di votare sì, con l’idea di mandare a casa i rappresentanti politici attuali. Al contrario, in tanti potrebbero essere portati a votare no perchè magari si trovano d’accordo con l’attuale conformazione politica delle camere.
(da “NextQuotidiano”)
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