PERCHE’ AVEVAMO LA CERTEZZA CHE SILVIA AVREBBE VINTO A GENOVA AL PRIMO TURNO
LA LOTTA INTESTINA TRA GLI ORFANI DI TOTI , LE DIVISIONI NEL CENTRODESTRA, PICIOCCHI ABBANDONATO A SE STESSO, LA SOTTOVALUTAZIONE DEL VENTO CAMBIATO (SECONDA PUNTATA)
La lite per l’eredità.
Succede anche nelle famiglie normali, figuriamoci in politica. La spartizione dell’eredità di Giovanni Toti da mesi aleggiava a Genova, con riposizionamenti di consiglieri alla ricerca di un nuovo protettore politico. Diciamo la verità, la riconoscenza in politica è merce rara, anche a fronte di chi ha finanziato campagne elettorali di tante mezze tacche attraverso la Fondazione che Toti alimentava non solo salendo le scalette dello yacht di Spinelli, ma anche attraverso i contributi delle lobby di industriali e professionisti genovesi pronti al do ut des, compreso un occhio di riguardo per i media locali, ampiamente foraggiati per glorificare le geste del sovrano.
Non hanno neanche compreso il campanello di allarme delle Regionali dove Bucci è stato eletto solo grazie ai voti controllati da Scajola nell’imperiese, ma battuto di 18.000 voti nelle 653 sezioni di Genova (121.819 per Orlando, 103.221 per Bucci).
Rispetto a quando venne eletto sindaco, Bucci aveva già perso alle regionali di ottobre 9.200 voti.
Sul fronte opposto si era passati dai 77.065 voti dell’ex candidato sindaco di centrosinistra Dello Strologo, perdente a suo tempo con Bucci, ai 121.821 di Andrea Orlando, cioè 44.800 preferenze in più, pari a una crescita del 58% .
Segno di una insofferenza latente, pronta ad esplodere. Eppure il centrodestra in questi ultimi mesi ha passato il tempo a discutere se Piciocchi fosse l’erede designato o meno, con Toti che dietro le quinte minava il terreno in quanto riteneva migliore la candidatura di Ilaria Cavo (da sempre al suo fianco in Regione). Fino alla farsa che di fronte alla candidatura femminile di Silvia Salis era meglio indicare Ilaria come vicesindaco. Ragionamenti da medioevo (in effetti su tanti temi, in quel contesto vanno collocati i sovranisti). Chiusi nel palazzo del Doge, insensibili ai cittadini incazzati, hanno pensato che potessero vincere vantando progetti rifiutati dai cittadini e confidando nella macchina del fango dei noti manipolatori e manganellatori mediatici al loro servizio. Senza capire che avrebbe pesato di più la foto di Bucci che sale sullo yacht di Spinelli che quella di Silvia in spiaggia con il piccolo Edoardo in braccio (senza neanche oscurarne il viso). Con autogol esilaranti: da un lato le accuse false a Silvia di essersi prima proposta come candidata del centrodestra, dall’altro proprio Bucci che smentisce involontariamente: “se me lo avesse chiesto le avrei detto di sì”. Quindi non l’ha mai chiesto, argomento denigratorio andato a puttane, complimenti… Piciocchi ringrazia per la considerazione.
Ringrazia anche stamane in modo polemico: “Io candidato sbagliato? Se Fratelli d’Italia e Forza Italia avessero avuto due punti in più in percentuale sarei arrivato al ballottaggio”. Tradotto: non vi siete impegnati, avete solo pensato alle preferenze (Meloni è apparsa solo in videocollegamento per la chiusura). E che ti volevi aspettare Piciocchi da una coalizione divisa in tribù?
La chiamata alle armi contro la Salis alla fine ha portato a Piciocchi 3.800 voti in più rispetto al Bucci delle ultime regionali. Peccato che da sola Silvia ne abbia portati 3.000 in più rispetto ad Orlando.
Giochi finiti, tutti a casa.
(seconda puntata)
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