PERCHE’ IL M5S E’ DIVENTATO IL PARTITO DELLE DUE SICILIE
ANALISI CATTANEO: AL SUD L’ASSENZA DELLA CONCORRENZA DELLA LEGA HA PRODOTTO IL BOOM, AL NORD FATICA… LA RICERCA SU GOOGLE: REDDITO DI CITTADINANZA CERCATO ANCHE DAGLI ELETTORI DEL NORD
Sono diverse le ragioni che hanno portato il Movimento 5 Stelle ad affermarsi come il partito del Sud Italia, e non tutte hanno a che fare con l’interpretazione certamente semplicistica che si sta facendo largo, secondo la quale gli elettori meridionali si sono fatti sedurre dalla proposta di introdurre il reddito di cittadinanza.
L’ultima analisi dei flussi condotta dall’Istituto Cattaneo spiega come si sono spostati i consensi nei confronti del M5S, partendo da alcuni numeri.
Se nel 2013 i grillini avevano ottenuto il 25,5% delle preferenze, con 8,7 milioni di voti, con un consenso trasversale in tutte le aree del Paese, cinque anni dopo sono riusciti non solo a consolidare quel bottino ma anche, com’è noto, ad accrescerlo: due milioni di voti in più, in valore assoluto quasi il 20%.
La differenza, però, sta nell’incremento dei consensi disomogenea avuta nel 2018, grazie alle prestazioni avute nelle regioni centrali (+7,2%) e soprattutto in quelle meridionali (+20,7%).
Per dire, in Campania M5S ha registrato un incremento pari al 27,3%, in Basilicata al 20,1%, in Puglia al 19,4% e in Calabria al 18,6%.
È da questa disomogeneità che bisogna iniziare a ragionare per comprendere il boom M5S nel sud Italia.
Perchè questo exploit ha permesso di mascherare la lieve diminuzione di consensi nell’Italia settentrionale (-2,6% in Friuli, -2% in Liguria e via dicendo).
Mentre M5s conquista voti in maniera distribuita ai danni del Pd, “nelle città del Nord ne cede a vantaggio della Lega”.
Ad esempio, a Brescia i grillini hanno ottenuto un 4,9% di consensi provenienti da ex elettori del Partito Democratico ma hanno ceduto una cifra simile di voti, il 4,7%, a favore della Lega. A Parma addirittura il M5s perde da questo meccanismo di scambio: guadagna 1,7 dal Pd ma ne perde ben 5,5 verso la Lega.
Questo meccanismo di scambio è sistematicamente presente nelle restanti città della “Zona rossa” (Modena Bologna, Livorno, Firenze) e si caratterizza per dei saldi sempre positivi per il M5s (le entrate dal Pd sono sempre maggiori delle uscite verso la Lega)
C’è un passaggio quindi costante di voti da Pd verso M5S, e da M5S verso la Lega, seppur variabile a seconda delle aree della penisola.
Cosa succede invece al sud? Anche qui, i flussi provenienti dal Pd verso i Cinque Stelle sono presenti ma la novità è rappresentata dalla mancanza di movimenti in uscita verso la Lega.
Al Sud, la concorrenza della Lega è assente e il panorama elettorale è meno competitivo per il Movimento, che può continuare a fare da partito «pigliatutti»Istituto Cattaneo
Sottolinea quindi l’istituto Cattaneo come la “svolta moderata” data da Luigi Di Maio al Movimento 5 Stelle, risultata vincente da un punto di vista elettorale, abbia certamente attratto quegli elettori del Pd delusi dall’azione di governo dei democratici ma al tempo stesso abbia allontanato i Cinque Stelle più radicali e più fedeli al movimento delle origini che, lì dove hanno potuto (al Nord e in parte al Centro), si sono dirottati verso la proposta leghista.
Naturalmente, c’è una componente del successo M5S che deriva dalle difficoltà economiche e sociali più marcate nel sud Italia e, in questo senso, alcune misure popolari del suo programma per il contrasto alla povertà , come il reddito di cittadinanza o l’aumento delle pensioni minime, hanno avuto un ruolo.
Ma questo non vuol dire che provvedimenti visti da taluni come “assistenzialistici” siano la ragione principale del risultato elettorale nell’ex Regno delle Due Sicilie.
Può essere certamente indicativa, ma ovviamente non esaustiva, una ricerca fatta su Google Trends: la chiave di ricerca “reddito di cittadinanza” è molto utilizzata anche nelle regioni non meridionali.
(da “L’Espresso”)
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