PERICOLO TERRORISMO? SOLO VARESE PUO’ STARE TRANQUILLA, ORA CHE HA VIETATO IL BURQA
FARSA LEGHISTA: VIETANO QUELLO CHE NON SI E’ MAI VISTO IN GIRO… COME SE LA FRANCIA, DOPO L’ANALOGA DECISIONE DEL 2011, NON FOSSE STATA COLPITA DAI TERRORISTI (CHE NON USANO CERTO IL BURQA)
Il burqa potrebbe presto essere vietato a Varese, anche se non se ne è mai visto uno in giro.
Il sindaco Attilio Fontana conta su un rapido via libera che, nel giro di poche settimane, faccia entrare in vigore l’ordinanza. “La mozione è passata con venti voti favorevoli – ha spiegato Fontana — sette astensioni e uno solo contrario”
A Varese la proposta per vietare il burqa nei luoghi pubblici o aperti al pubblico era stata mossa dal consigliere comunale di Forza Italia Piero Galparoli, e già discussa e approvata a gennaio, seguita da non poche polemiche.
Il consigliere comunale aveva indicato i presupposti normativi che legittimerebbero il provvedimento: l’articolo 5 della legge 152/1975 infatti vieta “qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”.
Per Fontana “il periodo che viviamo ci obbliga a tenere conto della necessità della sicurezza dei cittadini”
Da parte sua il prefetto di Varese, Giorgio Zanzi, non si è ancora espresso: “Non ho ancora avuto modo di leggere il documento — ha spiegato Zanzi — lo valuterò con la dovuta attenzione. A Varese ci sono comunità islamiche storiche che conosciamo bene e anche a loro cerchiamo di garantire la sicurezza”.
La prima ad adottare il documento fu la Francia nel 2011 e successivamente la Corte europea dei diritti umani aveva confermato che la legge francese che vieta di nascondere integralmente il viso — e di fatto di indossare il burqa — non viola il diritto alla libertà di religione nè quello al rispetto della vita privata.
Strasburgo però aveva respinto la motivazione secondo cui la legge sarebbe stata introdotta per assicurare la sicurezza pubblica in quanto un divieto totale di niqab e burqa non può essere considerato “necessario in una società democratica”.
Il governo, infatti, avrebbe potuto ottenere lo stesso risultato imponendo l’obbligo di mostrare il viso in caso di controlli d’identità .
La Francia venne quindi in parte bacchettata dai togati, che ritennero che emanare leggi come quella in questione possa contribuire a rafforzare stereotipi e intolleranza contro alcuni gruppi sociali.
Tornando a Varese, è accertato che nessuna donna della comunità islamica composta da 4.000 residenti indossa il burqa, per cui è evidente il mero fine da spot elettorale della delibera della giunta.
Sarebbe altresì opportuno ricordare agli amministratori locali che la motivazione sulla “sicurezza” è giù stata cassata dalla Corte di Strasburgo e che il divieto in Francia non ha certo impedito i sanguinosi attentati dei seguaci dell’Isis che notoriamente non hanno bisogno di travisarsi con un ingombrante burka.
Ma sarebbe forse chiedere troppo all’intelligenza.
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