PIANO DI 80 MILIARDI DEL GOVERNO? UNA ILLUSIONE OTTICA
LA REALTA’ E’ BEN DIVERSA: SU 80 MILIARDI, 40 SONO FONDI STRUTTURALI EUROPEI GIA’ STANZIATI DA TEMPO, 16 DI INVESTIMENTI PUBBLICI SONO RISORSE GIA’ PRESENTI IN BILANCIO, 20 PER LE BANCHE SONO SOLO UNA PARTITA DI GIRO… NE RESTANO 4… LO SPOSTAMENTO DEL PAGAMENTO IVA A INCASSO FATTURA E’ SOLO UNA PROROGA… COSI’ COME LA RIDUZIONE DELL’ACCONTO IRPEF, SI PAGHERA’ SOLO DOPO… NESSUNA DETASSAZIONE DELLA TREDICESIMA E AIUTI AI DISOCCUPATI… CI SIAMO SPESI IL POCO CHE C’ERA TRA ICI E ALITALIA
Facciamo una premessa: in Italia c’e’ una contrapposizione politica che non permette spesso di analizzare i singoli provvedimenti perchè, per partito preso, se vien da una parte, automaticamente non sta bene all’altra, ancora prima di leggerne il testo e viceversa.
A differenza di altri Paesi dove vige una coscienza nazionale che fa sì che, terminata la battaglia elettorale, tutti si remi in una direzione, pur con proposte differenziate, al contrario di Stati “uniti” internamente dove i contendenti si stimano e rispettano, qua in Italia non si riesce quasi mai a guardare al concreto dei problemi senza i paraocchi ideologici.
Diciamo questo perchè se tanti lettori ci seguono è proprio in quanto noi ci sforziamo, magari non sempre riuscendoci, di essere obiettivi e di dire “pane al pane e vino al vino”, insensibili al richiamo di chimere e annunci roboanti.
Preferiamo interpretare e in fondo esprimere le perplessità che ha l’elettore di centrodestra di fronte a certi atteggiamenti e proposte del Governo “amico” che non va certo sempre assolto per il solo fatto che sia amico, anzi semmai l’opposto.
Essendo al Governo per “fare una politica popolare” e non gli affari propri, mai come in questo momento serve una “destra critica” che stimoli e denunci incongruenze ed errori.
Andiamo al punto.
Abbiamo sentito dire da Berlusconi e Tremonti che l’Italia ha un piano anticrisi da 80 miliardi di euro, una cifra enorme. Siamo sobbalzati sulla sedia, se fosse vero corrisponderebbe al 5% del Pil, se davvero fossero risorse nuove, per capirci, il deficit italiano raggiungerebbe l’anno prossimo l’8% del reddito nazionale e le conseguenze sarebbero drammatiche.
Commissariamento dei nostri conti pubblici da parte dell’Unione Europea e aumento dei tassi di interesse.
E’ evidente che si tratta in buona parte di risorse già stanziate e quindi una prima osservazione: perchè ci devono raccontare delle palle?
Scendiamo nel dettaglio, per coloro che già ci guardano male e vorrebbero metterci una corda al collo per il delitto di lesa maestà .
Su 80 miliardi ben 40 sono rappresentati da fondi strutturali europei, già destinati a finanziare da tempo interventi nelle aree depresse del Paese, al massimo si cercherà di velocizzarne l’utilizzo. Andiamo avanti: 16 miliardi di investimenti pubblici annunciati sono risorse già presenti in bilancio, stesso discorso di prima, si cercherà di utilizzarli prima che si potrà .
Sono poi previsti 20 miliardi per la rete di protezione del capitale bancario, ma si tratta di una partita di giro: lo Stato spende soldi ma acquista in attività , quindi non cambia il suo stato patrimoniale.
E ci siamo giocati già 76 miliardi degli 80 annunciati.
Altre iniziative previste. Far pagare l’Iva al momento dell’incasso fattura, non all’emissione: bene, ma non si regala nulla, lo Stato attende qualche mese in più l’entrata fiscale.
Riduzione dell’acconto Irpef di novembre del 4% a favore dei contribuenti persone fisiche, in modo da far avere un 20 euro in più in busta paga a dicembre… anche qui semplice rinvio al futuro di imposte che dovranno comunque essere pagate l’anno prossimo.
Bonus bebè: prestito fino a 5.000 euro alle famiglie con reddito sotto i 23.000 euro. Anche qui non si regala un euro, è un prestito a tasso agevolato e con mille condizioni che restringono il parco fruitori: alla fine i soldi andranno restituiti con rate mensili.
Non a caso la proposta della detassazione della tredicesima “costa troppo” e ci si è rinunciato, l’unica che avrebbe inciso sulle casse dello Stato per un 6 miliardi.
Orbene se l’Italia ha il terzo debito pubblico del mondo e se ogni famiglia italiana, rispetto a quella francese o tedesca, paga ogni anno 1.000 euro in più per gli interessi passivi dello Stato, fa bene Tremonti ad avere un occhio di riguardo al rapporto debito pubblico/Pil, ma se deve accantonare una cifra per coprire il costo del futuro federalismo ( vedi denuncia della Corte dei Conti) magari agli Italiani interesserebbe di più avere un pollo allo spiedo in tavola che Calderoli alla porta…
Abbiamo semplificato abbastanza ?
Altra considerazione: ci siamo giocati 2 miliardi di euro con l’abolizione del restante 60% dell’Ici rimasto, altri 2 miliardi è quantificata la spesa che si troverà sulla schiena la finanza pubblica per aver salvato Alitalia e 1 miliardo la detassazione degli straordinari.
Quest’ultima iniziativa che il Governo pare intenzionato a prorogare, in realtà favorisce chi lavora già , non certo chi il lavoro l’ha perso o non lo ha.
Una recente ricerca della Banca d’Italia ha rivelato che molte aziende che sfruttano la detassazione degli straordinari hanno ridotto le assunzioni, in quanto più conveniente utilizzare questa possibilità .
Sarkozy in Francia punta su nuove assunzioni da parte dello Stato e rafforza gli ammortizzatori sociali ( già molto più pesanti dei nostri), in Italia si dà poco a chi lavora e nulla ai ceti più deboli e alle famiglie in difficoltà , favorendo comunque coloro che hanno un lavoro sicuro.
Altre erano le possibilità di intervento, ne abbiamo già parlato, ma che ora ci si propini come un “grande piano da 80 miliardi” un collage di “dejà vu” e di soldi già stanziati ci pare francamente di cattivo gusto.
E gli elettori, di destra e di sinistra, stanchi di essere presi per i fondelli dai rispettivi referenti, sono ormai una moltitudine.
Noi preferiamo suonare il campanello di allarme in un ambiente più abituato ad accorrere, da buoni maggiordomi, a quello del “padrone di casa”.
Il popolo di centrodestra non ha bisogno di “badroni”, ma di rispetto e di una vera politica sociale e popolare.
Quella che finora non si è vista.
Leave a Reply