PIANTEDOSI E IL CONCORSO DI “IGNOBILTA'”
LA PALMA D’ORO DELLE DICHIARAZIONI PIU’ RACCAPRICCIANTI SULLA STRAGE DI CROTONE E’ CONTESA
Siamo costretti a tornare sul caso Piantedosi: la palma d’oro a lui assegnata per le dichiarazioni più raccapriccianti sulla strage di Crotone è fortemente contesa.
Tra un Salvini che, con la sua statura morale, minaccia il Fatto e Domani non si sa bene di quale sanzione per aver oltraggiato la Guardia costiera (quando è al vertice della catena di comando, cioè al ministero di Salvini, che si domanda come mai la Guardia costiera non sia intervenuta, infatti la Procura ha aperto un’inchiesta) e un Gasparri che elogia Piantedosi per il suo “grande equilibrio” che “unisce umanità e fermezza” (l’umanità di biasimare i migranti morti), un esercito di seconde file rivendica il diritto di dire la sua (ma Piantedosi, vedendosi insidiare il primato, va in Senato a informare gli italiani: “Sono talmente capace di emozionarmi che lo faccio prima che le tragedie avvengano”, poi rivendica “l’orgoglio” di essere un “questurino”).
Balboni di FdI, dopo aver lavorato ai fianchi Piantedosi (uomo di Salvini) chiedendogli di chiarire se “ci sono state lacune nella catena di comando”, “perché non si può lasciare una nave piena di bambini in balia delle onde” (sarà una quinta colonna del Fatto, questo Balboni), difende il ministro su La Stampa: “Parole dettate dall’emozione del momento… estrapolate dal contesto… di fronte alle salme dei bambini ha reagito come avrebbe reagito chiunque (colpevolizzando i genitori, ndr). Vogliamo crocifiggere Piantedosi per delle frasi dettate dall’emozione?”. Ma come, questurini “legge e ordine” che sparano truci carognate perché si emozionano?
Salvini si gioca l’unica carta che possiede, quella da TikToker: “Solo pensare che il ministro dei Trasporti, che è papà, abbia anche solo pensato di non intervenire è un oltraggio all’Italia”. Infatti, quando lui era all’Interno, il ministro dei Trasporti Toninelli faceva soccorrere i migranti dalla Guardia costiera, ma papà Salvini non li faceva sbarcare anche se c’erano bambini a bordo (è a processo per sequestro di persona, rischia 15 anni).
Il cognato di Meloni dunque ministro Lollobrigida non ci sta a passare per persona seria in mezzo a questi ciarlatani: “Noi quest’anno lavoreremo per far entrare legalmente quasi 500mila immigrati legali”. Appena si accorge di aver perso qualche milione di voti (la capa Meloni è pur sempre colei che nel 2019 twittava: “E ora affondiamo la Sea Watch!”, la nave Ong che entrò in acque italiane a Lampedusa nonostante l’alt della Guardia di Finanza), ritratta: “Leggo notizie stampa secondo le quali avrei annunciato un piano del governo per far arrivare in Italia circa 500mila migranti regolari. In realtà non ho mai parlato di alcun piano, perché non esiste alcun piano. La cifra da me indicata è riportata dai media”, cioè: i media lo diffamano, ma simultaneamente costituiscono la fonte del governo sulle cifre dei migranti da accogliere.
Piantedosi barcolla ma non molla: “Io ho detto, però evidentemente non è stata un’affermazione che è piaciuta molto quel giorno, fermatevi, verremo noi a prendervi”. Ah, ma tu pensa; e l’hanno detto ai loro elettori? In realtà aveva detto che i migranti partono perché, a differenza sua, non sono stati educati alla responsabilità di chiedersi “cosa posso fare per il mio Paese” (che magari li perseguita e li uccide). Siccome questo suo “appello” rischia di non essere recepito dai migranti e soprattutto di far perdere consensi al governo il cui primo partito ha scolpito: “L’immigrazione non è un diritto”, chi si dichiara profugo è “un clandestino fino a prova contraria”, “difendere la Patria è innanzitutto difendere le proprie frontiere” (Tesi di Trieste), interviene Rampelli: “Immaginate che forza d’urto potrebbe avere (l’appello di Piantedosi, ndr), visto che nelle nazioni da cui provengono gli immigrati irregolari ci sono le parabole, si fa uso dei telefonini, quindi noi potremmo raggiungere le popolazioni in difficoltà e fargli presente che quei viaggi non sono come vengono dipinti dai trafficanti di uomini che gli fanno pagare anche 7mila euro come nel caso della tragedia di Crotone, sono molto rischiosi e si può morire” (Piantedosi è un filantropo, parla urbi et orbi come il Papa). L’operazione di cui Rampelli è esecutore sembra chiara: screditare agli occhi degli italiani i morti in mare come 1) irregolari, cioè criminali; 2) persone abbienti dotate di device e contanti; 3) gente con l’anello al naso, convinta di fare una crociera di relax nel Paese di Bengodi a rischio della vita dei figli, mentre il governo vuole salvarli. A un’incollatura una senatrice di FdI, certa Mieli, che a Tagadà sostiene che il governo ha fatto bene a non andare a Crotone, dove giacciono 67 bare di cui 16 di bambini, e la Schlein ci è andata per “cercare le telecamere, un po’ come ha fatto chi è andato alla camera ardente di Costanzo e ha chiesto il selfie a Maria De Filippi”. Si può scendere più in basso di questi? Beh, si può scavare.
(da Il Fatto Quotidiano)
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