PORTI CHIUSI PER I MIGRANTI E APERTI PER I MOSTRI DEL MARE
LA TRAGEDIA SFIORATA A VENEZIA METTE IN RIDICOLO SALVINI E TONINELLI… DUE ANNI FA IL 99% DEI VENEZIANI IN UN REFERENDUM AVEVA CHIESTO IL BLOCCO DELLE GRANDI NAVI, IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO E DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA NON HA FATTO UNA MAZZA
Poteva essere una tragedia. Lo schianto. Il panico tra i passeggeri. La collisione avvenuta domenica 2 giugno nel canale della Giudecca a Venezia tra una nave da crociera e un battello turistico con a bordo 130 persone poteva finire molto peggio.
Fortunatamente l’incidente si è concluso con qualche danno e quattro feriti. Ma l’annoso problema dietro tutto questo rimane: l’ingresso delle grandi navi nella fragilissima Venezia.
E mentre lo slogan del vice premier leghista Matteo Salvini è “porti chiusi per i migranti”, per i giganti del mare i porti sono sempre aperti.
Nei giorni scorsi abbiamo visto aprire i porti di Genova e Cagliari per le navi saudite pronte a caricare armi di manifattura italiana utilizzate nella guerra in Yemen, nella Serenissima avviene invece l’ennesimo caso di una nave da crociera che invade il cuore storico di Venezia, a 150 metri dal Palazzo Ducale, senza neanche chiedere il permesso.
Un grattacielo galleggiante di 66mila tonnellate, 275 metri di lunghezza e 3mila persone in pancia. Di navi come questa, solo nell’ultimo anno, ne sono entrate due al giorno, portando un milione e mezzo di turisti a Venezia.
Nonostante i turisti significhino soldi, anche il sindaco della città dei leoni, Luigi Brugnaro, dopo lo schianto si è subito affrettato a fare una dichiarazione contro le grandi navi.
Qual è lo snodo fondamentale? Le navi, invece di fermarsi a Porto Marghera, entrano nel canale della Giudecca per attraccare in Marittima -ossia in città – passando dalla bocca di porto del Lido per ben due volte tra Bacino di San Marco e il Canale della Giudecca stesso, provocando così un moto ondoso. Non è una novità , succede da anni.
Doveva proprio arrivare una tragedia sfiorata per riuscire a vedere la minaccia? Non bastava alzare il naso e guardare?
Queste navi non sono proprio trasparenti. Immaginate un palazzo sul mare, le cui dimensioni sovrastano le case e le persone. Alcuni “no” all’entrata delle navi di grossa taglia gridavano vendetta da tempo, ma sono rimasti inascoltati.
Il “no” dei cittadini. Il comitato No Grandi Navi ha lanciato l’allarme anni fa: “Il traffico croceristico e dei traghetti a Venezia è andato crescendo in maniera esponenziale, così come le dimensioni delle navi impiegate, che non solo creano importanti danni ambientali soprattutto in ecosistemi e città delicate come Venezia, ma sono estremamente nocive per la salute dei cittadini delle città portuali a causa dei loro gas di scarico: un vero pericolo per la città ”.
Insomma, gli abitanti hanno le idee chiare: nel giugno 2017 il rifiuto delle navi-mostro si è delineato addirittura attraverso un referendum.
Sebbene il referendum non avesse alcun valore legale, in più di 25mila persone erano andate a votare sulla questione. La città ha risposto in massa al quesito: “Vuoi che le navi da crociera restino fuori dalla Laguna di Venezia e che non vengano effettuati nuovi scavi all’interno della Laguna stessa?”. Un risultato eclatante: il 98,72 per cento delle persone barrando sul sì, aveva in realtà detto “no”.
Una grande prova della volontà dei veneziani di lasciare fuori dalla laguna questi enormi hotel galleggianti.
(da agenzie)
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