PREGLIASCO “SOLO GLI ASTENUTI CAMBIEREBBERO LO SCENARIO”
INTERVISTA AL DIRETTORE DI YOUTREND
Lorenzo Pregliasco, direttore di Youtrend, che anno è stato il 2024 in termini di consenso elettorale?
«Se uno guarda la storia recente, si può parlare di una relativa stabilità di tutti. Non siamo di fronte agli exploit dei 5stelle nel 2018 o della Lega del 2019, per non parlare del boom del 2022 di Fratelli d’Italia […]»
Come la crescita del Pd e il calo del Movimento.
«Sì, abbiamo registrato cambiamenti soprattutto nel campo giallorosso, chiamiamolo così, dopo una lunga fase in cui i due partiti erano vicini. Le Europee hanno avuto un effetto di trascinamento dei principali partiti dei due poli. In seguito i 5s un po’ hanno recuperato, ma comunque non abbastanza e ora sono nettamente dietro al Pd»
C’è stato un flusso di voti 5s verso i dem?
«Verso l’astensione, verso il Pd, e anche verso Avs, l’altro fattore dell’equazione. È l’offerta tradizionale di centrosinistra ad aver drenato voti. Come si può evincere anche dalle regionali chi è rimasto elettore 5s è di centrosinistra e quindi più attratto dal Pd».
L’altro dato che colpisce è la tenuta della maggioranza.
«Sì, nel centrodestra poteva andare peggio. Siamo invece di fronte a un caso quasi unico a livello europeo, di una coalizione che sta al governo da più di due anni, che è stabile o incrementa. Si scambiano i voti, ma non passano dall’altra parte».
Forza Italia è cresciuta.
«Il sorpasso di FI sulla Lega segnala un cambio di stagione. L’impressione è che Tajani sia riuscito a riprendere il voto dal centro che è inutilmente parcellizzato»
Nessuna sorpresa a livello di coalizione.
«Il consolidamento del Pd non fa ancora crescere la coalizione. Così i due campi sono bloccati. Poi l’intero sistema è molto frammentato. Se metti insieme Pd e FdI stai solo al 52%. Anche nella Seconda repubblica raramente si arrivava a metà dell’elettorato con i due principali partiti, che si sono stabilizzati sui due tetti. Il Pd ha avuto picchi più alti, credo possa salire, ma deve prendere voti fuori o dagli astenuti. O dovrebbe crescere l’astensione nel polo opposto. Finché non si apre uno dei due scenari il centrodestra rimane favorito a una prossima elezione».
(da La Repubblica)
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