PREZZI NEI SUPERMERCATI, DALLA PASTA ALLE BIBITE IN VETRO: “TROPPI AUMENTI INGIUSTIFICATI”
IN CERTI CASI LA SCUSANTE DEL RIMBALZO DELLE MATERIE PRIME NON REGGE
I furbetti del caro-prezzi non si muovono solo dietro gli aumenti ingiustificati di benzina e gasolio. Perché, cavalcando la corsa dell’inflazione all’11,6% a dicembre, dalla spesa ai servizi finanziari, dal mondo delle professioni a quello della ristorazione, c’è chi ne approfitta e alimenta con rincari speculativi quella che Rosario Trefiletti, presidente di Centro Consumatori Italia, definisce la “spirale perversa” dei prezzi.
La valanga nel carrello
Dopo gli aumenti del 2022, il 2023 rischia di andare peggio con una nuova andata inflattiva che potrebbe scatenarsi tra un mese sulla spesa degli italiani.
“A oggi – avverte Giorgio Santambrogio, ceo del gruppo Végé – siamo arrivati a ben 320 richieste di adeguamento dei listini per il nuovo anno da parte dell’industria con rincari medi del 16%. E se per i prodotti per l’igiene della casa e della persona siamo nell’ambito dell’inflazione misurata, ci sono beni per cui gli incrementi richiesti sono superiori come il cibo per gli animali, la pasta, le birre, i sostitutivi del pane e in genere i prodotti venduti in contenitori di vetro. Ma il prezzo del vetro è sceso e quindi fa un po’ ridere che si giustifichino i prossimi rincari per il caro-imballaggio a meno che tutti abbiano comprato bottiglie e barattoli quando le quotazioni del vetro erano ai massimi”.
Un tavolo frena-rincari
Per fermare la corsa dei prezzi nel carrello della spesa, le principali associazioni della grande distribuzione e del commercio hanno chiesto ai produttori di fermare i listini per il primo trimestre del 2023 e aprire un tavolo tecnico dove fare il punto sull’andamento dei prezzi delle materie prime, del packaging e dei costi di trasformazione. “Ma finora – aggiunge Santambrogio – non abbiamo ricevuto risposte. E se non è corretto generalizzare su comportamenti speculativi, che si decida in anticipo, con l’aumento dei prezzi, di mettere fieno in cascina non va bene”
Dal campo alla tavola
Dopo che gli italiani hanno speso l’anno scorso 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande, il caro-carburanti, avverte Coldiretti ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori. E l’aumento dei costi energetici, spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti “favorisce le speculazioni anche nell’alimentare, dove per ogni euro speso dai consumatori appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori, ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura a 6 centesimi”. E così se i prezzi al dettaglio delle verdure sono cresciuti del 25,1% in un anno, denuncia Coldiretti Puglia, nei campi bisogna vendere 7 chili di carciofi (con il crollo del prezzo fino a 18 centesimi al chilo) per pagarsi un caffè.
L’effetto speculazione
Dietro i nuovi rincari che nel 2023, anche per il caro-carburanti, secondo Centro Consumatori Italia peseranno per 2743 euro a famiglia (360 per il pieno e 464 per le bollette), non c’è dubbio, attacca Trefiletti, che ci sia anche la speculazione. Del resto, oltre a 440 e 360 euro in più a famiglia stimati quest’anno per alimentazione e prodotti per la casa, bisogna mettere in conto anche 90 euro per bar e ristoranti, oltre 20 per i servizi bancari, 45 per la sanità, 124 per i trasporti pubblici, 34 per la scuola e ben 265 per le tariffe professionali e artigianali. Perché, chiosa Trefiletti, succede che si sia portati a chiedere aumenti oltre l’eventuale incremento dei costi. E spesso avviene per emulazione: se al mercato il mio vicino di bancarella fa pagare di più la verdura, perché non devo aumentare i prezzi anch’io?”.
(da quotidiano.net)
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